Anno 2 Numero 46 Mercoledì 19.02.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

“MOLECULAR DIVIDE" TRA PAESI INDUSTRIAlizzati e paesi in via di sviluppo. Ne parla la FAO

www.fao.it

Le promesse e le potenzialità della biotecnologia non sono equamente divise tra paesi sviluppati e in via di sviluppo, ha dichiarato oggi la signora Louise Fresco, Vicedirettrice generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.
Essa ha messo in guardia contro un “Molecular divide”, affermando che “la disparità sta allargandosi tra coltivatori ricchi e poveri, tra priorità e necessità della ricerca e tra sviluppi tecnologici e trasferimenti effettivi di tecnologia”.
Per colmare questo divario “la biotecnologia dev’essere riorientata per venire incontro ai bisogni pressanti dei poveri e alle nuove esigenze di qualità e quantità degli alimenti e dei nuovi prodotti agricoli”. Si dovrebbe mantenere aperto un dialogo sui pro e i contro delle biotecnologie. I paesi e i contadini poveri dovrebbero avere accesso alle risorse genetiche, nonché alle tecnologie e ai mezzi per farne uso. 
“Per ora non vi sono investimenti seri in alcuna delle cinque colture più importanti dei tropici semiaridi: sorgo, miglio, pisello arboreo, ceci e arachidi”, ha aggiunto Louise Fresco, che dirige il Dipartimento dell’Agricoltura della FAO. “Ciò dipende essenzialmente dal fatto che il 70 per cento degli investimenti nella biotecnologia agraria provengono dalla ricerca di multinazionali del settore privato, in gran parte nei paesi industrializzati o nei paesi in via di sviluppo più avanzati”.
“Oggi l’85 per cento di tutte le piantagioni di colture transgeniche nel mondo è rappresentato da soia resistente agli erbicidi, da mais resistente agli insetti e da varietà del cotone migliorate geneticamente per ridurre i costi di materiali e lavoro nei sistemi produttivi di vaste dimensioni, e non per nutrire il mondo in via di sviluppo o per migliorare la qualità del cibo”.
“Non esistono programmi del settore privato di qualche rilievo che affrontino i problemi più critici dei poveri e dell’ambiente o che si riferiscano a produzioni quali la cassava o i piccoli ruminanti.”
“La biotecnologia non è che uno dei modi per migliorare qualità e quantità dei cibi in maniera sostenibile”. Ha detto la signora Fresco. La scelta delle migliori opzioni per affrontare gli specifici problemi produttivi dei paesi in via di sviluppo dovrebbe essere basata su considerazioni economiche, tecniche, sociali, commerciali e di sicurezza. “La biotecnologia può aggiungere nuove dimensioni agli approcci integrati già esistenti, ma non può sostituirli”.
“Forse le maggiori potenzialità delle biotecnologie non derivano dagli organismi geneticamente modificati (OGM), ma da marcatori genetici, genomici e proteomici che possono integrare le strategie di selettocoltura convenzionali ed aumentarne l’efficacia”
“Vaccini e materiali di propagazione delle piante esenti da virus hanno grandi possibilità. Gli strumenti diagnostici basati sulla biotecnologia possono grandemente aiutare a identificare agenti patogeni virali, fungini e batterici. La ricerca biotecnologica dovrebbe concentrarsi sui problemi principali che si pongono ai paesi in via di sviluppo, quali siccità, erosione e salinizzazione dei suoli. La questione è fare pieno uso delle risorse genetiche mediante la biotecnologia e non quella di soltanto manipolarle” ha aggiunto la signora Fresco. 
“Sono molto preoccupata dal fatto che la ricerca agronomica diviene sempre più specializzata e concentrata esclusivamente sulla pianta o su livelli cellulari. Le pressioni su istituti di ricerca per ottenere finanziamenti esterni possono condurre ad una sopravvalutazione della ricerca riferita alla biotecnologia. Già la percezione delle possibilità di profitto degli OGM ha deviato investimenti dagli approcci sistematici al controllo dei parassiti verso una maggiore dipendenza dalle monocolture: non dobbiamo sottovalutare i possibili costi ambientali ed economici di simili strategie”.
La chiave per riorIentare la ricerca a beneficio dei paesi in via di sviluppo è il finanziamento – ha sottolineato la signora Fresco. “Vorrei fare un appello urgente perché si inverta il declino dei finanziamenti alla ricerca pubblica e si creino incentivi atti a promuovere partenariati tra il settore pubblico e quello privato”.

L’intero discorso della Signora Fresco: http://www.fao.org/ag/magazine/fao-gr.pdf 
Le biotecnologie nell’alimentazione e l’agricoltura: http://www.fao.org/biotech/index.asp?lang=en 

 

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