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di
Paola Franz
Una
delle più terribili pagine della "scienza medica" fu
scritta durante il nazismo. I detenuti dei lager subirono
maltrattamenti perversi, la fatica del lavoro forzato che li portava
alla morte, la fame, tutte le atrocità che conosciamo anche
attraverso testimonianze di persone che hanno vissuto quei momenti e
attraverso filmati, che ci continuano a toccare profondamente in un
dolore sempre nuovo. Oltre a tutto ciò furono utilizzati come cavie
umane.
I medici nazisti attraverso gli esperimenti volevano provare
"scientificamente" la superiorità della razza ariana, per
giustificare la distruzione di intere popolazioni ritenute
"inferiori". Per quest'ultimo fine furono istituiti
esperimenti sulla sterilizzazione di massa che portarono alla morte
migliaia di donne e uomini attraverso terribili tormenti. Ma la
follia ed il sadismo non si arrestarono, furono effettuati
esperimenti al solo fine di annichilire le persone ed umiliarle
all'inverosimile. Anche l'industria si rese complice delle torture
inflitte ai prigionieri, sostenendo economicamente la
sperimentazione di nuovi farmaci. Heinrich Himmler,
l'"architetto del genocidio", uno degli uomini più
potenti della Germania nazista, comandante di tutte le forze di
polizia tedesca, si assunse la completa responsabilità circa la
"ricerca scientifica" su cavie umane e in tal modo diede
un'ulteriore giustificazione alle coscienze di chi effettuò tali
misfatti; Himmler semplificò al massimo le difficoltà burocratiche
in modo da poter accelerare le deportazioni. Nell'assurdità
degli eventi, rimane comunque incredibile l'implicazione di
importanti medici, Istituti di Medicina e industrie farmaceutiche.
I
farmaci contro il tifo dei laboratori I.G. Farben (Bayer) furono
sperimentati su prigionieri di Auschwitz, quelli contro la
tubercolosi a Dachau e a Neuengamme. In quest'ultimo caso furono
utilizzati 20 bambini fra i 5 e i 12 anni che vennero infettati con
il micobatterio della tubercolosi e sottoposti ai più atroci
esperimenti. Vennero trucidati per mascherare le nefandezze che
erano state commesse. Il dottor Kurt Heissmeyer, uno dei principali
responsabili, dopo la guerra si trasferì a Magdeburgo dove fu
reputato un grande luminare degli studi sulla tisi fino alla morte.
Il Rutenol e il preparato Be 1034, prodotti dalla Bayer, furono
sperimentati a Auschwitz, Dachau, Gusen, Lipsia, Sachsenhausen, per curare malattie
infettive, fra le quali l'epatite virale, i cui germi erano stati inseriti preventivamente nelle
vittime. Il dottor Helmuth Vetter pubblicò un lavoro a riguardo
sotto gli auspici della Bayer. I vaccini della IG Farben (Bayer) e
della Berhing contro il tifo esantematico furono
esperimentati a Buckenwald su prigionieri preventivamente infettati.
La Schering Werke inventò e produsse
una sostanza per sterilizzare le donne che venne utilizzato dal
professor Carl Clauberg nei suoi esperimenti di sterilizzazione di
massa.
Furono effettuati anche studi sulla malaria e la dissenteria,
i primi furono effettuati a Dachau e il 90% delle vittime morì a
causa della tossicità dei farmaci mentre solo il 10% per la
malaria, quelli sulla dissenteria vennero effettuati ad Auschwitz e il dottor Josef Mengele effettuò la
vivisezione diretta dei prigionieri. Gli esperimenti a Buchenwald
sulla febbre gialla, che furono effettuati nonostante già esistesse
il vaccino, videro coinvolti illustri medici, fra cui il professor
Eugen Haagen dell'Università di Strasburgo, e il governo
giapponese. Sotto la guida del professor Karl Gebhardt, capo
chirurgo del servizio medico delle SS, a Ravensbruck furono
effettuati esperimenti sui sulfamidici; dato l'interesse prettamente
chirurgico di Gebhardt le ricerche vennero condotte in modo tale da
dimostrare l'inefficacia dei farmaci. Furono torturate soprattutto
prigioniere politiche polacche, ad alcune furono inferte ferite
d'arma da fuoco, ad altre furono praticate ferite negli arti, ed
inserite schegge di legno, frammenti di vetro o entrambi infetti con
colture batteriche, talora legando i vasi sanguigni in modo da
diminuire le difese locali e permettere un miglior sviluppo
batterico. È facimente immaginabile l'incredibile sofferenza delle
sventurate. Gebhardt fece anche altri atroci esperimenti.
Venivano tagliate parti di muscoli, nervi ed ossa e studiato il
processo rigenerativo. Tagliava parti di ossa e le reimpiantava ad
altre prigioniere, arrivò a sostituire clavicola e scapola di una
prigioniera con quelle di un'altra. Furono effettuati innesti
incrociati di osso fra sorelle per verificare la rigenerazione fra
consanguinei. A Buchenwald Hans Eisele dirigeva esperimenti di
vivisezione, Bruno Weber effettuava trasfusioni tra prigionieri di
gruppo sanguigno diverso per studiarne gli effetti mortali, Joachim
Mrugowski sparava proiettili avvelenati, altri distribuivano veleni
negli alimenti e quelli che sopravvivevano venivano uccisi e
sottoposti ad autopsie. Furono studiati gli effetti della
denutrizione in tutti i modi, il professor Heinrich Bering effettuò
uno studio sistematico su prigionieri di guerra russi e ne
documentò tutti i passaggi fino alla morte delle vittime. Hans
Wilhelm Koning sottoponeva donne sane e disabili ad elettroshock
ripetuti ad alto voltaggio. Altri studiavano gli effetti degli
psicofarmaci a dosi elevate.
La Luftwaffe e il Deutsche
Versuchsanstalt fur Luftfahrt (Istituto Tedesco per le Ricerche sul
Volo) commissionarono una serie di esperimenti volti a verificare la
resistenza dei piloti alle grandi altezze, al congelamento in caso
si fossero dovuti paracadutare in mare e alla potabilizzazione
dell'acqua di mare. Per verificare la resistenza umana al rarefarsi
dell'ossigeno ad alta quota, fu portata una camera di decompressione
a Dacau, dove furono valutate le reazioni ad una quota di 12.000
metri ed il tempo di morte. Sempre a Dachau fu costruita una vasca
profonda 2 metri per verificare i tempi necessari alla morte per
congelamento. Furono fatte indossare ai prigionieri vari tipi di
tuta e verificate la temperatura e il tempo impiegato a morire.
Altri prigionieri furono esposti in vario modo ai gas bellici,
fosfogene ed iprite. Gli esperimenti furono condotti a
Struthof-Natzweiler dal professor August Hirt e dal professor Otto
Bickenbach, entrambi dell'Università di Strasburgo e
contemporaneamente a Dachau. Fu spalmato il fosfogene sulle braccia
delle vittime creando prima ustioni profondissime, successivamente
la perdita della vista e infine la morte fra atroci sofferenze. Fu
esperimentata l'urotropina quale antidoto e a tal fine si facevano
entrare in una camera a gas coppie di zingari, di cui solo ad uno
era stato somministrato l'antidoto.
Fra
gli esperimenti più atroci ricordiamo quelli sui gemelli, in cui
Josef Mengele ebbe un'importanza rilevante. Il professor Hermann
Stieve direttore dell'Istituto di Anatomia dell'Università di
Berlino effettuò esperimenti sugli effetti dello stress sul ciclo
mestruale a Ravensbruck e nella prigione di Plotensee. I fratelli
Eduard ed Helmuth Wirths effettuarono esperimenti sulle prigioniere
di Auschwitz; durante una colposcopia quando trovavano qualcosa di
anomalo amputavano tutta la cervice uterina (collo dell'utero) e la
studiavano. La maggior parte delle donne moriva per emorragia.
Gli
esperimenti sulla sterilizzazione di massa furono senz'altro quelli
in cui furono torturate il maggior numero di persone. Per
comprendere il fenomeno basta leggere alcune lettere. Scriveva Adolf
Pokorny, medico plenipotenziario del Reich per il potenziamento del
tedesco ad Himmler: "Se si riuscisse il più rapidamente
possibile a trovare un modo per provocare in un tempo relativamente
breve una sterilizzazione non visibile, avremmo una nuova
formidabile arma. Quante prospettive si schiudono al solo pensiero
che i tre milioni di bolscevichi attualmente soggetti ai tedeschi
possano essere sterilizzati e utilizzati come operai privati della
capacità di riprodursi!" Già dopo la legge sulla
sterilizzazione del 14 aprile 1933 erano stati sterilizzati 400.000
cittadini tedeschi reputati indegni di riprodursi, sottoponendo gli
uomini a vasectomia e le donne a legatura delle tube; ma il costo
era stato troppo elevato (14.000.000 di Reichsmark pari a 5.000.000
di Euro) e proseguire su quella strada parve antieconomico. Quindi
la parola d'ordine fu sterilizzare il maggior numero di persone nel
minor tempo possibile. A tal fine furono inizialmente utilizzate
da Carl Clauberg, insigne specialista nella cura della
sterilità femminile, sostanze irritanti che venivano introdotte
nell'utero proditoriamente durante una normale visita ginecologica.
Fra questi composti uno fu inventato da Johannes Goebel,
rappresentante della Schering Werke. Successivamente uomini e donne
vennero sottoposte ad Auschwitz ad irraggiamento dei genitali con
raggi X. Nel giugno del 1943 Clauberg scrisse ad Himmler una lettera
nella quale assicurava che avrebbe potuto sterilizzare 1.000 donne
al giorno con l'aiuto di 10 assistenti. I risultati furono terribili
e non vi sono parole per descrivere le sofferenze.
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