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Anno 2 Numero 78 Mercoledì 01.10.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

Il legittimo sospetto 

 

di Anna Maria Daniele


L’ istituto del legittimo sospetto ha fatto molto discutere per i motivi per i quali è ritornato alla ribalta, ma, in realtà, nel mondo giuridico ha un suo fondamento. È stato reintrodotto dalla legge n.248 del 7 novembre 2002 
Consiste nella sussistenza di un grave pericolo alla libertà di determinazione del giudice. Il pregiudizio potenziale alla corretta funzione giudiziaria, per rilevare a questo fine, deve essere obiettivamente grave, inevitabile e deve essere radicato nella località in cui il giudice svolge la sua funzione. L’esistenza di tale pregiudizio provoca la c.d. “remissione” del giudice; vale a dire che implica l’attribuzione della competenza ad un giudice diverso da quello cui è stata affidata la decisione della controversia. È questo un provvedimento che deroga ad un principio fondamentale del nostro sistema giudiziario, il principio della “predeterminazione del giudice”. Vi sono, in altre parole, dei criteri astratti e prefissati dalla legge, in base ai quali si valuta se un giudice sia competente o meno per la risoluzione di una controversia. Nessuno, né imputato, né pubblico ministero, quindi, può scegliere o preferire un giudice o un altro per la propria causa. Questo per garantire il corretto funzionamento e l’imparzialità del giudizio. E’ chiaro che, per poter apportare un’eccezione a tale principio, bisogna che si presentino i requisiti, prestabiliti dalla legge. Per precisazione, al legittimo sospetto si aggiunge un altro caso che determina la remissione: le gravi esigenze di ordine pubblico, vale a dire quando la serenità del giudice sia minata da ragioni di sicurezza o incolumità pubblica. 
Qualora, quindi, si presentino questi casi, il giudice, di fronte al quale si svolge il giudizio, può chiedere la remissione. Lo può far anche il pubblico ministero e altresì l’imputato. La decisione è presa sotto forma di ordinanza dalla Corte di Cassazione. Intanto che questa prenda una decisione, il giudice non può decidere la causa. Può però sospendere il processo. La Corte di Cassazione se accoglie la richiesta provvede alla nomina di un altro giudice, in base a parametri anche questi predeterminati dalla legge. Per esempio, se il giudice competente ha sede a Roma, secondo legge, il processo deve essere spostato a Perugia, così se ha sede a Perugina deve essere spostato a Firenze. Il rigetto della richiesta di remissione non preclude alle parti la riproposizione del ricorso per la remissione, basta che sia fondata su elementi nuovi. 
Per concludere, è questo un istituto estremamente importante per evitare che un giudizio sia inquinato per cause di tipo ambientale. Il problema è che molto spesso, e non solo in questo caso e non solo in questo determinato periodo storico, ma da sempre, gli stessi meccanismi vengono utilizzati appunto per ottenere il risultato opposto. Ciò che più confonde è che la capacità di utilizzare mezzi legittimi in modo favorevole alla propria causa, a prescindere dalla giustizia dell’impiego stesso, fa sì che un avvocato sia considerato un “ottimo” avvocato. 

 


 

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