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Anno 2 Numero 77 Mercoledì 24.09.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

Bambini maltrattati 

Ogni anno nel mondo industrializzato quasi 3500 bambini sotto i 15 anni muoiono in seguito a maltrattamenti e abusi fisici

 

di Paola Franz

L’UNICEF ha presentato la quinta Report Card Innocenti dal titolo "Una classifica comparata della mortalità dei bambini per maltrattamenti nei paesi industrializzati", in cui ha richiamato l’attenzione sui maltrattamenti nei confronti dei bambini, fenomeno purtroppo frequente ed esteso e difficilmente studiabile statisticamente in modo preciso. Il rapporto, realizzato dal Centro di Ricerca Innocenti dell’UNICEF di Firenze, si occupa della violenza, degli abusi e dei maltrattamenti contro i bambini, come questioni fondamentali dei diritti umani e richiama l’impegno preso alla Sessione speciale sull’infanzia di proteggerla da ogni forma di violenza, negligenza e abuso. È il primo tentativo di disegnare un quadro complessivo sugli abusi subiti dai bambini nei 27 paesi più ricchi del mondo.

La Report Card Innocenti dell'UNICEF, presentata da Marta Santos Pais, Direttore del Centro di Ricerca Innocenti dell’UNICEF di Firenze, e da Paolo Pinheiro, esperto ONU sulla violenza nei confronti dei minori, raccoglie e mostra dati statistici sugli abusi nei confronti dei bambini in 27 paesi membri dell'OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Si valuta che nei Paesi industrializzati ogni anno quasi 3.500 bambini minori di 15 anni muoiono a causa di abusi fisici e trascuratezza, con una percentuale tre volte superiore per i bambini al di sotto di un anno rispetto a quelli da 1 a 4 anni, che corrono un rischio doppio rispetto ai bambini dai 5 ai 14 anni. Stati Uniti, Messico e Portogallo hanno tassi di mortalità infantile per maltrattamenti 10-15 volte maggiori della media dei paesi in testa alla classifica. Francia, Belgio, Nuova Zelanda, Repubblica Ceca e Ungheria hanno livelli di mortalità 4-6 volte superiori rispetto ai Paesi dove la situazione sembra migliore che sono: Grecia, Irlanda, Italia, Norvegia e Spagna.

Occorre particolare cautela nell’interpretazione dei dati proprio per la natura nascosta del fenomeno, per una difficoltà di definire il concetto di abuso e per la mancanza di omogeneità nel raccogliere informazioni. Il rapporto denuncia la "crescente certezza che le morti di bambini per maltrattamenti siano sottostimate nelle statistiche attualmente disponibili", e mette in relazione le morti dovute ufficialmente a maltrattamenti con quelle dovute a "causa indeterminata". L’UNICEF ha stimato, utilizzando questo criterio, che i tassi di mortalità per alcuni Paesi risultano essere più che doppi rispetto a quelli ufficiali. Fortunatamente questo terribile fenomeno sembra essere in diminuzione nella maggioranza dei paesi industrializzati. Secondo gli autori dello studio “qualunque serio tentativo di affrontare il problema dell'abuso nei confronti dei minori deve essere fondato sulla promozione di una cultura della non violenza nei confronti dei bambini”.

La violenza sui bambini è in stretta relazione con una situazione di “società violenta” complessivamente, nei Paesi dove è alto il numero dei bambini morti per abusi è alto anche per gli adulti il tasso di mortalità dovute ad aggressioni. Un dato importante: l’80% degli abusi sono perpetrati dai genitori naturali. Tra i problemi familiari più gravi che possono portare a queste violenze, vi sono l’abuso di alcool e di droghe. Il rapporto afferma che la violenza sui bambini rappresenta una violazione dei diritti umani anche quando avviene in ambito domestico. Dal punto di vista giuridico solo sette Paesi hanno in vigore delle leggi che vietano esplicitamente punizioni corporali nei confronti dei bambini, e sono: Austria, Danimarca, Finlandia, Germania, Islanda, Norvegia e Svezia.

 


 

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