Agenzia di Stampa

Anno 2 Numero 42 Mercoledì 22.01.03 ore 23.45

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Direttore Responsabile Guido Donati

   

Arbeit Macht Frei

 

 

di Guido Donati

2 novembre 2000, non sono ebreo, ma ritengo importante per tutti visitare i luoghi dove sono avvenute le più terribili nefandezze dell'umanità e per questo motivo mi reco al Koncentrationslager (KL) di Auschwitz (Polonia).  Lungo il perimetro di filo spinato si apre una porta metallica sormontata dalla beffarda scritta: "Arbi it macht frei" cioè  "il lavoro rende liberi". Entro nelle baracche, alcune sono adibite a deposito dei materiali immagazzinati dalle SS e classificati per tipo e per possibile riutilizzo. Borse, valigie, occhiali, scarpe, dentiere, capelli (ne furono trovate sette tonnellate)... Come può una mente umana concepire una tale follia? Altro locale altro orrore  Un susseguirsi di corridoi con le foto dei detenuti tutti rasati a zero, sono uomini, donne, bambini che ti guardano, negli occhi leggi il terrore, quello vero. Quegli sguardi mi ricompaiono spesso nella memoria.

Tutte le foto sono scattate sempre frontalmente e di profilo, sempre con la stessa angolatura, fredde, scientifiche. L'emozione, è difficile trattenerla, anche nel ricordo. Le baracche con le brande dove immagino ammucchiate centinaia di persone, in quel freddo gelido che può arrivare d'inverno a -40 °C e il cui vento polare può raggiungere i 70 Km orari. Come sono sopravvissuti. Mi ricordo il racconto fatto dalla nonna a un mio caro amico "All'alba li facevano spogliare completamente nudi ed ordinare nel piazzale. Facevano l'appello, se mancava qualcuno dovevano tutti rimanere al gelo attendendo il ritrovamento." Le prigioni, piccole talmente basse che si doveva rimanere al buio e accovacciati. L'infermeria e le sale delle sperimentazioni, dove furono effettuati i più atroci esperimenti in nome di una finta scienza, della follia assurta a ideologia e purtroppo di una scienza farmacologica in cui furono coinvolte anche grandi industrie farmaceutiche e famosi medici tedeschi che a dispetto di qualsiasi tipo di etica usarono gli uomini per le sperimentazioni che fino ad allora avevano potuto fare solo sugli animali. Un giro di denaro fra industria privata e governo la cui spietatezza è difficile comprendere.

I forni crematori sui quali sono state apposte per il giorno dei morti decine di lumini, la cui luce ondeggia nella penombra creando un'atmosfera che non è possibile descrivere. È impossibile descrivere lo stato d'animo. Uscendo dal campo si cerca di dimenticare, di cancellare quei volti, non si può accettare l'idea che degli esseri umani abbiano potuto perpetrare tutto ciò e che ci sia stata la connivenza di interi popoli. Poi, nei giorni seguenti, il ricordo diviene più forte e più chiaro di quando eri li presente e la rabbia dell'impotenza ti sale al cervello e vorresti che tutto ciò fosse stato un terribile sogno. E pensi a tutti quei popoli che soffrono ancora oggi per motivi razziali, di fede, di povertà, di fame, di sete....

 

 

 

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