Anno 2 Numero 49 Mercoledì 12.03.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

RUSSIA, È ORA DI AGIRE PER FERMARE LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE



www.amnesty.it 

Dichiarazione congiunta di Amnesty International e Associazione russa dei Centri di crisi “Stop alla violenza”.
La violenza contro le donne è uno dei più diffusi eppure nascosti abusi dei diritti umani. Essa è radicata in una cultura globale di discriminazione che nega alle donne i loro diritti fondamentali. Nessun sistema politico o economico, nessuna cultura può chiamarsi fuori quando permette e giustifica la violenza contro le donne. Negli Stati Uniti d’America una donna viene stuprata ogni sei minuti, in Russia si stima che circa 14.000 donne muoiano ogni anno per violenza domestica, quest’anno in Cina più di 15.000 donne saranno vendute come schiave sessuali. La violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani che non può essere giustificata da alcuna motivazione politica, religiosa o culturale.
I dati forniti dalle organizzazioni femminili non governative mostrano come nella Federazione Russa i diritti delle donne alla vita e alla libertà dalla violenza vengano quotidianamente minacciati tra le mura domestiche, e come sia loro negato il diritto all'integrità fisica, psichica e sessuale: ogni giorno 36.000 donne sono picchiate dai loro mariti o compagni; ogni 40 minuti una donna viene uccisa in episodi di violenza domestica.
“Il numero delle donne che muoiono ogni anno in Russia per mano dei loro mariti o compagni è uguale all’incirca a quello di tutti i soldati morti nei dieci anni di guerra dell’Unione Sovietica in Afghanistan” - ha affermato Natalya Abubikirova, direttrice esecutiva dell’Associazione Russa dei Centri di crisi. “Quella della violenza contro le donne è una questione di importanza nazionale. Il 53% della popolazione russa è costituita da donne e non possiamo tollerare l’indifferenza con la quale la società e lo Stato stanno trattando questo problema. Il nostro obiettivo è di cambiare la cultura di discriminazione contro le donne per poter migliorare la loro situazione”.
All’inizio della sua campagna sui diritti umani nella Federazione Russa, nell’ottobre 2002, Amnesty International ha invitato le autorità di Mosca a introdurre lo specifico reato di violenza domestica nel codice penale, ad avviare corsi di formazione per le persone incaricate di far applicare la legge e ad ammettere l’esistenza del problema della violenza contro le donne – tra cui la violenza domestica e il traffico di donne – e a punirla nelle forme adeguate.
Il diritto internazionale parla chiaro: la violenza contro le donne non deve essere tollerata e i governi hanno il dovere di agire. Il governo russo deve cooperare con l’Associazione Russa dei Centri di crisi, con l’obiettivo di approntare una strategia e un programma d’azione efficaci per porre fine alla violenza contro le donne.
Secondo Amnesty International, “il 2003 dev’essere l’anno in cui le autorità russe faranno concreti passi avanti per proteggere le donne e dimostrare che la violenza domestica non sarà più tollerata”.
Qualcosa si sta muovendo in alcune regioni della Federazione, dove le esponenti dell’Associazione dei Centri di crisi hanno istituito una cooperazione con le strutture governative locali. Le autorità incaricate di far applicare la legge hanno mostrato di volersi impegnare sul fronte della violenza domestica. “Si tratta della strada giusta, ma è necessario che il governo federale faccia molto di più: ad esempio adottare misure, previa consultazione con le organizzazioni non governative, per rendere più efficiente la raccolta di informazioni da parte della polizia sui casi di violenza contro le donne, mettere questi dati a disposizione del pubblico e istituire programmi di formazione per le autorità”.


Sul sito Internet di Amnesty International è possibile sottoscrivere l’appello della campagna “Russia. Giustizia in rosso.” sulla violenza contro le donne all’indirizzo:
http://www.amnesty.it/appelli/

campaign/russia_2002/appello_donne_2003.php3 

 

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