Anno 2 Numero 52 Mercoledì 02.04.03 ore 23.45 |
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Direttore Responsabile Guido Donati |
GUERRA IN IRAQ. AMNESTY INTERNATIONAL CONTRO L’USO DELLE BOMBE A GRAPPOLO: È LA POPOLAZIONE CIVILE A PAGARE IL PREZZO Amnesty International ha espresso profonda preoccupazione per l’alto numero di vittime civili che la guerra in Iraq sta provocando e per il ricorso alle bombe a grappolo nel corso di attacchi militari contro aree densamente popolate. Il 1° aprile almeno 35 civili – tra cui molti bambini – sono stati uccisi ed altri 300 sono rimasti feriti a seguito di un attacco militare lanciato dalle forze statunitensi contro la città di al-Hilla. Amnesty International è sconcertata per le notizie secondo le quali, durante l’attacco, sono state utilizzate bombe a grappolo. "L’uso delle bombe a grappolo ad al-Hilla costituisce un attacco indiscriminato e una grave violazione del diritto internazionale umanitario" – ha accusato l’organizzazione per i diritti umani. "Se gli USA parlano seriamente quando dicono di voler proteggere la popolazione civile, allora devono impegnarsi pubblicamente a sospendere l’uso delle bombe a grappolo. Continuare a usarle significherà causare indiscriminatamente morti e feriti tra la popolazione civile". Secondo le informazioni ricevute da Amnesty International, ad al-Hilla sono state usate bombe a grappolo del tipo BLU97 A/B. Ognuna di esse contiene 202 ordigni – denominati BLU 97 - di dimensioni simili a una lattina da bibita. Le bombe a grappolo si spargono su un’area pari a quella di due campi da calcio. In almeno il 5% dei casi, gli ordigni contenuti al loro interno non esplodono all’impatto al suolo, trasformandosi in mine anti-persona e prolungando nel tempo il rischio di morte per chiunque vi entri in contatto.
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