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Nigeria: l’udienza di appello per il caso di Amina Lawal si terrà il 25 Settembre
www.amnesty.it
Il verdetto del processo d'appello per Amina Lawal, condannata alla lapidazione per avere avuto un figlio fuori del matrimonio, è stato aggiornato al 25 settembre, ha deciso la corte d'appello di Katsina (nord della Nigeria). Il 25 settembre è la data in cui il precedente processo aveva fissato l'esecuzione della donna.
Il Caso
Amina Lawal – una donna musulmana – è stata giudicata colpevole nel marzo 2002 per aver avuto un figlio al di fuori del matrimonio. Secondo i "Codici penali della Sharia", introdotti in Nigeria nel 1999 e in vigore in alcuni Stati del nord del paese, questo è stato sufficiente a condannarla per adulterio e a chiamarla a comparire in giudizio di fronte ad un tribunale della Sharia per rispondere di un "crimine" che ora è punito con la pena di morte per lapidazione.
Amnesty International ritiene che il diritto di Amina Lawal ad una rappresentanza legale, ad un processo giusto e al diritto all’appello al momento siano garantiti. Amina Lawal non è in stato di detenzione e ha un’eccellente rappresentanza legale. È aiutata da una coalizione di gruppi di donne nigeriane e gruppi dei diritti umani, con cui Amnesty International è a stretto contatto.
Purtroppo questo caso è stato rinviato talmente tante volte che molti di coloro che si sono mobilitati per l’annullamento della sua condanna non possono comprendere perché una donna e la sua bambina possano essere trattati così duramente. Questo sta diventando un caso palese di giustizia posticipata, che è giustizia negata.
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la pena di morte in Nigeria
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