Anno 2 Numero 78 Suppl.

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

NUOVO RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULLA FEDERAZIONE RUSSA: LA GIUSTIZIA OFFRE ANCORA SCARSA PROTEZIONE A MOLTE PERSONE

www.amnesty.it

Roma, 2 ottobre 2003 - Lo stato di diritto ha esteso il suo raggio d’azione nella Federazione Russa, ma il modo in cui la legge viene applicata offre ancora scarsa protezione a molte persone. È quanto denunciato oggi da Amnesty International, che ha diffuso un nuovo rapporto dal titolo “Giustizia sommaria: la legge e i diritti umani nella Federazione Russa”. Si tratta del terzo rapporto pubblicato da Amnesty International nel corso della sua campagna mondiale per i diritti umani in Russia, lanciata nell’ottobre 2002.

Diffuso nel corso della campagna elettorale russa e alla vigilia delle elezioni presidenziali nella Repubblica Cecena, il rapporto rappresenta un monito per le autorità di Mosca affinché ricordino che hanno l’obbligo di garantire a chiunque una protezione efficace contro le violazioni dei diritti umani.

“Alla luce delle recenti prestazioni del paese in termini di violazioni dei diritti umani, è particolarmente importante assicurare protezione dalla tortura, dai processi iniqui, dalle uccisioni illegali, dagli arresti arbitrari e dalla discriminazione e che ognuno abbia accesso a efficaci forme di ricorso nel caso in cui i suoi diritti siano stati violati. Alcuni gruppi sono particolarmente esclusi dalla protezione della legge, come le minoranze etniche, le donne, i bambini e i detenuti” – si legge nel rapporto di Amnesty International.

Lo studio dell’organizzazione per i diritti umani illustra fino a che punto, a dodici anni di distanza dalla nascita della Federazione Russa come Stato sovrano, i cambiamenti legislativi abbiano offerto alla popolazione rapide, eque ed efficaci forme di ricorso contro le violazioni dei diritti umani. Il rapporto esamina in particolare la situazione di alcuni gruppi vulnerabili e raccomanda una serie di provvedimenti la cui attuazione potrebbe migliorare radicalmente la protezione dei diritti umani nel paese. Vengono messe in luce le importanti riforme approvate, quali l’estensione dell’operato dei tribunali e l’introduzione di un nuovo codice di procedura penale, che nei primi tre mesi di applicazione ha favorito il rilascio di un impressionante numero di persone arrestate senza valide ragioni. Allo stesso tempo, il rapporto denuncia le preoccupazioni di Amnesty International per le violazioni dei diritti umani e il cattivo funzionamento dei meccanismi di ricorso per le vittime:
 la propiska – il sistema di registrazione della residenza in vigore a Mosca e in altri centri della Federazione Russa - limita la libertà di movimento, violando in questo modo gli obblighi in materia di diritti umani che costituiscono parte integrante della legislazione nazionale. Questo sistema è causa di gravi violazioni dei diritti umani, come la deportazione sommaria di appartenenti alle minoranze etniche, senza possibilità di accesso alla difesa o ad altri diritti procedurali. Amnesty International nota con forte rammarico che il presidente Putin non ha finora voluto applicare i poteri di cui dispone per contrastare questa pratica illegale.
 La Legge per combattere il terrorismo del 1998 esonera dalla responsabilità chi ha preso parte a operazioni “anti-terrorismo”, anche se ha violato i diritti umani, e impedisce il ricorso alla giustizia alle persone che lamentano di aver subito violazioni dei diritti umani.
 I bambini disabili mentali sono internati in istituti statali semplicemente a causa della loro disabilità e non perché costituiscano una minaccia nei propri confronti o della società. Le procedure usate per rinchiuderli in queste istituzioni sono prive di ogni garanzia contro gli errori.
 I prigionieri condannati all’ergastolo sono tenuti in condizioni di quasi totale isolamento che costituiscono una crudeltà, vietata dalle norme internazionali relative al trattamento delle persone in stato di detenzione.

“I bambini disabili mentali nella Federazione Russa sono privati del loro diritto alla libertà, all’educazione e a una vita familiare. Sono obbligati a vivere un’esistenza profondamente priva di senso in istituti le cui condizioni non rispettano la dignità dell’essere umano. Chiediamo alla Federazione Russa di adottare una legge il cui obiettivo principale sia l’interesse primario dei bambini affetti da disabilità mentale” – si legge nel rapporto di Amnesty International.

L’organizzazione chiede inoltre una revisione di tutte le condanne all’ergastolo emesse sulla base del vecchio codice di procedura penale, ampiamente riconosciuto come ingiusto: “Le condizioni in cui versano i condannati all’ergastolo violano il diritto ad essere trattati con umanità e a non essere sottoposti a torture o ad altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti”. 

La popolazione civile nella Repubblica Cecena costituisce il più ampio gruppo privato dei fondamentali diritti umani, da parte sia delle forze federali che dei combattenti ceceni: il diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza, al rispetto per la vita privata e familiare, la protezione dei beni personali e la libertà di espressione. I ceceni non sono protetti dalla discriminazione e dalla tortura e le autorità federali non mettono a loro disposizione procedure eque e rimedi efficaci a livello nazionale.

“Dal 1991 la Federazione Russa ha accettato le norme internazionali sui diritti umani che danno alle persone i cui diritti sono violati la possibilità di accedere a nuove forme di ricorso, a livello nazionale e internazionale. L’esperienza dimostra che questi rimedi sono efficaci solo quando sono sostenuti dalla comunità internazionale” – afferma Amnesty International.

Le raccomandazioni di Amnesty International alle autorità della Federazione Russa comprendono:
 cessare di estradare persone verso paesi dove rischiano la pena di morte, la tortura o processi irregolari;
 rendere pubblici tutti i rapporti del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e attuare le sue raccomandazioni;
 aprire indagini imparziali ed esaurienti sulle denunce di crimini di guerra commessi nella Repubblica Cecena e assicurare alla giustizia i responsabili, nel rispetto delle norme internazionali in materia di diritti umani;
 inserire la questione dell’internamento dei bambini nelle istituzioni all’interno del nuovo Sistema di giustizia minorile, con la possibilità di revisioni regolari e periodiche;
 ratificare il Protocollo n. 12 della Convenzione europea sui diritti umani che sancisce la proibizione generale della discriminazione;
 abolire la pena di morte in tempo di guerra così come in tempo di pace.


Il rapporto “Giustizia sommaria: la legge e i diritti umani nella Federazione Russa” è disponibile su www.amnesty.org  

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