Anno 2 Numero 66 Mercoledì 09.07.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

AMNESTY INTERNATIONAL AL PRESIDENTE BUSH IN UGANDA: “DEVE CONSIDERARE LA SITUAZIONE DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO”


www.amnesty.it  

Roma, 10 luglio 2003 - Mentre compie la sua visita inaugurale in Uganda, Amnesty International si rivolge al presidente degli Usa, George W. Bush, affinché supporti l’istituzione di una forza militare internazionale forte, realmente in grado di proteggere i civili nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).

Il presidente Bush deve inoltre insistere affinché l’Uganda ponga fine a tutte le forme di supporto ai gruppi armati nella parte orientale della Rdc, noti per aver compiuto abusi dei diritti umani.

Il conflitto nelle Rdc – un conflitto che è stato condotto, in parte, con l’istigazione dell’Uganda – ha avuto finora un costo elevato in termini di vite umane, di più di tre milioni di congolesi, in particolare nella zona orientale del paese.

Quattro anni fa, più o meno in questi giorni, i protagonisti del conflitto nella Rdc concordarono un cessate il fuoco a Lusaka, in Zambia. Un mese dopo fu dispiegata una missione militare dell’Onu, Monuc (Osservatori delle Nazioni Unite per il cessate il fuoco) per monitorare l’adempimento degli accordi. 

“Gli sforzi fatti dai belligeranti a Lusaka nel luglio 1999 per proteggere i diritti umani e per far cessare tutti gli atti di violenza contro i civili sono stati completamente vanificati. Gli anni seguenti non hanno portato nulla se non dolore per la popolazione civile della Rdc, soprattutto nell’area orientale del paese. I civili nella regione hanno sofferto una serie di atrocità, incluse uccisioni di massa, torture e stupri” ha dichiarato Amnesty International. “Soltanto con un mandato ristretto e senza il personale o le risorse che occorrevano per fermare le uccisioni, il Monuc è stato per lo più relegato alla mera osservazione di questa crudeltà”.

Il mandato del Monuc è attualmente sotto la revisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il 7 luglio, l’ambasciatore Usa presso le Nazioni Unite, Richard S. Williamson, ha detto al Consiglio di Sicurezza che “la comunità internazionale è stata troppo lenta e troppo esitante nel rispondere agli atroci crimini” commessi nel corso del conflitto.

Amnesty International chiede al governo degli Usa di usare la sua influenza di membro permanente del Consiglio di Sicurezza per:
- assegnare completamente alle truppe del Monuc il dovere di proteggere i civili e dotare la missione di un numero maggiore di truppe, di risorse e di equipaggiamenti di cui necessita per compiere il suo mandato, con particolare riguardo alla protezione dei civili;
- espandere il dispiegamento geografico del Monuc affinché possa rivestire un ruolo efficace nella protezione dei civili in tutta la regione orientale della Rdc;
- istituire un gruppo di investigatori per i diritti umani del Monuc per documentare e riferire pubblicamente sulle violazioni dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario internazionale nella Rdc, in vista di un futuro processo ai responsabili.

Amnesty International chiede inoltre al presidente Bush, nel suo incontro con il presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni, di premere sul governo ugandese affinché ponga fine a tutti gli aiuti militari ai gruppi armati nella Rdc orientale, cooperi pienamente con tutte le indagini internazionali sulle violazioni dei diritti umani commesse nel corso del conflitto e porti davanti alla giustizia il personale armato ugandese o altri che nel territorio ugandese siano sospettati di aver commesso violazioni dei diritti umani nella Rdc.


Ulteriori informazioni

L’accordo di cessate il fuoco di Lusaka è stato firmato il 10 luglio 1999. 

Fino ad oggi, sia l’Uganda che il Ruanda, altro principale protagonista del conflitto, hanno beneficiato dell’atteggiamento indulgente degli Usa rispetto al loro coinvolgimento nella Rdc, che ha incluso violazioni di massa dei diritti umani sia da parte delle loro forze armate sia da parte dei gruppi politici armati che essi hanno creato ed armato. Le forze armate dei governi di Uganda e Ruanda si sono in gran parte ritirate dalla Rdc, sebbene entrambi i paesi continuino ad alimentare il conflitto nell’est con la loro guida e il supporto alla moltitudine di gruppi politici armati. 

Nel maggio 2003, a seguito di una serie di uccisioni per motivi etnici nella regione Ituri nel nord-est della Rdc, alcune delle quali hanno avuto luogo sotto gli occhi delle truppe del Monuc, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha autorizzato la spedizione di una Forza multinazionale di emergenza (Iefm), sotto il comando francese, a Bunia, la città principale dell’Ituri. La Iemf si ritirerà il 1 settembre, dopo che una forza armata allargata del Monuc assumerà il compito di provvedere alla sicurezza nella regione. 


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