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COMMENTO DI MARCO BERTOTTO, PRESIDENTE DELLA SEZIONE ITALIANA DI AMNESTY
INTERNATIONAL, SULLE DICHIARAZIONI DELL’AMBASCIATRICE DI SIRIA A ROMA PER IL CASO AL-SAKHRI
www.amnesty.it
Roma, 10 luglio 2003 - Con riferimento alle dichiarazioni dell’Ambasciatrice di Siria a Roma, Nabira Chaalan, convocata oggi al Ministero degli Affari esteri, secondo cui Muhammad Sa’id al-Sakhri sarebbe detenuto in “condizioni normali”, Amnesty International ricorda che da oltre sette mesi al-Sakhri è incarcerato in violazione del diritto internazionale.
“’Le condizioni normali’ di detenzione, come le avrebbe definite l’ambasciatrice secondo una nota informativa della Farnesina, sono forse considerate come tali in Siria, dove spesso gli oppositori politici non possono incontrare la famiglia, gli avvocati, i medici, non sono sottoposti ad alcun processo e sono effettivamente a rischio di tortura e di morte in carcere” ha dichiarato Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. “Ma non sono normali in base a quanto dispone il diritto internazionale. Il governo siriano deve ristabilire i diritti del signor al-Sakhri e di tutti i detenuti ‘scomparsi’ nelle proprie carceri. Continuiamo a sottolineare che il governo italiano è responsabile di quanto sta accadendo ad al-Sakhri per aver respinto lui e la sua famiglia dall’Italia, violando le convenzioni internazionali per i rifugiati, contro la tortura e contro la pena di morte”.
L’appello di Amnesty International ai ministri degli Affari Esteri e dell’Interno in favore della famiglia al-Sakhri è disponibile sul sito Internet all’indirizzo:
http://www.amnesty.it/campaign/diritti_in_europa/appello_siria.php3
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