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RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULLA BOSNIA
ERZEGOVINA: È IL MOMENTO DI PORRE FINE ALL’IMPUNITÀ PER LE “SPARIZIONI”
www.amnesty.it
Le autorità della Bosnia e la comunità internazionale devono adottare misure immediate per affrontare l’enorme numero di casi irrisolti di ‘sparizioni’: lo ha dichiarato oggi Amnesty International, rendendo pubblico un nuovo rapporto sul continuo e devastante impatto di questa grave violazione dei diritti umani.
Si stima che, dopo la fine della guerra, la sorte di oltre 17.000 persone rimanga avvolta dal mistero. Molte di esse sono ‘scomparse’ dopo essere state viste per l’ultima volta nelle mani delle varie forze armate e si teme siano morte.
In questi anni sono stati fatti straordinari progressi nel riconoscimento delle persone “scomparse” attraverso il processo di esumazione e identificazione dei corpi. La Bosnia vanta infatti uno dei più sofisticati sistemi di analisi del Dna nel mondo.
“Ora è necessario che le autorità del paese introducano una nuova legislazione, che renda la ‘sparizione’ un crimine e consenta finalmente di perseguirne gli autori” - ha affermato Paolo Pignocchi, responsabile del Coordinamento Europa orientale di Amnesty International, aggiungendo che la revisione in corso della legislazione penale costituisce un’opportunità ideale per prendere questi provvedimenti.
È arrivato il momento di onorare le vittime delle “sparizioni”, mettendo sotto inchiesta e perseguendo penalmente i responsabili e concedendo risarcimenti ai parenti e alle persone rimaste prive di mezzi che ancora non sono in grado di rifarsi una vita. Inoltre è necessario che, per favorire la riconciliazione e rimarginare le ferite ancora aperte, la gente conosca la vera storia di queste violazioni, che continuano a tormentare e dividere la società bosniaca.
Amnesty International ha ribadito la propria richiesta alla comunità internazionale, in particolare alla Missione di polizia dell’Unione Europea (EUPM) recentemente insediatasi in Bosnia, di attuare sul serio il dichiarato impegno in favore dei diritti umani e di incoraggiare e supervisionare le indagini della polizia sulle ‘sparizioni’ in modo da fornire una solida base per procedimenti giudiziari efficaci ed imparziali.
Secondo l’organizzazione per i diritti umani, quei pochi risultati sin qui ottenuti potranno essere pregiudicati se non si agirà immediatamente. In quella manciata di casi in cui sono state aperte inchieste su casi di ‘sparizione’, ciò è stato dovuto alla tenacia dei parenti e degli amici delle vittime e alla professionalità e al coraggio di qualche ispettore di polizia o magistrato.
“C’è evidente bisogno di un monitoraggio a lungo termine e dell’opera di osservatori sui diritti umani impegnati e competenti all’interno della comunità internazionale. Se la loro azione sarà ulteriormente indebolita, non resterà speranza per i molti casi irrisolti” - ha detto Pignocchi. “È indispensabile che le autorità bosniache, a tutti i livelli, e la comunità internazionale elaborino ed attuino una strategia complessiva per affrontare queste violazioni dei diritti umani.”
Oltre a portare una giustizia da lungo tempo attesa per tutte le vittime, i procedimenti giudiziari su specifici casi di ‘sparizione’ costituiranno la cartina di tornasole del complesso, lento e costoso processo di riforma del sistema giudiziario e degli organismi responsabili dell’applicazione della legge. Queste riforme hanno costituito una priorità elevatissima per la comunità internazionale negli ultimi anni, in particolare in vista della prevista chiusura, nel 2008, del Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia.
“Un sistema giudiziario dev’essere in grado di riparare alle violazioni dei diritti umani, ‘sparizioni’ comprese” - ha aggiunto Pignocchi. “Altrimenti, per quanto le sue regole e le sue strutture siano state ammodernate e riorganizzate con ampio dispendio di soldi, dal punto di vista degli esseri umani i cui diritti sono stati violati si tratterà solo della dimostrazione del trionfo dell’apparenza sulla sostanza.”
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