Anno 2 Numero 66 Mercoledì 09.07.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

LA UE STANZIA I FONDI PER LA RICERCA CON GLI EMBRIONI UMANI SOVRANNUMERARI 

IN ITALIA QUESTI SOLDI NON ARRIVERANNO MAI, MA PER FORTUNA CHE C'E' LA UE E
ALTRI PAESI CATTOLICISSIMI CHE LI USERANNO


www.aduc.it 

Firenze, 9 Luglio 2003. La Commissione Ue ha approvato lo stanziamento di fondi per la ricerca con gli embrioni umani sovrannumerari (cioe' quelli "avanzati" dalle tecniche di fecondazione in vitro). E' stata accetta la proposta del commissario alla ricerca Philippe Busquin, che chiedeva la sospensione della moratoria. Nonostante le pressioni dell'Italia, dell'Irlanda e della Germania, questo assurdo blocco e' stato rimosso, ed ora ogni Paese, le cui legislazioni nazionali lo consentono, potra' usare questi fondi per la ricerca sulla cosiddetta clonazione umana terapeutica, cioe' la produzione di cellule staminali dalla clonazione di embrioni umani per il loro uso in quella medicina rigenerativa che dovrebbe servire a curare malattie come il diabete, l'Alzheimer e il Parkinson. Questo mentre il Parlamento italiano si appresta a licenziare la legge sulla fecondazione assistita in cui e' previsto il totale divieto di questo tipo di ricerca, e in una situazione attuale di vuoto legislativo in cui ogni ricerca genetica e' inibita grazie ad un'ordinanza del ministero della Salute. Bene: l'Italia, in materia, e' questa e si appresta a diventare anche peggio. Mentre altri Paesi cattolicissimi, come la Spagna e il Portogallo, stanno per approvare leggi che prevedono proprio la ricerca con gli embrioni sovrannumerari. E per questo useranno i fondi dell'Ue e i loro scienziati se ne avvantaggeranno non essendo costretti ad andare in Paesi come la Gran Bretagna, il Belgio, la Svezia o extra-Ue. Speriamo che lo faranno anche con gli scienziati italiani che daranno loro una mano. Mentre noi, ai primi segni di fattibilita', non potremo che organizzarci per un turismo sanitario, confortati anche dal fatto che, molto probabilmente, le cure negli altri Paesi Ue saranno pagate dal sistema sanitario nazionale. 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc


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