Anno 2 Numero 60 Mercoledì 28.05.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

OTTO PER MILLE: L'ASSURDO OBBLIGO DI FINANZIARE LA RELIGIONE DEGLI ALTRI

CIO' CHE TRASFORMA UNO STATO IN UNA ENTITA' CONFESSIONALE. COME E DOVE INFORMARSI PER CERCARE DI FARSI MENO MALE

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Firenze, 24 maggio 2003. E' proprio in questo periodo che ci approntiamo a farci prelevare dai soldi che dobbiamo al Fisco con la denuncia dei redditi, anche quell'otto per mille con cui siamo obbligati a finanziare le religioni che godono delle prebende dello Stato. Il meccanismo e' noto. Possiamo scegliere fra sette concorrenti: ufficialmente sei confessioni religiose e lo Stato (non religioso), ma e' bene ricordare che, per esempio, dei soldi incamerati dallo Stato, mediamente piu' del 30% va a finire alla Chiesa Cattolica (!). E se non volessimo dare questi soldi ad alcuno di questi sette concorrenti? Siamo liberi di non indicare nulla sulla denuncia dei redditi, ma la non-indicazione verra' utilizzata per distribuire il nostro otto per mille nella proporzione generale con cui verranno assegnati i contributi cosi' come scelto da chi ha dato l'indicazione. Per esempio: se non vogliamo finanziare alcuno, siccome mediamente coloro che indicano lo fanno all'80% per la Chiesa Cattolica, anche l'80% del nostro otto per mille finira' nella casse di questa confessione. Non ci sembra quindi di essere estremisti nel considerare che lo Stato a cui versiamo le tasse sia a tutti gli effetti confessionale, perche' non agevola la liberta' di culto in termini fiscali (come, per esempio fa in altri settori con aliquote fiscali e/o Iva agevolate), ma obbliga tutti i contribuenti a pagare le religioni che sono state riconosciute degne di avere questi contributi. Per chi organizza una religione e' un aspetto interessante e coinvolgente, tant'e' che la lista d'attesa per allungare la pletora dei beneficiari, e' affollata (per esempio, dal 2000 sono sempre li' li' per entrarvi l'Unione Buddista Italiana e la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, ma -forse- non sono ancora ben accetti dalle altre confessioni "ufficiali" che dovrebbero rinunciare ad una fetta di denaro in valori assoluti). Di fronte a questo obbligo granitico e' bene che ogni contribuente si informi il piu' possibile, si' da farsi meno male possibile. Con un pero'. Che le informazioni sull'uso di questi fondi da parte delle varie confessioni non sono il massimo della chiarezza e trasparenza (quando ci sono -e dovrebbero obbligatoriamente esserci per legge- perche' non tutti mettono a disposizione questi dati). Alla bisogna abbiamo approntato ampia documentazione sul nostro portale in Internet. Raccogliendo per diversi anni quanto siamo riusciti a trovare e reperire (grazie alla faraonica impresa della nostra collaboratrice Annapaola Laldi), ricordando anche chi -interpellato- non ci ha fornito alcuna informazione. L'indirizzo e' il seguente: http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=60830  Notizie, tabelle, dati, numeri, percentuali. Comprensibili anche grazie a sintetici schemi, ma articolati in modo che chi, oltre a volersi fare un' idea, si voglia render conto dell'assurdita' di questo obbligo confessionale, abbia tutti gli strumenti a disposizione .. quelli che ci sono, ovviamente.


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