Anno 2 Numero 61 Mercoledì 04.06.03 ore 23.45 |
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Direttore Responsabile Guido Donati |
CLONAZIONE TERAPEUTICA: LA SPERANZA RIMANE GRAZIE ALL'EUROPA Firenze, 3 Giugno 2003. Il Consiglio d'Europa ha approvato una direttiva in cui stabilisce la qualita' e la sicurezza per i trapianti di cellule e tessuti. Si tratta di un accordo che consentira' ad ogni Stato di comportarsi come crede nelle tecniche di clonazione terapeutica. I ministri dei Quindici hanno quindi respinto la richiesta del Parlamento Europeo che voleva un divieto dell'uso degli embrioni clonati, nonche' il tentativo di Italia e Irlanda sempre in questo senso. Il nostro Paese ha chiesto che fosse messa a verbale questa sua posizione ed ha votato insieme agli altri il documento finale, che, per l'appunto, non entra nel merito. I trapianti di cellule e tessuti sono uno dei principali campi di espansione della medicina, dando non poche speranze per la cura di malattie come il diabete, il Parkinson, l'Alzheimer e la Sla. E le potenzialita' sembrano essere maggiori con l'uso di embrioni clonati. Con questa direttiva le strade sono quindi aperte. Soprattutto non potranno essere osteggiati gli esperimenti gia' partiti in Gran Bretagna, gia' legali in Belgio e in alcune comunidad della Spagna. E c'e' da ricordare come proprio questo Paese, partito insieme a Italia e Irlanda contro la clonazione terapeutica, si sia poi fermato per strada in questa crociata oscurantista. In Italia non ci sono dubbi. Sia per la posizione presa dal nostro Paese in questa specifica vicenda e sia per la legge (si tratta di un capitolo di quella sulla procreazione assistita) gia' approvata l'anno scorso alla Camera e la cui discussione in Senato prosegue: di clonazione terapeutica non se ne parla neanche. Il fronte trasversale contrario e' molto ampio e, soprattutto, quelli che a parole dicono di essere invece favorevoli (sia nello schieramento di Governo che di opposizione), brillano per la loro assenza nello stimolare il confronto, l'informazione e la conoscenza. Non e' un nuovo atteggiamento nel nostro Paese: nel nome degli equilibri politici della propria fazione si e' disposti a passare come dei carri armati sopra qualunque istanza umana e sanitaria. Per fortuna che abbiamo l'Europa, quindi. E per fortuna, almeno per ora, si sta andando verso un'armonizzazione delle norme sanitarie tale che consentira' ad ogni paziente di farsi curare, a spese del servizio sanitario di appartenenza, dove lo riterra' piu' opportuno. Un turismo sanitario che, noi per primi, quando dalla fase della sperimentazione si sara' passati a quella operativa, saremo i primi a stimolare e promuovere.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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