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ONU: denuncia contro la
politica contraria ai metodi anticoncezionali degli Stati Uniti
di Paola Franz
Durante una conferenza
delle Nazioni Unite è stata criticata la politica del Governo americano
contraria ai metodi anticoncezionali e all'aborto. La posizione degli USA
mette a rischio gli accordi internazionali sullo sviluppo delle
popolazioni. In un comunicato Terri Bartlett, Vice Presidente del Public Policy and Strategic Initiatives
Population Action International (PAI), ha affermato che l'impatto di
queste scelte, se verranno mandate avanti, sarà terribile e ingiusto sia
per le donne sia per le famiglie.
Dure critiche anche dai gruppi umanitari
e da rappresentanti di 30 Paesi asiatici, che erano presenti alla
conferenza. Già da un decennio membri delle Nazioni Unite, lavoravano a
un accordo internazionale per la pianificazione familiare e per la
prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse, soprattutto per evitare
il rischio di contagio da
HIV e le gravidanze indesiderate. L'accordo era
pronto per essere firmato, ma gli Stati Uniti si sono opposti ad alcuni
punti che implicavano un sostegno ai metodi anticoncezionali e all'aborto.
Il Governo conta sull'appoggio dei gruppi evangelici, contrari ai metodi
anticoncezionali e all'aborto, e che ritengono che il miglior modo per
evitare le malattie sessualmente trasmesse e pianificare la famiglia, sia
l'astinenza e la castità. Il Governo di Washington chiede che si tolgano
dal testo le parti che riguardano l'appoggio sanitario per i problemi
delle donne che abbiano praticato aborti clandestini, e contestano le
frasi dove si insiste sull'uso costante dei profilattici per ridurre il
rischio di
AIDS.
Thoraya Ahmed Obaid Direttore Esecutivo dell'United Nations Population Fund (UNFPA),
ha spiegato che il Programma per le popolazioni e lo sviluppo non implica
alcun appoggio all'aborto e non viene mai menzionato quest'ultimo come
metodo di pianificazione familiare. La frase "servizio di salute
riproduttiva" non si riferisce in alcun modo all'aborto. Lo
statunitense Arthur Eugene Dewey, Assistant Secretary of State for Population, Refugees and Migration,
ha difeso la posizione del Governo affermando che gli sforzi degli Stati
Uniti, volti a portare a buon fine gli accordi internazionali su tale tale
argomento, continueranno e continueranno anche ad apportare fondi all'ONU
per finanziare i programmi di pianificazione familiare e la lotta contro
l'AIDS. Secondo Dewey c'è stata una cattiva interpretazione delle volontà
del suo Governo impiantata da una campagna di disinformazione.
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