Anno 2 Numero 69 suppl.

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

Riperimetrazione del Parco Nazionale del Pollino

Il Presidente Fino boccia le proposte finora avanzate: “Mettono in discussione 
l’idea parco”. Intanto sette comuni sono interessati ad entrare nell’area protetta.

Rotonda, 31 luglio 2003 - “I comuni di Altomonte, Castroregio, Nocara, Oriolo, in provincia di Cosenza e Colobraro, Rotondella e Tursi, in provincia di Matera, che hanno dichiarato l’interesse ad essere inclusi nel Parco Nazionale del Pollino, devono partecipare alla discussione in atto nella Comunità del Parco sull’ipotesi di dare vita a una nuova perimetrazione del territorio protetto, anche in considerazione della stesura del Piano per il Parco e del Piano Pluriennale Economico e Sociale”.

A chiederlo è il Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Pollino, on. Francesco Fino, che ha invitato la Comunità del Parco a “porre l’attenzione sulle proposte di inclusione nel perimetro del Parco di territori, oggi esclusi, di significativa valenza antropica e ambientale nonché di individuare le potenziali aree contigue, così come previsto dalla legge quadro sui parchi (394/91)”.

A giudizio del presidente Fino “le richieste di riperimetrazione formulate fino a questo momento ridisegnano un territorio sostanzialmente diverso innanzitutto a causa di una drastica diminuzione della superficie. E’ da aggiungere – ha scritto Fino ai componenti la Comunità del Parco – che lo stravolgimento del sistema dell’area protetta riguarda non solo un punto di vista strettamente quantitativo; la sommatoria delle singole proposte di riperimetrazione dei singoli comuni, non guidata da una visione complessiva e organica del sistema ha provocato – ha scritto Fino – una serie di richieste che mettono in discussione l’idea stessa del Parco. Quindi, la proposta complessiva discussa dalla Comunità del Parco nella seduta del 7 luglio scorso (già bocciata dalla stessa Comunità), non potrà avere alcun seguito per quanto di competenza dell’Ente Parco’’.

Secondo Fino “le richieste di riperimetrazione avanzate da alcuni Comuni, riguardano solo ipotesi di esclusione di aree dal Parco e conseguenti arretramenti del perimetro. Poche sono le richieste di allargamento che riguardano, comunque ridotte porzioni di territorio (alcuni centri urbani, qualche area o sistema montano)”. Secondo Fino, “la morfologia del territorio conseguente ad una complessiva proposta di modifica così come presentata configurerebbe un’area Parco dai contorni particolarmente contorti, con estesi prolungamenti e improvvisi arretramenti provocando un sensibile aumento quantitativo del perimetro. Non si può accettare – ha concluso Fino – la completa esclusione dal Parco di interi comuni e nuove entrate di altri comuni se troppo ridotte in termini dimensionali”. Analoghe considerazioni valgono per le richieste di esclusione o di inclusione di porzioni di territori, fatti salvi, invece, i centri urbani. Escludere territori d’interesse ambientale a vantaggio dei soli centri urbani nuocerebbe oltre che all’idea di Parco anche agli interessi delle comunità che risulterebbero così penalizzate nella possibilità di intercettare nuovi flussi finanziari.


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