Anno 2 Numero 69 suppl.

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

 

Premio per tesi di laurea sul Parco: premiati i vincitori

5 agosto 2003 - Si è svolta questa mattina, presso la sede del Parco a Feltre, la cerimonia di premiazione dei vincitori del premio per tesi di laurea sul Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.
L’edizione di quest’anno del premio ha confermato il crescente interesse di Università e ricercatori nei confronti del Parco.
Ad oggi sono quasi 60 le tesi di laurea condotte sul Parco e 14 quelle che hanno partecipato all’ultima edizione del premio.
I vincitori di quest’anno sono il dottor Raffaele Mezzomo, con una tesi su “Turismo montano e sostenibilità: il caso del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi”; la dottoressa Barbara Foggiato, che ha condotto “indagini demoecologiche sul Muflone nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi”; la dottoressa Stefania Grillo, autrice di una tesi sui “Parchi naturali e tutela dell’ambiente” e la dottoressa Cristina del Vesco, che ha studiato gli “aspetti vegetazionali e strutturali di alcuni fenomeno di ricolonizzazione forestale sulle pendici orientali del monte Serva”.


Questi i riassunti dei 4 lavori premiati
Raffaele Mezzomo "Turismo montano e sostenibilità: il caso del Parco Nazionale delle
Dolomiti Bellunesi".
Il lavoro cerca di collegare il fenomeno del turismo con le questioni relative allo sviluppo sostenibile, dapprima attraverso un excursus teorico che prende in considerazione i principali contributi espressi dalla letteratura specifica, poi attraverso l'applicazione concreta di tali concetti al caso del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
Dal confronto tra i requisite teorici del turismo sostenibile e l'analisi del territorio della zona del PNDB abbiamo concretamente ipotizzato un certo tempo di turismo rurale sostenibile nel Parco, che in futuro potrebbe trasformarsi da utopia a realtà.
L'analisi successiva ha riguardato il contesto competitivo ed ha portato a conclusioni
interessanti.
Dallo studio dell'attuale domanda turistica, ossia dalle tendenze in atto del comportamento dei consumatori, si è notato come non manchino indicatori importanti da sfruttare: la sempre crescente richiesta di "verde" da parte di turiste stanchi ed impoveriti dai ritmi frenetici delle città, un ritrovato "desiderio di cultura" nelle vacanze di una larga fetta di popolazione, la perdita di fascino della destinazione turistica tradizionale, tipicamente monotematica (sole, spiagge, sci, ecc... ), l'esplosione di nicchie di mercato legate allo sport, alla natura, alla gastronomia.
Dal lato dell'offerta, tuttavia, a fronte di una domanda sempre crescente, si è notato come le destinazione turistiche "rurali" en Italia siano una realtà poco sviluppata, disorganica e localizzata in poche zone.
Proprio l'incapacità di soddisfare le esigenze di questo "turista nuovo", da parte di molte mete turistiche tradizionale, costituisce ai nostri occhi la premessa naturale per ipotizzare una nuova destinazione turistica legata al nostro territorio. In questo contesto la sostenibilità ovviamente avrà un ruolo centrale, ma non verrà considerata una fonte di impedimenti coercitivi quanto una nuova opportunità di sviluppo da valorizzare.

L'elaborato quindi prende in rassegna le principali direzioni nelle quali si reputa necessario intervenire per poter garantire una solida base strutturale ad un sistema turistico nel Parco, mettendo al centro del modello proprio l'Ente Parco, ritenuto il soggetto giuridico più idoneo (in collaborazione con gli altri enti territoriali) a promuovere, incentivare, informare, educare popolazione e produttori all'economia sostenibile, nonchè a promuovere il territorio all'esterno.
Pertanto il sistema turistico in questione non ē stato immaginato come entità artificiale studiata ad uso e consumo del turista, ma come naturale apertura all'esterno conseguente ad un'adeguata valorizzazione del territorio, nelle sue caratterizzazioni naturali, culturali, tradizionali, e soprattutto nelle pr-oduzioni e nei processi eco - compatibili. Tutto questo sempre nel segno di una stretta condivisione con la popolazione residente, soggetto da rendere protagonista e non spettatore passivo del fenomeno turistico.

Cristina del Vesco, “Aspetti vegetazionali e strutturali di alcuni fenomeni di ricolonizzazione forestale sulle pendici orientali del monte Serva”
Questo lavoro di tesi ha studiato alcuni fenomeni di ricolonizzazione forestale, seguiti alla cessazione di ogni attività alpicolturale e forestale, in un'area situata sulle pendici orientali del Monte Serva, nel territorio del Comune di Ponte nelle Alpi (BL). E' stata rilevata la presenza di due associazioni prative: un aspetto più primitivo, classificato come Bromo-Stipetum eriocaulis, la cui evoluzione è ostacolata dai fattori stazionali, uno più evoluto classificato come Avenulo praeustae-Brometum erecti, che ha invece carattere secondario e, venendo a mancare l'intervento antropico, tende ad evolvere verso il bosco termofilo; si è inoltre evidenziata una consistente presenza di specie di Erico-Pinetea ad indicare una situazione di aridità edafica. Il contingente arboreo ē stato inquadrato, dal punto di vista tipologico, come uno stadio di transizione verso la pineta di pino silvestre esalpica con pino nero da una parte e ia faggeta submontana con ostria dall'altra. La quercia partecipa con una componente significativa aila composizione del soprassuolo e sembra classificabile soprattutto come Quercus aurea, ibrido tra rovere e roverella, con valore tassonomico aleatorio, morfologicamente simile alla rovere, ma caratteristiche ecologiche affini alla roverella. Le formazioni di bosco più mature sono inquadrabili, non come cenosi in fase di colonizzazione, quanto piuttosto come
relitti del ceduo preesistente (a prevalenza di quercia e faggio), più volte disturbato dagli incendi. Grazie alle buone capacità di difesa (passiva ed attiva) da questo fattore di disturbo, la quercia risulta tuttora presente su gran parte della superficie come "specie sopravvissuta". Le nascite dei polloni sono state progressive fino al 1966, in seguito al probabile definitivo abbandono delle utilizzazioni esse si sono invece concentrate nei periodi successivi agli incendi. Il pioppo tremolo, dove trova condizioni edafiche adatte, si conferma come specie pioniera in condizioni di success one secondaria. La ricorrenza degli incendi sul versante, oltre ad accentuare gli aspetti di xericità, ha in parte compromesso alcune componenti della fertilità. E' stata riscontrata una buona corrispondenza tra quanto osservato riguardo agli stadi evolutivi delle cenosi e le caratteristiche degli humus.


Stefania Grillo
I Parchi Naturali e la tutela dell' ambiente 
La tesi si suddivide in due parti nella prima ho cercato di evidenziare l'evoluzione del concetto bene - ambiente e dei processi di tutela avvenuti in questi ultimi anni grazie a numerosi contributi della giurisprudenza comunitaria, nella seconda ho analizzato la legge quadro sulle aree protette, soffermandomi in particolare sulla nozione parchi e sua normativa;
Ho sottolineato la gradualità e la difficoltà del legislatore italiano – nel -tentativo di ampliare e "responsabilizzare" il bene - ambiente; inoltre, i programmi comunitari e le numerose direttive di settore hanno permesso di regolare, sia in via di principio, che concretamente nei singoli ambiti, una materia che non riceveva adeguata attenzione da decenni.
Si è cominciato a parlare di prevenzione, di precauzione; di responsabilità da inquinamento e; si ē cercato di coordinare ed integrare questi principi fondamentali, portatori di interessi ben specifici, con altri interessi; di pari importanza, quali quelli economici.
Si è parlato di "sviluppo sostenibile", di nuovi costi "aggiunti" per le imprese nei processi lavorativi particolarmente pericolosi, ma ciò che stride è, purtroppo; il divario che sussiste tra teoria economica-ambientale e realtà economica-ambientale.
Completata l'analisi sulla tutela ambientale, ho voluto approfondire il tema dell' istituzione di un parco, cercando di verificare se la legge n: 394/91 abbia realmente contribuito alla formazione di un nuovo paradigma di parco che sorpassi l'idea di parco come regime di vincoli o come autorità superiore.
Ho dedicato particolare attenzione al dibattuto problema di competenze e coordinamento nella gestione parchi tra Stato e regioni, all'importanza della partecipazione all'adozione dei piani parco da parte degli enti locali, alla necessità di proporre un programma pluriennale economico che rispetti e tuteli le rappresentanze del luogo.

Barbara Foggiato
Indagini demoecologiche sul Muflone (Ovis orientalis musimon, Pallas 1811) nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
L'oggetto della tesi è una popolazione di muflone (O. orientalis musimon) introdotta agli inizi degli anni '70 e per fini venatori in alcune località del feltrino (Riserve di Caccia di San Gregorio e Santa Giustina). Mediante indagini sul campo e ricerche bibliografiche effettuate tra il 1994 e 2000 sono stati analizzati e confrontati lo status attuale e storico, i parametri demoecologici (densità, struttura, natalità, mortalità); le preferenze ambientali, gli spostamenti stagionali e la competizione interspecifica; nonchè i dati biometrici e degli abbattimenti.
La consistenza della popolazione, stimata tramite censimenti, è sempre cresciuta fin dai primi anni pur con alcune flessioni. II tasso di accrescimento globale appare molto inferiore a quello citato in letteratura. Solo nei primi anni '80 il tasso di accrescimento medio si avvicina ai valori considerati normali. La densità stimata è compresa tra 7 e 12-13 capi/100 ha, nella media di altre popolazioni sia italiane che straniere.
Per quanto riguarda la frequentazione del territorio, è evidente il legame della specie con l'altopiano di Erera-Brendol nei periodi estivo ed autunnale e con la fascia pedemontana sovrastante gli abitati di San Gregorio, Santa Giustina e Sospirolo in quelli invernale e primaverile.
La competizione con gli altri Ungulati presenti (cervo, capriolo e camoscio) è risultata significativa solo con il camoscio nelle aree di estivazione, pur con una complementarietà nell'uso delle risorse disponibili.
L'analisi dei gruppi, delle loro dimensioni e variazioni stagionali ha confermato la notevole gregarietà della specie.
L'andamento annuale degli abbattimenti ha evidenziato la particolare sensibilità della classe maschile, sottoposta non solo ad una maggiore pressione venatoria ma anche ad una più accentuata selezione naturale. Il confronto dei dati biometrici con quelli presenti in bibliografia evidenzia tuttavia il buono stato di salute della popolazione.


Inizio pagina | Home | Archivio  Motori di Ricerca Links  mail

Autorizzazione del Tribunale di Roma n 524/2001 del 4/12/2001 Agenzia di Stampa a periodicità Settimanale