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di
Marina Pinto
Gaetano Donizetti (1797-1848), compositore italiano, in venticinque anni di attività scrisse più di settanta melodrammi, oltre ad un cospicuo numero di composizioni religiose, strumentali e vocali. Una fervida vena creativa ed una sorprendente fecondità musicale sono la sua caratteristica, una personalità eclettica e contemporaneamente ricchissima, la rapidità nel comporre non aveva in lui un carattere contingente, cioè legato a particolari richieste del teatro, era una sua necessità, un bisogno insopprimibile della sua natura di artista, tutta la sua carriera è caratterizzata da questa creatività, oltre che da una sorprendente capacità e duttilità di ingegno.
Donizetti è un artista sicuro, immediato, e non manca di un vigoroso temperamento drammatico, possiede anche un certo gusto letterario, pizzicava di poeta, e a volte amava affiancarsi al librettista, per meglio rendere la musica adatta al testo; fu inoltre il compositore che per primo e più largamente beneficiò dell’ambiente circostante, e del nuovo interesse per il melodramma in un periodo che ancora non aveva conosciuto i capolavori verdiani. Egli fu senz’altro l’ultimo dei compositori ad ereditare, in pieno romanticismo, il ritmo di lavoro che era stato proprio dei grandi artigiani della musica dei periodi precedenti, ma i suoi lavori non hanno tracce di superficialità o di fretta, sono perfetti ed unici, interessanti, a tutt’oggi rimane ancora inesplorata una parte del suo teatro.
Le tante opere teatrali lo portarono al successo e alla popolarità, era un personaggio amato e stimato dal pubblico in tutta l’Italia e a Parigi, i suoi lavori più amati sono tre opere, due buffe ed una seria, “L’elisir d’amore”, “Don Pasquale” e “Lucia di Lammermoor”.
Nel quadro della commedia della vita quotidiana, con effetti di comicità vivace e pittoresca, si inserisce l’opera “Don Pasquale”(1843), composta in soli dieci giorni; un lavoro raffinato e maturo, un grande successo teatrale e musicale, l’ultimo capolavoro
dell'opera buffa italiana, in cui si afferma una visione retrospettiva di un mondo che non aveva più motivo di essere ma che ebbe in passato una sua vita ed una sua ragione. Donizetti fa del suo “Don Pasquale” un personaggio nuovo e vitale, capace di animare tutta una situazione intorno a sé, la sua passione senile ed intempestiva ci porta un significato vero e profondo, che si chiarisce nell’epilogo della commedia, l’amore è approfondito e poeticamente analizzato con originali sfumature, è vissuto con entusiasmo e tenerezza, il personaggio è avvolto in un alone di umorismo che è umanità, comprende in sé il riso e la pietà, con una malinconica ironia. Questo ondeggiare della linea musicale fra il comico e l’amoroso mette in luce il calore con cui il musicista guarda i suoi personaggi, dal quale nasce quella straordinaria limpidezza caratteristica delle sue opere, il “Don Pasquale” è un vero idillio comico-sentimentale.
La profonda simpatia umana e poetica con cui Donizetti raffigura i suoi personaggi è il nodo centrale del divertimento scenico, ed è la vera chiave del suo animo poetico, della sua inclinazione a rappresentare situazioni concrete ricreando musicalmente il ritmo della vita autentica, ad interpretare la varia e contrastante realtà dello spirito umano.
La vicenda: L’argomento dell’opera è la gaia congiura che viene attuata ai danni di Don Pasquale, vecchio e ricco scapolo, il quale, per far dispetto al nipote Ernesto che vorrebbe sposare Norina, decide improvvisamente di sposarsi. Affida il compito di trovargli la moglie all’amico dottor Malatesta, il quale gli propone la sorella Sofronia, dal carattere particolarmente dolce e remissivo. Ma sotto le vesti di Sofronia si nasconde la stessa Norina, che prende parte all’intrigo per giocare un tiro al vecchio ed accelerare i tempi del suo vero matrimonio con Ernesto. Il contratto nuziale viene firmato, Sofronia si insedia in casa di Pasquale, e subito rivela un ben diverso carattere: autoritaria ed aggressiva, respinge l’attempato marito, acquista carrozze e cavalli ed elegge Ernesto suo personale cavalier servente. Don Pasquale è al colmo della disperazione, la sua vita è un inferno, quando un giorno, complici i due giovani, trova un messaggio con il quale uno sconosciuto ammiratore chiede a Sofronia un appuntamento. Il vecchio si fa guardingo, e così scopre la moglie con Ernesto, che però riconosce solo in un secondo momento, quando il dottor Malatesta lo convince a dare il consenso al matrimonio del nipote Ernesto con la scaltra Norina; Don Pasquale capisce all’improvviso l’inganno, dapprima infuriato per la beffa subita si mostra poi felicissimo per lo scampato pericolo e concede il perdono ai due innamorati.
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