was

Anno 1 Numero 31 Mercoledì 06.11.02 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

Claude Debussy: "Preludio al pomeriggio di un fauno"

 

di Marina Pinto

Personaggio importante ed innovativo nel panorama musicale dell'800, è considerato il primo vero musicista dell'impressionismo, Claude Debussy (1862-1918) vive in una Parigi di fine secolo, in un momento storico di particolare intensità e spensieratezza, quel periodo chiamato "belle epoque", dove la fiducia nel progresso e la convinzione di essersi incamminati verso un mondo migliore infondono nell'animo umano un grande ottimismo. Tra il 1880 e la prima guerra mondiale la civiltà moderna fa il suo incontro con l'arte, ricercando la funzionalità e la bellezza, dando vita alle linee eleganti e le preziose dello stile liberty. 
Dietro la facciata però si agitano le insoddisfazioni e le inquietudini degli intellettuali; essi non credono così ciecamente nella validità del progresso e della ragione, e ricercano una verità più profonda, quella che è nascosta nell'animo delle cose, al di là delle apparenze. Ricercare ed esprimere queste nascoste realtà è compito dell'artista, egli è il solo capace di percepire i messaggi profondi che provengono dalla natura, così misteriosi da esprimersi con un linguaggio misterioso anch'esso, forse vago ed impreciso ma unico ed irripetibile.Questa è l'arte del Decadentismo e del Simbolismo.
E questa stessa epoca dà vita all'Impressionismo, pittura e musica vanno in parallelo, così come i pittori impressionisti rifiutano il disegno come base per la pittura e si concentrano sul colore e sulla luce, Debussy impernia la sua espressione sul timbro degli strumenti, ed usa una scala musicale di sole sei note, la scala esatonale, dove i suoni sono distanti l'uno dall'altro un tono intero, è questa la vera innovazione musicale, la cellula germinale del nuovo linguaggio.
Impressionismo in Debussy significa capacità di annotare musicalmente le sensazioni che provengono dall'esterno, lasciando il passo all'immediatezza dell'emotività e dell'ipersensibilità, e la musica è il mezzo di comunicazione diretta delle impressioni più diverse
In una atmosfera ricca e stimolante, Debussy matura la sua originale esperienza compositiva. Le frequentazioni con gli artisti, gli scrittori e gli intellettuali francesi (come il poeta Stephan Mallarmè e pittori Toulouse-Lautrec e Paul Gauguin), poi un soggiorno in Russia a contatto con musiche di grandi autori come Mussorgskij, e l'Esposizione Universale di Parigi del 1889 (dove vi era stata grande espressione e fascino musicale con l'orchestra gamelan di Giava), hanno dato alla sua arte una notevole impronta personale.
Nel periodo della maturità musicale Debussy cerca di trasportare sul pianoforte quelle sonorità già realizzate nelle composizioni orchestrali, il linguaggio musicale è rinnovato, le melodie sono brevi e le tonalità sconcertanti, le frasi musicali non terminano su una tonica, ma si spengono su altre note, sfumate ed eteree, a dare immagini vaghe ma reali, con ritmi di una estrema agilità e leggerezza, nascono i "Preludi per pianoforte" e "La mer", nuove realtà musicali derivanti da una più ricca fantasia creativa. Su un canovaccio quasi immutabile appaiono sovrapposizioni di melodie, ritmi, suoni, politonie e poliarmonie prodigiose.
Tutto è realizzato con timbri sonori particolari, gli
strumenti musicali usati nelle sue composizioni orchestrali sono tradizionali ed insoliti insieme: violini, strumenti a fiato, batterie di tamburi intonati come i timpani, un punteggiare insolito e inatteso di gong che risuona come un pizzicato di contrabbassi o a guisa di campane, strumenti con lamine di legno o di metallo più fragili e sottili dello xilofono o della celesta. Una musica così evoca una atmosfera evanescente, indeterminata e sognante, piena di echi misteriosi, il linguaggio musicale si è rinnovato, è ormai lontano dallo stile romantico, è carico di sfumature ed impressioni fuggevoli, rese efficaci proprio dall'uso nuovo dei timbri orchestrali e della nuova scala musicale. 
Il "Preludio al pomeriggio di un fauno" è una pagina fra le più significative di Debussy, liberamente ispirata ad una poesia di carattere pastorale del poeta Mallarmè; fu composta fra il 1892 e il 1894, è considerata la prima opera musicale impressionista, il "manifesto" della nuova corrente musicale, racconta di un essere mitologico mezzo uomo e mezzo capro, un fauno appunto, che, addormentato nel calore della foresta, sogna ninfe bellissime. Debussy non descrive in maniera dettagliata il contenuto della poesia, ma ricrea attraverso la musica le emozioni e le sensazioni provate dal fauno al suo risveglio. 
Il brano inizia con un flauto solista, seguito da clarinetto, corno, oboe, arpa e archi, e la melodia si staglia in una atmosfera sonora molto varia e con un ritmo lento, rappresentando stati d'animo diversi. La sonorità è incerta, mesta, tutta l'opera si sviluppa su tinte tenui ed una atmosfera di sogno, come qualcosa che vive in una diversa dimensione. La conclusone del brano avviene in maniera soffusa e in costante rallentamento.

 


 

Inizio pagina | Home | Archivio  Motori di Ricerca Links  mail

Autorizzazione del Tribunale di Roma n 524/2001 del 4/12/2001 Agenzia di Stampa a periodicità Settimanale