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di Isabella Narcisi
Il CENSIS, grazie ad uno studio elaborato per Italia Lavoro, l’Agenzia tecnica del Ministero del Welfare per le politiche attive, ha evidenziato che torna di moda la ricerca del posto fisso.
Nel 2002 i lavoratori autonomi sono diminuiti dello 0,3%. L’inversione di tendenza pone l’accento sulla brusca frenata che ha subito l’autoimpiego. Il “mettersi in proprio” piace sempre meno, probabilmente la spiegazione va cercata proprio nelle opportunità offerte dal mercato del lavoro. Grazie alle nuove tipologie contrattuali, esistono più alternative nella scelta del percorso professionale.
Qualcosa si muove: se prima il lavoro autonomo rappresentava una scelta obbligata per ottenere un’occupazione, oggi si registra un cambiamento di rotta.
Giuseppe Galati, sottosegretario alle attività produttive, sostiene che la spiegazione va cercata nella crisi del settore dei servizi, mentre il sociologo Mimmo Carrieri afferma che: “la rigidità del mercato del lavoro ha vincolato per anni i percorsi di accesso al lavoro standard”. E cioè: poiché era troppo difficile trovare un lavoro fisso, ci si improvvisava imprenditori.
Questo fenomeno ci ha caratterizzati come “l’anomalia italiana nello scenario europeo”, essendo, subito dopo la Grecia, lo stato con la più alta incidenza di lavoratori autonomi.
Nel 2001, infatti, la percentuale di lavoratori autonomi sul totale degli occupati era del 27,9% contro una media europea del 15,7%. Prima di noi c’era solo la Grecia (39,8%), seguita dal Portogallo (27,3%).
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ESPLORALAVORO
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