Anno 2 Numero 71 Mercoledì 13.08.03 ore 23.45 |
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Direttore Responsabile Guido Donati |
EUROMEET JAZZ FESTIVAL
Appendice etnica per l'Euromeet Jazz Festival che in questa fantastica stagione ospita Khukh
Mongol, ensemble di musica popolare proveniente direttamente da
Ulaanbaator, la capitale della Mongolia. Il gruppo si esibirà per questa rassegna itinerante mercoledì 13 agosto al Parco Panorama di
Marghera, mentre giovedì 14 agosto sarà nel comune padovano di Pontelongo
(Barchessa Contarini-Lovison) e venerdì 15 agosto a Montecchio Maggiore (Piazza San Paolo). Il gruppo, il cui nome significa "Mongolia Blu" ad indicare il cielo di quel paese per trecento giorni l'anno di un intenso colore blu, è formato da musicisti professionisti che si esibiscono con costumi locali e con strumenti artigianali e tipici della loro regione. Peculiarità della formazione, l'uso di quella particolare tecnica che fa vibrare la corde vocali in modo da emettere due suoni contemporaneamente. In scena, sette fra ballerine e musicisti che suonano rispettivamente Limbo, particolare flauto con tre note differenti;
Yoochin, particolare contrabbasso con una cassa di risonanza a forma trapezoidale; Ikh
Hurr, basso con due corde di crine; Morin Khuur, speciale violino con corde di crine; Tschuluun Chögsin, specie di xylofono fatto con sassi.M Uno spettacolo poetico ed entusiasmante, ricco di cultura e di fascino.
Nel cinquantesimo anniversario della scomparsa di Django
Reinhardt, il Manomanouche 4tet rende omaggio a questo grandissimo musicista con un concerto dedicato alla cultura degli zingari
Manouches. L'appuntamento è per giovedì 14 agosto con Euromeet Jazz Festival, alle Grotte di Oliero di
Valstagna, nella serata firmata da Veneto Jazz in collaborazione con Operaestate Festival. Nel panorama chitarristico europeo esiste una tradizione strumentale che ha le sue radici nella cultura dei nomadi
Manouches, una delle principali famiglie zingare del continente. Una tradizione in cui la musica più autenticamente gitana, già di per sé frutto della fusione di varie culture, assorbe gli elementi ritmico- armonici del jazz americano e che è stata resa nota in tutto il mondo dallo smisurato talento di Django
Reinhardt. Il quartetto (formato da Florence Pons Fourcade al violino, Nunzio Barbieri alla chitarra acustica, Pierre Steeve Jino Touche al basso, Luca Enipeo alla chitarra acustica) nasce a Torino nel 2002 dall'incontro di musicisti di differente estrazione, con una consolidata esperienza professionale e con l'intento di far conoscere ad un pubblico più vasto la cultura e la tradizione musicale degli zingari
Manouches. Un caso molto raro nel panorama musicale italiano, unico per la qualità della ricerca, dell'arrangiamento e per la valenza personale ed emotiva che questo progetto ha per i suoi componenti. Il concerto del Quartetto Manomanouche è completamente realizzato con strumenti acustici (due chitarre tipiche del jazz
manouche, una fisarmonica e un contrabbasso) e la musica comprende, oltre a una scelta di arrangiamenti di brani di Django
Reinhardt, alcuni standard da lui suonati, diversi valzer gypsy e musette, alcuni pezzi legati alla tradizione e alla musica da ballo
manouche, nonchè brani originali. Si tratta di un personale ed originale lavoro di ricerca del suono, degli strumenti e dell'approccio caratteristici della musica
Manouche, una musica basata sull'improvvisazione ed aperta alle contaminazioni, derivante principalmente dalla fusione del jazz Anni '30 e il folklore zingaro.
Ritmi cubani a Musile di Piave, Venezia. Sabato 16 agosto, Euromeet Jazz Festival ospita Ernesttico Cuban Jazz
Quartet, guidato da Ernesto Rodriguez, uno dei percussionisti più popolari in Italia. Con lui, altri tre musicisti di altissimo livello e originari di Cuba, per un repertorio di brani originali e classici del jazz, ma naturalmente reinterpretati dal linguaggio latino. Di grande effetto teatrale e spettacolare, questo progetto coinvolgerà anche il pubblico chiamato a prove di ritmo e di canto.
Ernesttico, pur giovanissimo, vanta un curriculum importante. Nato nel 1971 all'Avana, 19 anni più tardi si laurea come professore e strumentista in percussioni nel Conservatorio Nazionale. L'anno dopo alla conclusione degli studi la direzione della istituzione gli propone l'incarico di docente nella propria scuola. La carica accademica e l'esperienza raggiunta nell'insegnamento gli permettono di impartire lezioni e seminari a Cuba, Venezuela, Italia e al estero. Inizia così la sua attività professionale e l'incursione nel campo del jazz, la salsa e la
fusion, che lo porta a importanti collaborazioni con prestigiosi musicisti tra i quali Emiliano Salvador, Gonzalo
Rubalcaba, Pat Metheny, Eric Marienthal, Gloria Estefan, Paul H. Jeffrey, Orchestra
Tropicana, Ernan Lopez Nussa, Jane Bunnet. Iniziano anche le collaborazioni con artisti italiani come Pino Daniele,
Jovanotti, Eros Ramazzotti, Raf, Fabio Concato, Anna Oxa, Carmen Consoli, Laura
Pausini, Gianna Nannini, Fiorella Mannoia, Elisa, Luciano Ligabue e molti altri. Lo stile personale di Ernesttico si distingue per la ricerca di nuove forme di linguaggio, sia timbriche che ritmiche e si basa su una combinazione di percussioni, batteria, sintetizzatori e voce. La notevole indipendenza di braccia e gambe gli permette di ottenere una moltitudine di suoni che danno la sensazione di ascoltare vari musicisti, quando in realtà è uno solo. Lo accompagna al piano, percussioni e voce Ivan
Bridon, diplomato in percussioni e specializzato in armonia e piano jazz a Cuba. Si ispira fortemente al pianista cubano Gonzalo
Rubalcaba, passando attraverso l'armonia ricercata di Mc Coy Tyner e l'ernegia di Michel
Camilo. Recentissima la sua collaborazione discografica con il noto batterista Horacio
"El Negro" Hernandez. Daniel Martinez (basso, chitarra e voce), diplomato anche lui a Cuba in chitarra classica, suonerà sia il basso elettrico che il
baby-bass, un contrabbasso elettrico strumento tipico della musica cubana. Tra le sue collaborazioni si distaccano Xiomara
Laugart, Buena Vista Social Club, Alfredo de la Fe e Salsa All Star. Amik Guerra (tromba, percussioni minore e voce), ha frequentato gli studi di musica nella Scuola Nazionale d'Arte a Cuba, dove ha ottenuto il diploma in tromba e direzione di gruppo. Come trombettista ha partecipato a progetti come il Septeto Nacional Ignazio Piñeiro, Eugenio
Finardi, Tribà, Mau Mau, Billy Cobham, Celia Cruz, Buena Vista Social Club, solo per citarne alcuni.
Riunisce cinque fra i migliori e più apprezzati jazzisti italiani questo quintetto di scena sabato 17 agosto al Chiostro del Museo Civico di
Bassano. Leader della formazione, Pietro Condorelli, chitarrista di smisurato talento e di grande tecnica che con il suo ultimo lavoro
"Quasimodo" ha sedotto la critica e il popolo dei jazzisti. Sarà ospite della rassegna Euromeet Jazz festival, in una serata dedicata all'etichetta discografica italiana Red Records (dopo il concerto, sorteggio di cd autografati fra il pubblico) all'interno della nuova collaborazione stretta fra Veneto Jazz e alcune importanti etichette. Sul palco, oltre al chitarrista, il noto trombettista Fabrizio Bosso, Francesco Nastro al piano, Pietro Ciancaglini al basso e Pietro Iodice alla batteria. Pietro Condorelli è ben conosciuto agli appassionati del jazz e costituisce uno di pochissimi esempi di musicisti che, pur avendo base a Caserta, si muovono quasi esclusivamente sul circuito nazionale. La sua intensa attività concertistica, la sua nutrita discografia, la sua didattica e le sue opere scritte, lo rendono una delle colonne chitarristiche del jazz italiano. Il primo rilievo nazionale lo ottiene con il gruppo "Sonora Art
Quartet", fondato nel 1988 insieme al trombettista napoletano Marco
Sannini. Nello stesso anno registra a Boston il primo CD "Sonora" con la partecipazione del sassofonista Jerry
Bergonzi, e il nome di Condorelli compare per la prima volta nella prestigiosa classifica "Top Jazz" italiana vincendo sia come compositore che come componente dei Sonora. Nel 1989 Condorelli produce e arrangia il primo disco di Maria Pia De Vito, una delle principali voci del jazz italiano. Dal '94 al '96 collabora con il gruppo degli Area, poi pubblica due raccolte di composizioni originali, e nel '97 pubblica il primo disco interamente a suo nome,
"Guitar Style Journey". Nello stesso anno vince il referendum della critica "Top jazz" come miglior nuovo talento e in tale occasione tutti i chitarristi di Caserta lo festeggiano, esibendosi per lui ed accanto a lui, in una serata al
"Magritte" nel cuore della città. Una omaggio alla sua persona e soprattutto un sincero riconoscimento del suo indiscutibile talento da parte degli stessi musicisti. Successivamente pubblica il CD 'On my
browser', e nel 2000 "Quasimodo", che raccolgono un sensibile consenso anche della più severa critica specializzata. |
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