Anno 2 Numero 57 Mercoledì 07.05.03 ore 23.45 |
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Direttore Responsabile Guido Donati |
Jacopo Aconcio: il pensiero scientifico e l'idea di tolleranza Sulle tracce del filosofo originario della Val di Sole Venerdì 9 e sabato 10 un convegno fra Trento e Ossana Trento, 7 maggio 2003 - Da Ossana a Milano, Basilea, Zurigo e Strasburgo, fino a Londra: questo il lungo viaggio attraverso l'Europa compiuto dal filosofo e teologo Jacopo Aconcio, antesignano della tolleranza religiosa e del valore del pensiero scientifico, di origini trentine. Alla sua figura e alle sue opere è dedicato il convegno organizzato per venerdì 9 e sabato 10 maggio dal Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell'Università di Trento. Il convegno, che gode del patrocinio del Centro Studi per la Val di Sole, del Comune di Ossana e del Comprensorio della Val di Sole, si svolgerà nella giornata di venerdì alla Biblioteca Comunale di Trento, mentre sabato i lavori si trasferiranno nel Teatro di Fucine a Ossana (Val di Sole), paese natio del filosofo. La figura di Jacopo Aconcio va inquadrata nel dibattito che il pensiero della Riforma segnò l'Europa rinascimentale. Il filosofo, originario di Ossana, ha il merito di aver proposto un metodo rigorosamente scientifico per l'insegnamento, partendo dalle cose più semplici per passare poi a quelle meno note e impegnative. Costretto a peregrinare tra la Svizzera, l'Inghilterra e la Francia inseguito dall'accusa di eresia, Jacopo Aconcio con le sue opere contribuì all'affermarsi dell'uomo moderno, precorrendo le tesi di un famoso filosofo francese, Cartesio. In allegato il programma dei lavori. Jacopo Aconcio nacque a Trento da una famiglia originaria di Ossana tra la fine del 1400 e i primi del 1500. Dopo essere stato alla corte di Massimiliano d'Asburgo e a Milano presso il cardinale Cristoforo Madruzzo, fuggì in Svizzera nel 1557. Dal 1559 visse in Inghilterra, dove lavorò come ingegnere. Si accostò alle dottrine luterane, che nella prima metà del '500 si andavano rapidamente diffondendo. Nelle sue opere si riscontra, in questo senso, la convinzione che ogni controversia di natura dogmatica sia, in realtà, uno stratagemma di Satana e la causa principale di discordie, guerre e intolleranza. Aconcio tornò a Basilea all'inizio del 1564, dove pubblicò tutte le prime edizioni dei suoi libri, tra cui De Methodo (1558) e Stratagemata Satanae (1565?), un'opera che con sottile ironia delinea una concezione della religiosità interiorizzata e all'insegna della tolleranza di tipo zwingliniano. Con il De Metodo, Aconcio offre, invece, il suo contributo alla fondazione dei principi base del sapere scientifico e, più precisamente, del metodo analitico, secondo cui l'esperienza è alla base dell'indagine scientifica, laddove al di fuori di essa vi è soltanto l'opinione.
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