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La gabbia di ferro. Dialoghi da Max Weber attorno a DensitySpectrumZone 1.0 di Loris
Cecchini
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La formazione universitaria incontra l'arte
Facoltà di Sociologia e Galleria Civica di Trento insieme per l'evento di Loris Cecchini
"La gabbia di ferro. Dialoghi da Max Weber attorno a DensitySpectrumZone 1.0 di Loris Cecchini". È questo il titolo dell'evento organizzato insieme dalla Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento e dalla Galleria Civica di Arte Contemporanea per mercoledì prossimo, 2 aprile, alle 9.30, partendo dall'Aula Kessler della Facoltà in via Verdi 26. Un appuntamento nato dalla volontà di collegare l'espressione artistica alla formazione universitaria, attraverso l'incontro con l'opera di Loris Cecchini.
L'installazione, esposta in Galleria nell'ambito della mostra Nuovo Spazio Italiano (terminata lo scorso febbraio), ha stimolato negli ambienti della Facoltà l'idea di una possibile relazione con le riflessioni del sociologo Max Weber sulla burocrazia come "gabbia di ferro". L'opera dell'artista fornisce infatti una visione distorta dello spazio, con pannelli rigidi e regolari a cui fanno da contrappunto degli effetti di riflessione e di sdoppiamento.
L'evento, che sarà preceduto dall'introduzione del preside della Facoltà, Antonio Scaglia, prevede gli interventi di Antonio Strati (docente di Sociologia dell'organizzazione), Silvia Gherardi (vicepreside e docente di Sociologia del lavoro e dell'organizzazione), Fabio Cavallucci (direttore della Galleria Civica) e, in videoconferenza dalla Technische Universität di Dresda, Karl-Siegbert Rehberg (docente di Sociologia della conoscenza alla Facoltà di Sociologia di Trento). Sarà presente anche l'artista Loris Cecchini.
L'opera di Cecchini sarà, inoltre, al centro di una performance, ideata da Anna Scalfi nell'ambito dei corsi di Sociologia dell'organizzazione e di Sociologia del lavoro. Dall'interno della struttura la studentessa reciterà brani tratti dagli scritti di Weber sulla burocrazia. Come in un dialogo, dall'esterno, giungeranno i rumori registrati da situazioni reali di ambienti di lavoro.
L'idea è di stimolare la riflessione sulle perplessità di Weber riguardo al modello burocratico, perfetto nel suo tipo ideale, ma "gabbia di ferro" per il flusso vitale che invece non può esservi mai perfettamente contenuto.
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