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A Orsogna si è rinnovata la secolare Sagra dei Talami
Come l’Epifania, che “tutte le feste porta via” nel periodo natalizio, la Sagra dei Talami di Orsogna (Chieti) ha concluso
ieri le festività della Pasqua in Abruzzo. Dai quartieri del paese sono partiti i sette carri allegorici, ispirati quest’anno alla preghiera del Rosario e ai Misteri della Luce, seguendo la lettera apostolica di Giovanni Paolo II, che ha affidato a questa preghiera “la causa della pace nel mondo e quella della famiglia”.
I Talami – quadri ispirati al Vecchio e Nuovo Testamento interpretati dai giovani di Orsogna, immobili come in un altorilievo su un palco trainato da trattori – hanno sfilato per le vie del paese, per poi radunarsi in piazza Mazzini. Sul carro, dietro agli attori, trova posto un fondale affrescato e una spalliera a forma di raggiera, sulla quale troneggia una fanciulla che simboleggia la Madonna. Uno dei carri è stato trasportato a mano dal Gruppo alpini. Il nome del “palco” orsognese – passando per il greco “thalamos” e il latino “thalamus” – deriva dalla radice “thal”, che significa tenere, portare, sostenere.
Sacro e’ il soggetto come sacra e leggendaria è l’origine di questa Sagra: la Vergine Maria sarebbe, infatti, apparsa in epoca immemorabile tra i rami di un grosso fico, al cui posto i devoti edificarono (sicuramente prima del 1341, data incisa su una campana fusa da Luca da Guardiagrele) la cappelletta dedicata a Nostra Signora del Rifugio. Qui, sull’altare, trovò posto un affresco che rappresentava la Vergine dal volto nero (la ‘’Madonna Nera’’) con intorno angeli e fedeli ai suoi piedi. Quel volto era considerato miracoloso: la notte tra il lunedì e il martedì di Pasqua, durante la veglia di preghiera, il dipinto cambiava aspetto, gli occhi si muovevano, le fattezze del viso mutavano.
In onore a tale prodigio (cui molti credettero di assistere fino al 1943, anno nel quale la cappella fu distrutta dai bombardamenti) la confraternita che gestiva la chiesa allestì il primo Talamo dinanzi all’altare maggiore. I fedeli, immobili in pose plastiche, furono gli interpreti della scena dell’affresco.
Il rito abbandonò l’angusto tempietto ed ebbe come scenario le vie del paese, accompagnato dal carro delle messi, addobbato di alloro, salumi, formaggi e frutti della terra, con chiaro significato propiziatorio di ispirazione pagana, mentre ragazzi e ragazze spargevano spighe di grano conservate dall’anno precedente. Dietro al Talamo sfilava un coro di voci bianche, tradizione recuperata di recente. Quest’anno il velo delle bambine che hanno interpretato le Madonnine hanno indossato i colori della bandiera della pace.
Per far rivivere l’ispirazione contadina della Sagra, l’amministrazione comunale e l’Associazione culturale Talami Orsogna hanno allestito, al termine della rappresentazione, un assaggio di pietanze tradizionali orsognesi, dalle “pallotte casce e ove” alla “pizz' e ffuje”. Le Poste italiane hanno realizzato quest’anno un annullo speciale figurato dedicato ai Talami, con lo stemma della congregazione di Nostra Signora del Rifugio.
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