Anno 2 Numero 71 Mercoledì 13.08.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Libertatis Fundator

IL SANTO MARINO

Iconografia, Arte e Storia
 

San Marino, Antico Monastero Santa Chiara, 21 agosto – 30 novembre 2003


Sito della Mostra: www.anonimatalentisrl.it/libertatisfundator

La Repubblica di San Marino è l’unica nazione al mondo a dover la sua fondazione, oltre che il suo nome, ad un Santo.

In oltre 1700 anni di esistenza dello Stato, devozione e riconoscenza civica hanno dato vita ad una produzione iconografica vastissima, affidata spesso ai grandi dell’arte, talvolta invece di sapore più schiettamente popolare.

Le più importanti testimonianze di questa straordinaria produzione d’arte saranno riunite nei suggestivi ambienti dell’Antico Monastero Santa Chiara, dal 21 agosto al 30 novembre, nella mostra “Libertatis Fundator. IL SANTO MARINO. Iconografia, Arte, Storia” promossa dalla Repubblica di San Marino a cura della Segreteria di Stato per la Pubblica Istruzione e gli Istituti Culturali in collaborazione con la Segreteria di Stato per gli Affari Esteri.

Circa 150 le opere d’arte riunite per questa mostra, concesse da importanti musei, oltre che naturalmente da chiese, istituzioni e collezioni sanmarinesi: una iconografia dai tratti e dai “racconti” diversissimi che puntualmente riflette la complessità delle vicende di Marino così come ricordate dagli “Acta Sanctorum” o tramandate dalla tradizione popolare. Le opere più antiche qui esposte risalgono all’alto Medio Evo, le più recenti sono firmate da artisti contemporanei. 

Una mostra nella mostra è data da una selezione dell’immensa produzione di “iconografia turistica”, ovvero dall’oggettistica legata alla immagine del Santo e della Repubblica e dai “devozionalia”, ovvero immagini sacre destinate alla devozione personale e domestica. Non mancano le produzioni ufficiali dello Stato, dai francobolli alle monete, legati al Santo fondatore.

La storia di Marino inizia da Arbe in Dalmazia. Qui impara l’arte dello sbozzare la pietra. Nel 257, a portarlo in Italia, con altri suoi compagni di arte, fu la prospettiva di un lavoro: l’imperatore Diocleziano aveva infatti deciso di costruire una nuova cerchia di mura a difesa di Rimini e del suo porto e servivano quindi artigiani in grado di squadre i massi di pietra. Cristiano fervente, Marino si adoperava per la conversione dei suoi compagni di lavoro. 

Dalla Dalmazia giunse a Rimini una donna che affermò, falsamente, di essere la moglie abbandonata da Marino. Questo arrivo spinse il giovane a rifugiarsi in una grotta nelle pendici del Monte Titano dove visse in totale isolamento finchè venne scoperto da alcuni pastori che parlarono di lui consentendo così alla donna di ritrovarlo. 

Marino si ritirò allora all’interno della grotta e dopo sei giorni di preghiera ottenne il rinsavimento della pretesa moglie che tornata a Rimini confessò l’impostura e morì in pace.

Marino, volendo vivere in solitudine di preghiera, salì alla sommità del Monte Titano, dove innalzò una chiesetta. Qui visse tra belve in assoluto isolamento, cibandosi una volta al giorno delle erbe del suo orto, in sola compagnia di un orso feroce reso docile.

Ma le prove non erano finite: Verissimo, figlio di una matrona riminese proprietaria di molte terre e del Monte, salì a provocarlo, ma fu colpito da mutismo e paralisi. Portato a casa, la madre Felicissima corse dall’eremita promettendogli qualsiasi cosa purché intercedesse per la guarigione del figlio. Marino chiese solo la sua conversione e una terra bastante per la propria sepoltura, poi risanò Verissimo e battezzò tutti i suoi familiari. Felicissima allora gli donò tutto il monte. 

Richiamato a Rimini dal vescovo Gaudenzio, insieme al conterraneo Leo, Marino non volle l’investitura sacerdotale che il Vescovo gli proponeva e preferì fermarsi al diaconato. Alla sua morte, nel 301, il territorio che gli era stato donato da Felicissima venne da lui destinato alla comunità che gli si era formata intorno, una comunità di uomini e donne che egli volle “liberos ab utroque nomine”, ovvero liberi di gestirsi autonomamente, secondo il principio di “libertas” che è il fondamento della Repubblica di San Marino, uno degli stati più antichi al mondo.

La mostra, nelle cinque sezioni, ripercorre tutte le fasi e le vicende della vita di San Marino, dal giovane scalpellino, all’uomo di Dio, all’Evangelizzatore al Fondatore e infine al Patrono.

Per dare contorni precisi alle vicende tramandate dalle opere d’arte esposte, un percorso parallelo, affidato ad immagini fotografiche, illustra i luoghi di Marino, dai territori di origine – Arbe, Spalato, l’Illiria e la Crozia – a quelli al di quà della sponda adriatica – Rimini romana e il Monte Titano. E con le opere d’arte e le foto, la mostra propone anche antichi documenti, manoscritti, atti pubblici.

La mostra è poi il punto di partenza ideale (suggerito anche dalla proposta di precise indicazioni fotografiche esposte) per un itinerario attraverso i luoghi legati al culto e alla memoria di San Marino, un modo nuovo e per molti versi sorprendente di scoprire la vera e più autentica dimensione dell’antica Repubblica. 

Orario di apertura: Fino al 15.9: tutti i giorni orario continuato dalle 8 alle 20. Dal 16.9: Feriali dalle 9 alle 17; Sabato e domenica dalle 9 alle 19. Lunedì chiuso

Biglietti: Intero € 4, Ridotto € 2 (bambini, ultrasessantenni, gruppi di 15 persone). 
Facilitazioni: Sammarinesi e scolaresche ingresso gratuito
Per informazioni e prenotazioni: 0549.882832

www.studioesseci.net  


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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