Anno 2 Numero 45 Mercoledì 12.02.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati
 


PLAY & GAME

Bambini e computer fra gioco e scuola

Si parla di bambini nella “rete”

Francesca Landi 

www.edup.it

Roma Giovedì 13 febbraio 2003 - ore 17.00 Auditorium - Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense - Via Ennio Quirino Visconti, 6 (Ingresso galleria) docenti, educatori e responsabili delle politiche scolastiche discutono il libro Play & Game.

La riforma “Moratti” prevede: informatica subito, a sei anni.

Allo stesso tempo ci si interroga. L’applicazione delle nuove tecnologie e dell’informatica, rispetta il punto di vista del bambino in quanto portatore di diritti e di una propria visione del mondo? L’educazione informatica così come è attualmente impartita, riflette i bisogni formativi dei bambini? Il parere autorevole di Mario Morcellini, direttore del Dipartimento di Sociologia e Comunicazione dell’Università “La Sapienza” e di Salvatore Cinà, direttore dell’INValSI, già provveditore agli studi di Grosseto e di Napoli, con l’opinione dell’assessore alla Formazione ed al Lavoro della Provincia di Roma, Giorgio Fanfani e dell’assessore alle Politiche Educative, Formative e Giovanili del Comune di Roma Maria Coscia unitamente ai docenti universitari, Giovanni Fiorentino, Alberto Marinelli, Giancarlo Panieri, Amedeo Pistolese e di Sandro Scalabrin, giornalista ed operatore editoriale, sono contenuti nel volume “Play&Game” che loro stessi discuteranno coordinati da Antonella Martini, sociologa, il 13 febbraio 2003 alle ore 17.00 a Roma presso l’Auditorium di Via E. Q. Visconti, 6.
Base della discussione la ricerca contenuta nel libro e progettata da “Ubi Minor”, cooperativa sociale impegnata in attività di studio e di promozione sui temi della promozione dei diritti dei bambini, promossa in collaborazione con la cattedra di Teoria e tecniche dei nuovi media dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza”. L’indagine parte proprio dalla verifica del rispetto del punto di vista del minore e vede coinvolto un campione di 1430 soggetti frequentanti alcuni circoli didattici del Comune e della Provincia di Roma. Nel libro si evidenzia l’opposizione fra il modo in cui i bambini, da una parte, e genitori e docenti, dall’altra, intendono gli aspetti ludici e formativi delle applicazioni informatiche e come tale condizione sia destinata a radicalizzarsi. La Scuola prende consapevolezza delle numerose difficoltà che incontra nel pianificare l’accrescimento delle competenze informatiche dei bambini dovute alla mancanza di adeguate risorse strutturali e sicure regole etico-educative. L’accesso all’uso del computer ed a livelli più evoluti della conoscenza informatica è così determinato principalmente dalle condizioni socio-economiche e culturali della famiglia mentre i mass-media influenzano maggiormente la rappresentazione dei possibili usi del pc da parte dei bambini. E tra gli studenti dei centri periferici e i loro coetanei del contesto urbano, sono i primi, inaspettatamente, a mostrare maggiore dimestichezza e propensione nei campi d’esperienza qui considerati. A partire dai dati emersi, esperti, tecnici della formazione riflettono qui sui pregiudizi della cultura prevalente e sui limiti e le contraddizioni che ostacolano un corretto svolgimento del rapporto tra infanzia e nuove tecnologie multimediali animando un dibattito a più voci che muove dal riconoscimento del valore imprescindibile del punto di vista dei bambini e mira a fare in modo che esso sia rispettato concretamente in ogni contesto. 

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