Anno 2 Numero 77 Suppl.

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

ENERGIA
WWF: “UN SISTEMA ‘DECENTRATO’ DI PRODUZIONE 
NON AVREBBE LASCIATO L’ITALIA AL BUIO”

Inutile e strumentale la polemica sulla costruzione di nuove centrali

www.wwf.it 

Roma, 29 settembre 2003 - La cosa più evidente emersa dal black out di ieri è il fatto che il nostro sistema energetico nazionale, fondato su grandi impianti concentrati in pochi poli, si è comportato come un “gigante dai piedi di argilla”, poiché estremamente rigido e vulnerabile, non in grado di fronteggiare eventi improvvisi: basta infatti un guasto o un errore in un nodo importante (oggi è accaduto in Svizzera, domani potrebbe accadere a Civitavecchia) per mettere in ginocchio l’intero paese. Da tempo il WWF sostiene che per rendere meno vulnerabile la fornitura di energia occorre passare ad un sistema di generazione distribuita in piccole centrali ad elevata efficienza in grado di fornire in rete locale sia il calore che l’elettricità richiesta. Ciò garantirebbe maggiore elasticità di fronte ad eventi imprevisti, migliore qualità ambientale, maggiore efficienza energetica e quindi più sicurezza e continuità delle forniture. In presenza di guasti come quelli che hanno lasciato al buio l’Italia le conseguenze sarebbero locali e circoscritte. Lo ha dimostrato quanto è accaduto ieri in Sardegna dove, per un occasionale scollegamento dalla rete nazionale per motivi di manutenzione, la Regione era alimentata dai propri impianti al momento del black out senza pertanto subirne alcuna ripercussione. 
Il fatto che il black out sia avvenuto in un momento in cui fabbisogno era di circa 22.000 megawatt, a fronte di una potenza netta installata di oltre 75.000 megawatt, dimostra con tutta evidenza, che il problema non è da attribuirsi ad una mancanza di energia ma ad una mancanza di corrette politiche di gestione della potenza disponibile e di gestione tecnica della rete. Per dare un’idea, i 22.000 megawatt “scomparsi” corrispondono a poco più della potenza netta dei soli impianti idroelettrici nazionali: al blackout si poteva, paradossalmente, supplire con le sole fonti rinnovabili già esistenti sul nostro territorio. 
Sorprende che di fronte all’evidenza di questi dati la polemica politica si sia accesa sulla realizzazione di nuove centrali che riguarda una questione strategica non pertinente con quanto è accaduto. Il WWF chiede dunque al Governo di chiarire gli errori politici e tecnici che hanno scatenato il black out nazionale. 

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