|
La geometria "policentrica" del Novecento e Picasso
La "Maya con bambola" al centro di un'insolita analisi matematica
Università degli Studi di Trento, Polo di Rovereto - Un quadro noto e intenso come "Maya con bambola", realizzato da Picasso nel 1938 ed esposto in queste settimane al Mart di Rovereto,
è stato, per una volta, sotto l'insolita lente dei matematici. È ciò che
è avvenuto oggi alle 14.30 nella sala Conferenze del Mart in Corso Bettini. La professoressa Laura Tedeschini Lalli, docente di Istituzioni Matematiche alla Facoltà di Architettura di Roma Tre,
è stata ospite del Dipartimento di Matematica e della SSIS (Scuola di Specializzazione all'Insegnamento Secondario) dell'Università di Trento per il seminario "La geometria policentrica del Novecento e
Picasso".
Arte e matematica, attraverso i secoli, gli stili e gli autori, hanno trovato spesso punti di incontro nel modo di comprendere e riprodurre la realtà. Basti pensare, ad esempio, alle proporzioni impiegate per stabilire i canoni di bellezza dagli antichi, alle tecniche per ricreare la prospettiva, alle suggestioni della geometria iperbolica oppure ai problemi delle cosiddette "tassellazioni" (vale a dire, come riempire tutto lo spazio a disposizione con delle figure, proprio come nelle opere del pittore olandese M.C.
Escher).
L'analisi dell'opera di Picasso parte dalla constatazione del fatto che talvolta i pittori hanno un modo di pensare gli spazi simile a quello dei matematici della stessa epoca. Al di là della consapevolezza dell'artista di tali meccanismi, è possibile, dunque, ripercorrere un itinerario di astrazione, analizzando il quadro - come se si trattasse di un testo letterario - attraverso le logiche della "geometria policentrica". Una geometria, che fa riferimento alle teorie del matematico tedesco Georg Bernard Riemann, e che propone un punto di vista nuovo rispetto alla geometria euclidea e alla prospettiva centrale, che dominano il nostro modo di vedere le cose. La professoressa Tedeschini Lalli
ha guidato i partecipanti in una lettura diversa dell'opera, attraverso una "ricomposizione mentale" dell'opera nello spazio.
|
|