Anno 2 Numero 63 Mercoledì 18.06.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

OPERE D’ARTE: SVILUPPATO NUOVO METODO
PER MONITORARE INQUINAMENTO


www.cnr.it 

Studiosi italiani ed europei si sono riuniti a Roma il 12 e il 13 giugno 2003 presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche, (Piazzale Aldo Moro, 7- Sala Golgi) per la seconda riunione del Progetto MIMIC (Microclimate Indoor Monitoring In Cultural Heritage Preservation): un programma ideato per contrastare gli effetti dell’inquinameno sulle opere d’arte, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del V Programma Quadro e realizzato con il contributo dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR di Roma, dell’Istituto di Fisica Applicata "Nello Carrara" del CNR di Firenze, del Museo dell’El Alcazar in Spagna, del National Trust in Inghilterra, del Museo Nazionale Danese e dell’Istituto per la Fisica Atomica e Molecolare in Olanda

Ogni giorno il patrimonio artistico è a rischio degrado a causa dell’inquinamento. Per conoscere meglio le vere cause del deterioramento delle opere d’arte è stato promosso il progetto MIMIC (Microclimate Indoor Monitoring In Cultural Heritage Preservation), finanziato dalla Commissione Europea e realizzato, nell’ambito del V Programma Quadro, dall’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR di Roma (IIA-CNR), dall’Istituto di Fisica Applicata "Nello Carrara" del CNR di Firenze (IFAC-CNR) e da altre istituzioni scientifiche internazionali. 
I ricercatori hanno stabilito che i rischi per i monumenti dipendono non solo dalle concentrazioni dei singoli inquinanti, come si è creduto sinora, ma anche dall’interazione tra i vari elementi dell’atmosfera che circondano l’opera da proteggere. Per questo motivo è stata sviluppata una tecnica innovativa di campionamento diffusivo, in grado cioè di offrire una mappatura completa dell’area da proteggere, di valutare nel tempo la distribuzione degli inquinanti e di garantire in futuro una conoscenza approfondita del ruolo delle varie sostanze inquinanti presenti nell’aria delle nostre città.
“A differenza del vecchio metodo di campionatura attiva - spiega Ivo Allegrini, Direttore dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR – che porta l’aria a contatto di un rilevatore per mezzo di una pompa, il nuovo metodo si basa sul principio della diffusione molecolare della specie gassosa verso un’opportuna superficie di raccolta”. 
Ma i vantaggi non si limitano ad aspetti squisitamente tecnici: “Il campionatore passivo che abbiamo messo a punto – conclude Franco De Santis, ricercatore dell’IIA-CNR - può essere infatti prodotto a basso costo, è silenzioso, occupa uno spazio ridotto ed è in grado di monitorare contemporaneamente più punti di una stessa area. Risulta quindi decisamente più funzionale rispetto ai campionatori tradizionali e più efficace per combattere gli effetti dell’inquinamento ambientale”.

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