F I U M E

poesie

 

I N D I C E

MISANTROPIA

L'ILLUSIONISTA

LA NOTTE DOPO LA TEMPESTA NOTTURNA

STELLA DELLA SERA

ALMA

SATELLITE

CONCETTO FRAGILE

UNDERGROUND PROGRESS

HEIMAT

L'INQIETANTE DUBBIO

COME UNA GOCCIA LEGGERA .......

L'AMICIZIA

A COLEI CHE SERBA IN UN COFANETTO.....

CANTO OSSESSIVO

AMORE

IL SARTO

FIGURA MITOLOGICA

QUI' SI DORME

LINGUA DI FUOCO

FERRAGLIA

LA PIOGGIA

TABURNO

INDACO

FORME LIBERE NELLO SPAZIO

LA CASA DEL PITTORE

VISIONE SENZA CONTATTO

CARTAPESTA

IRIDE

FIGURA LATINA

NOTTE D'AUTUNNO

ANNIVERSARIO

I SEGNI

OGGI LA NAVE VA'

ROSANGELA

A MANO LIBERA

ALLEGRO NON TROPPO

L'ACQUA PASSA SOTTO I PONTI

CORREZIONE

LA FOCE

  • Introduzione

    Dopo tanti viaggi, pensieri erranti, equilibri, partenze, deserti, finalmente la serenita' interiore.

    La Heimat. Il centro interiore.

    La materia prende forma.

    Il fiume sono io. Io sono l'acqua del mio fiume.

    Un fiume, calmo, agitato, che scorre !

    Un fiume che sciaborda lungo gli argini, travolge i ricordi e li riporta a galla, li culla tra le onde, li sfiora irrorandoli. Che sente il bisogno di riempire, con un foglio ed una penna, il proprio calice e di offrirlo.

     

     

     

    MISANTROPIA

    Nuove frontiere

    nei canali della solitudine.

    Banditi mascherati dai volti

    di personaggi ammiccanti

    in preda alle maledizioni

    di uragani incombenti,

    che noi temiamo.

    Unico indizio

    una traccia sottile sulla sabbia

    che corre ad oriente.

    E ricordi che affiorano soavi,

    ricordi tristi

    e ricordi dolci,

    che nell'istante in cui appaiono

    si smaterializzano,

    dissolvendosi nel cielo

    tra le morbide nuvole,

    che avanzano lievi

    si inerpicano tra i monti,

    si fondono e si dileguano.

    Nuove frontiere

    nel canale della solitudine.

    Rivisitando contatti mendaci,

    con chi ti cerca solo per possederti,

    per rubare un pezzo di te.

    Usato in modo diverso

    da quello che un tempo era

    il tuo sogno, il traguardo, l'arrivo.

    Ed anche allora,

    quando lottavi nelle strade di fango,

    la pietra magenta veniva frugata,

    miseramente, da belve assassine.

    Giusto il tempo di tumulare l'inganno

    e si incontrano nuovi contatti. Mendaci.

    Nuova frontiera

    nel canale della solitudine.

    Gioisco cosė, piu' felice per un olmo

    che si erge verso il cielo,

    ricevendo dai paesaggi

    molti allori, doni e sogni.

    Erro, lasciando da sola la statua

    erosa dal vento dell'est,

    smarrendo la rotta volutamente, erro.

     

     

     

    L'ILLUSIONISTA

    L'illusionista finge

    quando incontra gli esseri umani !

    Egli conosce la propria stazione

    l'isola stretta lontana dal mondo.

    Inespugnabile.

    L'illusionista vorrebbe fingere !

     

     

     

    LA NOTTE DOPO LA TEMPESTA NOTTURNA

    Il giorno dopo la tempesta notturna

    il sonno mi invase.

    Ma la notte dopo la tempesta notturna,

    sveglio e perspicuo,

    volli parlare.

    Eravamo in trentasei,

    poi la lotta fratricida

    ad uno ad uno

    vi ha ucciso.

    Ora siamo rimasti in sei

    e questa notte infida,

    lo sento,

    in tre ci ridurra'.

    Un sentore che ti inebria,

    vago, incerto,

    percepito dal tremore che ti assale

    lungo il corpo.

    Io lo sento.

    Ed in tre siamo rimasti,

    io, la penna

    e questo foglio.

     

     

     

    STELLA DELLA SERA

    Senza luna,

    notte buia

    nell'autunno incombente,

    sollevo lo sguardo

    tra le timide stelle.

    Tu, stella della sera,

    flebile luce,

    rapisci la mente

    del naufrago irsuto,

    bagnato dall'onda del fiume.

    Luce limpida

    stranamente da occidente,

    nuvole alte, imponenti,

    nuvole basse, frastagliate,

    viaggiano lievi.

    Tinteggiano la valle

    di un colore intenso

    e il fondo delle nuvole

    si infiamma.

    Tu, stella del tramonto,

    unica luce chiara

    nel crepuscolo fiammante,

    raggiungi il cuore

    del naufrago irsuto.

    Narri le storie della Natura

    coinvolgendo le sfere della ragione.

    Tu, timida stella,

    lontana,

    lontana...........

     

     

     

    ALMA

    Durante il frugale pasto

    l'orchidea dalle tenui

    sfumature aleggia

    Minuetto perpetuo

    Vetri infranti

    Sfere viaggianti

    Orribili visioni

    Scontri formali

    Odio ancestrale

    Rabbia crepuscolare

    Alma

    figura fragile

    senza confini.

     

     

     

    SATELLITE

    La luce che viene dal sole

    illumina il satellite.

    Lo riscalda.

    Egli brilla da lontano

    come una stella.

    Esegue ininterrottamente

    la sua orbita

    intorno al sole,

    la ripete all'infinito,

    luminoso.

    Il suo nome e' River.

     

     

     

    CONCETTO FRAGILE

    Filigrana davanti agli occhi

    segno fragile nella mente

    astrazione umana

    corroborante liquido

    fluido plastico

    dai valori plastici

    metafora ossessiva

    antimonio metallico

    urgente domanda

    iniquo terrore

    candido frutto

    dolce amore

    fragile

     

     

     

    UNDERGROUND PROGRESS

    Pompa di calore

    Respiro caldo

    Scuotimento sonoro

    Travaso umido

    Energia sotterranea

    Avanzamento veloce

    Nuove sensazioni.

     

     

     

    HEIMAT

    Il centro dell'anima,

    la serenita' interiore.

    Brandisco aste fragili

    che nessuno teme.

    Con il volto fuori dal guscio

    osservo il moto planetario.

    Pullula la storia di figure amene

    pervase da clamori innati.

    Tra trentasette anni

    guardero' la luna ?

    Oggi la contemplo sereno.

     

     

     

    L'INQIETANTE DUBBIO

    Anche se continuo a scivolare,

    sciabordando lungo gli argini

    del mio fiume,

    il dubbio inquietante sempre vivo

    ho, nella mente.

    Per quale sentiero attraversero'

    le cattedrali di ghiaccio

    ascoltando il ritorno delle mie parole,

    l'eco, l'illusione ultima

    della nostra storia ?

    Sara' mattino alla fine della strada

    o notte fonda trovero' ?

    Dubbio irritante.

    Nel viaggio saro' chiamato eroe

    o martire ?

    Poco importa quale sara' il mio nome

    a poco servono le sfide urbane,

    la lotta va' vissuta fino in fondo.

     

     

     

    COME UNA GOCCIA LEGGERA RIESCE

    A FORARE I MURI DI GOMMA

    ATTRAVERSO IL LENTO FLUIRE

    DEI PENSIERI

    Lo scopo della vita nella societa'

    umana, diciamo latina,

    perche' latino sono,

    e' migliorare se stessi

    giorno dopo giorno.

    E cosė goccia dopo goccia

    divento una lama affilata

    che lentamente trafigge

    il muro di gomma

    della cupidigia umana.

    E se la goccia si trasforma

    in cascata, insieme ad altre gocce,

    la societa' latina perduta

    puo' irorrarsi diventando migliore.

    Ebbene la storia finisce

    perche' e' difficile

    congiungere molte gocce

    senza provocare almeno un temporale.

    E il temporale, purtroppo,

    dilegua tantissima acqua

    dalle timide sorgenti.

    Ma continuo, nonostante tutto,

    a migliorare ancora me stesso,

    a migliorare la societa' latina.

     

     

     

    L'AMICIZIA

    Amico, ti voglio parlare

    dei giorni passati, trascorsi,

    e di quelli che verranno

    e di oggi che non sei qu.

    Ascolta.

    Tutto cio' che vedi

    e senti

    e' un'illusione,

    quello che osservi

    o tocchi, con le tue mani

    forti e grandi,

    e' pura agonia lenta,

    l'eutanasia, fredda,

    si percepisce ovunque

    il tuo sguardo si posa.

    Siamo coloro che cercano,

    sempre, e poco trovano,

    nel povero mondo.

    Dalle nostre finestre

    il paesaggio e' brullo,

    arido il corso del torrente,

    umide le pupille,

    ma sempre portiamo

    lo sguardo fuori,

    sempre piu' lontano.

    E cerchiamo, ricerchiamo.

    Abbiamo trovato un'equilibrio,

    precario, leggero, la solidita'

    statica e' ancora lontana.

    Perche' non sei qui ?

    Ascolteresti un lento fluire

    di acqua che parla,

    con confuse parole,

    di utopie vaganti.

    Osserveresti una piccola

    cascata scendere violenta

    nello strapiombo umano.

    Ma non sei qui

    Sei in un tumulo

    di sei piedi e mezzo.

     

     

     

    A COLEI CHE SERBA

    IN UN COFANETTO

    IL MIO CUORE

    Batte,

    a volte lento,

    il cuore

    in uno scrigno

    di legno antico,

    Lo possiede una donna,

    la muta vestale,

    custode austera del mio cuore.

    Ella lo stringe tra le sue

    tenere mani, lo sfiora

    con la punta delle esili dita,

    lo ripone nello scrigno,

    ne ascolta il leggero battito.

    E la mia pietra magenta

    e' in quel luogo,

    dolcemente custodita,

    Tu, donna latina, che lo possiedi,

    sappi che nonostante tutto

    sono felice, felice che il mio cuore

    si trovi nelle tue mani.

     

     

     

    CANTO OSSESSIVO

    Passera' l'autunno

    e un'altro inverno

    si posera' sui tigli spogli,

    sulle colline grigie.

    E nel mio cuore, pure,

    il freddo inverno

    disperdera' il dolore

    con i suoi giorni brevi.

    Passera' anche l'inverno,

    ma mai primavera

    ritornera'.

     

     

     

    AMORE AMORE

    Amo re Amo regine

    A more more.

    Amor e' L'amore e'

    AM ore mattino.

     

     

     

    IL SARTO

    La velocita' ingloba come un vortice

    tanti piccoli pezzetti

    della leggera stoffa.

    Sostanzialmente sgualcito

    il mio vestito, che il sarto

    distratto compose, stupido sarto,

    lasciasti al vento i brandelli

    di stoffa lucida ritagliati dalla tela,

    - lunga fascia tessile di menzogne -.

    Suggello di cera sulla fronte umida

    la falda di un cappello a sonagli,

    il giullare che sono, con quel vestito

    di uno stupido sarto, ma io lo indosso !

    E la metafora e' questa :

    lui lo ritaglia e lo cuce, dice

    che e' bello, ed io lo indosso,

    ma non ci credo. Lui e' contento,

    io deluso, di me stesso.

    Un coltello affilato, lungo, a punta,

    le mie mani si muovono, velocemente,

    la velocita' ingloba come un vortice

    tanti piccoli pezzetti, brandelli

    strappati al mio vestito, dal mio coltello.

    Mendicante cosė divento.

    Non chiedo elemosine, eremita ora sono.

    Truce guerriero, nuotatore, volatile

    argenteo, sublime estasi breve

    ma intensa, mi volatilizzo senza vestito.

    Riappare la mia immagine catturata

    dal cratere - il vortice dei pensieri -

    si ricompone la figura greve, riappare

    l'incanto, lo scontro e' violento.

    Misteri della perduta fascia, che il sarto

    appiccico' deluso, simile alla cintura,

    cordone del saio di tela grezza.

    E corona di spine intorno al capo,

    cinge la fronte e la nuca,

    poteva essere un ramo d'alloro,

    stupido sarto, le spine trafiggono.

    Ultimo grido, il mio vestito si bagna,

    si inzuppa di liquido rosso, corrosivo,

    stratega ora sono, stupido sarto,

    non ci credevi ?

    (si consiglia la lettura in inverno

    sotto un albero di noce, quando piove

    o grandina, e si consiglia di indossare

    un vestito di seta, rosso)

     

     

     

    FIGURA MITOLOGICA

    Tra gatto, gabbiano e delfino,

    terra, cielo e mare.

    Morbido come un micio,

    libero come un gabbiano,

    felice come un delfino.

    La figura mitologica

    e'.

     

     

     

    QUI' SI DORME

    Parlando, parlando

    alla folla distratta,

    le parole aumentano,

    senza risposte le domande.

    ............ma qui si dorme ?

     

     

     

    LINGUA DI FUOCO

    Dal bivacco montano

    si erge una lingua di fuoco

    verso le stelle,

    scoppietta la legna che arde,

    i volti si illuminano gioiosi.

    Capire il libero fluire delle

    lingue di fuoco

    non e' cosa da poco.

     

     

     

    FERRAGLIA

    Triste sguardo

    ai rottami

    di quello che un tempo

    fu' gioiello immortale.

    Ammasso di carcasse arrugginite,

    di vecchie auto, e altre cose

    di ferro, di acciaio,

    figure metalliche sfasciate.

    Cimiteri di macchine.

     

     

     

    LA PIOGGIA

    Sottili gocce di pioggia

    scendono dal cielo,

    morbide,

    leggere.

    Si posano sui capelli,

    sul volto,

    sulle guance.

    Penetrano nel cuore.

    Non bagnano il viso,

    ne' gli abiti,

    trasportano verso il cielo,

    da dove esse provengono.

    E nella nuvola appare la figura

    di un essere bambino,

    che della pioggia gode.

    E mi trasformo in nuvola,

    anch'io, soave fanciullo,

    che vola nel cielo.

    Quando riapro gli occhi,

    un brivido di freddo,

    sono bagnato fradicio,

    ma felice dentro il cuore.

     

     

     

    TABURNO

    Una montagna si erge

    dalla pianura verde.

    Lungo il cammino un forte

    segno plastico.

    Fermo, immobile contemplo,

    l'immagine forte immagazzino

    attraverso le pupille

    e la fisso, bloccandola, nella mente.

    Taburno, montagna brulla

    senza vegetazione,

    morbide forme sui tuoi versanti.

    Di solo forme libere

    e' la tua figura,

    nulla che disturba

    la plasticita' della materia.

    E rivedendo l'immagine catturata,

    lontano dal Taburno,

    percepisco una sottile gioia,

    serenamente morbida.

     

     

     

    INDACO

    Origami leggeri,

    fragili,

    il tuo e' indaco.

    Nesso tra forma,

    colore e materia.

    E' lo spirito.

    Nostalgia

    e sommessa passione

    bramo.

     

     

     

    FORME LIBERE NELLO SPAZIO

    L'architettura

    connette forme libere

    nello spazio

    irrazionale.

    Se non le vedi,

    le puoi pensare.

     

     

     

    LA CASA DEL PITTORE

    Busso all'uscio

    della casa del pittore,

    cigolando la porta si apre,

    la curiosita' mi trasporta

    ad osservare, rapito,

    la figura umana e le pareti,

    di un luogo nuovo alla mia vista.

    La casa del pittore

    profuma di vernice,

    alle pareti nulla

    solo intonaco grezzo,

    nello studio ci sono la tavolozza,

    i pennelli, le tele e .........

    lo studio del pittore

    dai colori forti,

    nasconde un tiepido mistero.

    Per questo nessuno

    vi puo' entrare,

    accedono solo coloro che hanno

    il cranio rotto.

    "E' rotto il teschio suo ? "

    mi chiede il gran maestro,

    rispondo lentamente :

    "La testa e' fratturata

    spaccata, spicconata,

    l'insieme dei suoi cocci

    lo vede qui sul volto,

    e dalle cicatrici aperte

    tracima spesso il sangue,

    ed i capelli anche

    son umidi di plasma".

    Contento che davvero

    il cranio mio e' fracassato,

    il pittore, nella sua casa austera,

    apre la porta del mistero.

    - Open the door and feel the soul -

    ................................

    Ma cosa posso raccontare

    a voi che siete perduti

    dentro un lago ?

    Che in quella stanza c'era

    un grande e immenso mare ?

    Lo scoprirete da soli,

    amici miei terreni,

    quando col cranio

    percuoterete il mondo.

     

     

     

    VISIONE SENZA CONTATTO

    Onde elettromagnetiche

    richiamano ad un contatto.

    Una visione di figura umana, latina,

    che in tarda primavera

    sconvolse l'essere errante,

    con l'incanto utopico di strade

    di fango e di paludi di panna montata,

    sognate,

    pensate,

    trovate nel deserto.

    Ora io fiume che sciaborda,

    che scorre nel suo viaggio

    verso il grande mare,

    rivedo quella visione

    senza contatto

    e senza onde sonore.

    Pura immagine e' la visione !

    Segno plastico,

    figura dai valori plastici,

    silenziosa forma,

    leggera e fragile.

    Alta essenza di goccia

    aulente, richiama al sentire,

    dall'interno, un turbinio di piume

    soffici e morbide,

    da accarezzare dolcemente,

    quando di sera la sfera

    si infiamma con tinte magenta.

     

     

     

    CARTAPESTA

    Alba: livida.

    Ore : cinque e quaranta.

    Luogo : Nowhere.

    Rumori : silenzio assoluto.

    La spirale del moto perpetuo

    sale ascendente,

    ad ogni giro mi trovo

    un gradino piu' in alto.

    Ad ogni foglio segue un foglio.

    Ogni istante e' seguito da un'istante.

    Penombra irreale,

    danza paulista.

    Una linea segna la fine

    tra il cielo (reale)

    e la terra (irreale),

    senza forme il paesaggio.

    La spirale continua

    con moto perpetuo,

    e ascendo.

    Ho trasparenti visioni

    con contorni netti.

    Agito fortemente il capo,

    rotazione fluida di particelle

    sospese nel candore del mattino.

    Un maniero grigio scuro,

    di cartapesta: l'ingresso

    al padiglione del mistero.

    Potente onda d'urto

    con boato assordante,

    e tutto esplode

    disperdendo le parti in gioco

    verso il nulla.

    Silenzio.

    Il moto della spirale cambia verso,

    ora scende, ad ogni giro

    un gradino piu' in basso.

    Rallenta la velocita',

    sempre piu' lento e' il moto,

    L'esodo delle tribu'

    ora e' diaspora.

     

     

     

    IRIDE

    I sette colori

    dell'iride

    si fondono

    nell'arco

    sospeso

    tra est e nord.

    Ad occidente

    sottili strisce

    di nuvole leggere

    trapelano la luce,

    violenta, dell'astro maggiore

    verso l'oriente incantato.

    Al centro il fulcro

    roteante dei significati ;

    la trasformazione

    in sensazione delle immagini visive.

    Si riempie l'ampolla di cristallo,

    tracima il liquido dolce

    irrorando il corpo

    e sollevando lo spirito.

    Connessione fragile

    di segni naturali,

    momento infinitesimamente breve,

    ma dall'infinito valore,

    Senza tempo e spazio,

    le quattro dimensioni

    si annientano.

    Ora io sono.

     

     

     

    FIGURA LATINA

    L'unica figura

    che ha ricevuto

    un segno ispirato

    dalla sua stessa immagine.

    Dolce e statuaria donna latina.

    Dai suoi gesti trapela

    qualcosa di sublime,

    e la sua voce, ancora,

    emana segni d'oblio.

    Poiche' essa e' unica,

    unica donna morbida latina,

    silenziosa figura,

    dolcemente perfetta.

    E l'immagine sua

    contemplo da lontano,

    giovane fiore

    nel giardino della primavera,

    apparso d'incanto

    davanti ai miei occhi.

     

     

     

    NOTTE D'AUTUNNO

    Nelle notti d'autunno

    simbolicamente lancio

    i miei pensieri verso

    l'inverno incombente.

    Giovane ebbrezza turchina

    posando il corpo caldo

    sul giaciglio ed evocando

    gesti mai compiuti.

    E da solo ritorno,

    sfasciato dal ricordo,

    ad invocare un segno

    delle giornate oscure.

    E l'aria, il morbido

    cullare delle onde,

    pianure, colli e

    alberi spogliati,

    sollevano le sponde

    del talamo nuziale.

    Infine mi risveglio.

    Maledetto !

     

     

     

    ANNIVERSARIO

    Dodici anni son trascorsi,

    lunghi e brevi,

    da quel lontano novembre

    dell'ottantuno.

    Una miriade di ricordi,

    tra le parole narrate

    ed i suoni di Claudio,

    si accavallano,

    si fondono,

    si intersecano violenti.

    Cosa sognavo in quel d di novembre ?

    Cosa č passato da quel giorno lontano ?

    Un mondo nuovo esplorai,

    strade di fango ho incontrato,

    persone miope,

    donne di cartapesta

    e uomini mendaci,

    lungo il mio cammino.

    Ora sereno attendo i nuovi giorni,

    sicuro che i sogni di allora

    erano giovani come il mio cuore

    e che i sogni di oggi

    sono maturi come la mia anima.

    E' l'alba di una nuova vita,

    - apre le porte del futuro -

    diversa dai sogni e le speranze

    degli anni oramai trascorsi.

    Questo e' il destino :

    si lotta tenacemente per aprire

    grandi varchi nei muri della vita,

    lentamente si procede, colpo dopo colpo,

    passo dopo passo, ed alla fine

    dallo squarcio ci appare un paesaggio

    diverso da quello cercato.

    Pi bello o piu' brutto che importanza ha ?

    Il varo della nave e' stato fatto.

    Si naviga da tempo nella massa d'acqua.

    Una miriade di ricordi

    si accavallano,

    si fondono,

    si intersecano violenti.

    Leggere gocce salate

    rigano il viso.

     

     

     

    I SEGNI

    Passeggiando tra la massa amorfa,

    tra gente comune e visi sconosciuti.

    Un segno chiaro :

    due occhi incontrano due occhi.

    Scintilla luccicante.

    Lo stesso segno che incontrai

    sulla tela della Primavera (di Botticelli),

    - chiarore che riscalda senza possesso -

    e sono segni, gocce effimere,

    nei brevi momenti di lucidita'.

     

     

     

    OGGI LA NAVE VA'

    Oggi mi lascerai,

    come io lascero' a te

    questi miei fogli,

    e come nove mesi fa'

    lasciai due segni

    persi nell'infinito.

    Dolore fu' quel giorno,

    ed anche oggi tragedia

    investe il mio pensiero.

    .........e la nave va' ?

     

     

     

    ROSANGELA

    Se quella sera t'avessi messo incinta

    oggi sarebbe nata Rosangela, nostra figlia.

    Ma quella sera inseminai me stesso,

    cosė oggi e' nata Rosangela.....mia figlia!

     

     

     

    A MANO LIBERA

    Tra i sussurri di parole

    i suoni delle melodie lontane;

    e' vicina la mia ora,

    presentimento strano di un domani triste.

    Destino irrazionale:

    Amo dunque, amore universale

    mi investe, e a mano libera

    scrivo questa poesia leggera.

    Discende sui miei capelli

    la mano dell'ignoto.

    Toccato nel cuore, dolore e passione

    volteggiano aridi.

    Mi manca ancora la dolcezza,

    non ci sara' mai tramonto,

    ma neppure aurora irradiera'

    di luce il mio misero volto.

    E naufrago nel mare

    mi aggrappo ad un pezzo galleggiante

    del veliero sfasciato,

    la punta dell'albero a babordo.

    Stridio di gabbiani,

    volteggiano anch'essi

    intorno alla scogliera bianca.

    Penso troppo,

    brucio la gola,

    tracanno alcool

    e a mano libera scrivo questa poesia.

     

     

     

    ALLEGRO NON TROPPO

    E cosė ci son voluti quindici anni

    per conoscere le immagini

    trasportate dalla musica.

    Mio Dio come sono invecchiato.

    Ma nulla e' cambiato

    dentro lo scrigno di latta,

    le solite storie,

    intrecci intricati,

    passioni ardenti,

    sommessa passione.

    E allegro, non troppo,

    volteggio indomito

    sulla stagione verde,

    tensioni positive

    sciolgono il nodo

    della malinconia.

    Sono pronto ad incotrar

    la sera, imminente.

    E cosė ci son voluti quindici anni

    per assaporare dal calice della fantasia

    meravigliosi mondi, sublimati dai solchi

    incisi della luna nera.

    Antonio, Maurice, Igor,

    Antonin, Jean, Claude,

    ora mi seguirete ancora

    per il resto dei miei anni,

    accompagnati dalle immagini

    del caleidoscopio,

    sollevati dal tenue

    chiarore delle mie visioni.

     

     

     

    L'ACQUA PASSA SOTTO I PONTI

    La corrente del fiume

    trasporta a velocita' variabile

    la massa d'acqua verso il mare.

    L'acqua passa sotto i ponti.

    Quale segno lascia lungo il suo cammino ?

    L'erosione delle rocce,

    l'avulsione degli argini,

    rami infranti ?

    ....ma passa sotto i ponti ?

    ....se ponti ci sono !

    E l'acqua si ricordera' dei ponti

    che ha attraversato ?

     

     

     

    CORREZIONE

    E' sera .......

    tic tac, tic tac,

    tic tac, tic tac.

    E' tarda sera.......

    tic tac, tic tac,

    tic tac, tic tac.

    E' notte ........

    tic tac, tic tac,

    tic tac, tic tac.

    E' l'alba .......

    tic tac, tic tac,

    tic tac, tic tac.

    Correzione :

    E' tic tac ......

    sera notte, sera notte,

    sera notte, sera notte.

     

     

     

    LA FOCE

    Come previsto !

    Il fiume sbocca nel mare.

    Le parole corrono lontane.

    Non scendono piu'.

    Dalle mie labbra i sussurri

    attraverso la penna

    non cadono sul foglio.

    Si fondono le acque dolci

    con quelle salate.

    E non sento piu'

    il sapore della poesia.

    Desiderio vacuo di continuare

    il corso a ritroso nel tempo.

    Non e' piu' necessario

    risalire la corrente.

    Il salmone si trasforma in squalo.

    Era gia' tutto previsto.

    Il mio fiume che finisce

    - senza angoscia si trasforma -

    ora mare, Mare Nostrum,

    ..........Mediterraneo latino.

    Sponde elleniche, libanese cedro,

    costa azzurra, Espana brava,

    Gibilterra...........oceano

    - di Atlatide memoria -

    Sono perso di nuovo,

    lotto tra il bene ed il male.

    L'uccello lotta per uscire dall'uovo.

    L'uovo non c'e'.

    l'uomo non c'e'.

    Il nuovo "nulla" c'e'.

    Procedo ondeggiante,

    suoni ritmici si alternano :

    -le onde sulla spiaggia,

    -il respiro affannoso,

    -lo sguardo perso all'orizzonte.

    Mai piu' fiume saro !

    Limpido, levigato, morbido,

    portato da una sola corrente.

    Ora la lotta mi attende......

     

     

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