L'ALBERO SECCO

 

 

Un ramo di quercia fu reciso un giorno di dicembre del 1989 sulla collina nei pressi di Casertavecchia chiamata Serrone.

Il valore del ramo secco è aumentato progressivamente, proprio perché ha assunto un segno di esacerbata dignità nei confronti della natura stessa; troncato da un albero vivo, con il tempo aveva perso la linfa vitale, era stato ingabbiato come un animale imbalsamato, restando quindi vicino alla realtà visiva, ma ormai decrepito e irreale nella realtà fisica.

Con la perdita di altri rami non solo non è venuto a mancare il suo simbolo ma anzi ha acquistato un valore più forte, di antico, diventando un essere vivo, in quanto trasformabile nel tempo, che sta invecchiando.

La prima sensazione che si prova nel guardarlo, e che trasmette in modo quasi intuitivo, è il confronto con le sfere della vita umana.

I suoi rami, nati da un albero di dimensioni maggiori (la madre) che a loro volta sfociano in altri rametti (i figli), hanno le forme proprie della descrizione dei percorsi della vita, del pensiero e della mente.

Parte dalla terra nel vaso (la nascita), trova deviazioni poi divisioni nel fusto, che altro non sono che le scelte della vita, con termini e partenze per altri percorsi, e annullamenti in strade senza sbocchi.

Ma anche le forme sempre uguali dei rami rispecchiano la monotonia dei giorni a volte uggiosi.

E i valori propri dell'uomo, i propri ideali, la propria morale, i suoi momenti positivi, negativi, felici e gioiosi, tristi e malinconici, anche loro sono strettamente legati alle semplici forme dell'albero secco.

Un lampo, una scarica di elettricità nell'aria, non ha la forma dell'albero stesso ? E il lampo diventa un bagliore di una visione, un momento di gioia, un incontro violento, una fotografia.

La rete dei vasi sanguigni, le vene, non le possiamo confrontare con la linfa vitale che si muove (muoveva) all'interno del ramo ? Come il trascorrere delle ore del giorno, il battito del cuore, il mangiare, il dormire, ecc.

Ed il sistema nervoso stesso, che dal midollo si propaga per l'intero corpo, fino alla punta delle dita, non si può assimilare ad esso, che dal tronco si perde alla punta dei rametti ? Confrontatelo con le giornate negative, storte, poi giorni felici, gioiosi, più luminosi, poi neri.

E così via per le strade, cittadine o di campagna, autostrade e viottoli, che viste dall'alto si muovono in mille direzioni, in percorsi apparentemente irrazionali.

Un fiume, con i suoi affluenti, le dighe, la foce.

Nel ramo si può vedere di tutto e si possono sentire tante sensazioni umane.

L'albero secco, visto con l'ottica sensibile e trasformato dai pensieri umani, assurge a vette di drammaticità interiore degli esseri stessi che popolano il luogo dove è ubicato.

Una visione sintetica delle tappe della vita intera, dei percorsi passati, presenti e futuri, la mancanza di vita come mancanza di idee, perse nel quotidiano tra mille, e a volte inutili, problemi.

Ma il sapere che le strade continuano, nonostante tutto, lo rendono più gioioso agli occhi di chi lo sta ammirando.

Anche la trasparenza stessa dei suoi rami ha un valore importante. E' presente ma assente, lo vedi ma ti fa vedere oltre, la sua figura è silenziosa, immobile, lo puoi toccare senza paure o remore.

E così un semplice ramo secco diventa un albero di vita, che ti richiama alla vita, passando dai pensieri di ciò che è passato e di quello che porterà il futuro.

L'albero secco, con queste sue incredibili visioni, non morirà mai (anche se fisicamente è già morto), resterà legato alla mente di chi lo vede, lo porterà a pensieri, visioni, sensazioni, può anche far sognare.

Quel ramo non è nulla, ma nello stesso tempo si può trasformare in tutto, a secondo del grado interiore, del pensiero e della sensibilità di chi lo vede.

 

maggio 1993

 

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