XLV

Visitanto la tomba di Burns*

 

 

La città, il cimitero e il sole occiduo,
le nuvole, le piante i colli intorno,
tutto, pur bello, sembra freddo, strano,
come in un sogno che ora è già gran tempo
sognai, ricominciato ora. La breve
pallida Estate dalla malattia
dell'Inverno è strappata quanto dura
il risplendere e spegnersi di un'ora;
sebbene calde come lo zaffiro
raggi non danno mai le loro stelle;
tutto è fredda bellezza, il patimento
non ha mai fine: - perché saggio come
Minosse, chi tien animo a gustare
la realtà della Bellezza, spoglia
del colore di morte che su lei
gettano la malsana fantasia
e il morboso far centro di se stesso?
Spesso, Burns, ti onorai con giusto onore,
O grande Ombra, nasconditi la faccia,
contro i tuoi patrii cieli sto peccando.

*Robert Burns, poeta scozzese.