II

Al fratello Giorgio

 

 

Molte le meraviglie che oggi ho visto:
il sole quando a un tratto baciò via
le lacrime dagli occhi del mattino;
i Grandi a cui la fronte cinse il lauro
che si sporgono in giù dal piumato oro
della sera; l'oceano con la sua
immensità, quel blu fra azzurro e verde,
le sue navi, gli scogli, le caverne,
ciò di cui spera, ciò di cui paventa,
la voce sua misteriosa, quale
chiunque l'ode pensar deve al nulla
ch'egli sarà, al nulla ch'egli è stato.
Anche ora, caro Giorgio, mentre questo
scrivo per voi, appena un poco Cinzia
si affaccia dalla serica cortina,
talché la notte sua di nozze pare
e che un po' ne discopra ella le gioie.
Ma senza il buon compagno del pensiero
di te, cosa sarebbero le tante
meraviglie che aduna il cielo, il mare?