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Medaglia d'oro al valor militare Capitano
del 2° Reggimento Alpini |
Stefanino Curti nasce ad Imola in provincia di Bologna il 12 novembre 1895 da genitori di origini piemontesi, Francesco e Giuseppina Briolo. Qui inizia gli studi poi, seguendo
la famiglia, proseguiti nel ginnasio di Parma e nel liceo di
Genova. Il 5 novembre 1914 entra quale Allievo Ufficiale
nella Scuola Militare di Modena ed al termine del corso
chiede insistentemente di essere ammesso negli Alpini. Il
suo desiderio viene esaudito con la nomina il 30 maggio,
pochi giorni dopo la dichiarazione di guerra all'Austria, a
Sottotenente assegnato al 1° Reggimento Alpini. Il 14
giugno 1915 raggiunge la zona di operazioni in Carnia
destinato al Battaglione Val d'Arroscia. Nel gennaio-marzo
1916 frequenta a Caserta un corso di mitragliere quindi,
promosso Tenente, nei primi di giugno è nuovamente
con il proprio reparto che opera sull'altipiano di Asiago
poi sui contrafforti del Cregnèdul, a duemila metri
di altezza, dove merita un encomio solenne per le
intelligenti osservazioni ed informazioni su movimenti e
difese avversarie. Posto a difesa di Monte Cucco durante
l'offensiva austriaca nel Trentino, a Cucco di Pozzo pochi
giorni dopo si offre volontario per comandare una pattuglia
incaricata di tagliare i reticolati nemici ed assumere
informazioni per il contrattacco. Nel corso di queste azioni
del 7 e 8 luglio viene ferito gravemente alla gamba destra
ed è costretto a trascorrere un anno di degenza negli
ospedali di Brescia e Genova. Per questo suo comportamento
gli viene conferita la medaglia di bronzo al valore
militare. Dimesso dall'ospedale rientra nel giugno 1917 al
fronte ed assegnato al servizio negli Uffici Comando del
12° Gruppo Alpini e successivamente al 6°
Raggruppamento Alpini. Promosso capitano il 23 agosto
assegnato al 2° Reggimento Alpini Battaglione Val
Varaita, che opera in Val Costeana ai piedi delle Tofane,
dal 1° novembre assume il comando della 221^ Compagnia.
Nel frattempo l'offensiva austro-tedesca costringe il nostro
esercito al ripiegamento fino ad attestarsi sulla riva
destra del fiume Piave. Vengono fatti saltare tutti i ponti
escluso quello di Vidor per una eventuale controffensiva.
Con il ritardo dello schieramento delle nostre armate e
resosi necessario trattenere il più possibile il
nemico al di là del Piave viene creata una testa di
ponte sulla sinistra del fiume in corrispondenza dell'unico
passaggio ancora aperto a Vidor. Tre battaglioni alpini, fra
cui il Val Varaita, si schierano a difesa. Il 10 novembre
l'attacco in forze del nemico. Il Capitano Curti, nonostante
le gravi perdite della sua compagnia, contrattacca per tre
volte alla testa dei pochi superstiti fino a quando cade
colpito a morte. Due giorni dopo avrebbe compiuto 22 anni.
Lo stesso nemico ne onora l'eroica morte scavando una fossa
e ricomponendo la salma nel mantello con la rivoltella ed il
cappello. Accanto pone una croce con scritto "Hier ruht ein
tapferer Italiener !" (Qui giace un valoroso italiano). Nel
settembre 1922 la salma viene trasferita da Vidor a
Vigoforte Fiamminga (Mondovì) nella tomba di
famiglia. Nel corso della commovente cerimonia è
conferita ufficialmente alla memoria la medaglia d'oro al
valore militare decretata con Regio Decreto del 1°
novembre 1920. Al Capitano Stefanino Curti vengono intestate
un'ala della caserma del 2° Alpini a Cuneo, la Caserma
di Chianale in Val Varaita, scuole medie a Mondovì e
Genova, e qui anche una via. Ad Imola la Caserma del
Presidio Militare, il Gruppo Alpini, la Sezione degli
Ufficiali in congedo e l'Associazione Cavalieri di Vittorio
Veneto. Anche il Gruppo Alpini di Vidor viene intitolato
all'eroe. Nel 1977 a lui viene intitolata un'area verde ad
Imola, attrezzata a parco giochi e completata con tavoli e
panchine in muratura, frutto dell'iniziativa e lavoro del
locale Gruppo Alpini.
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