Mi domando che madri avete avuto. Se ora vi vedessero al lavoro in un mondo a loro
sconosciuto, presi in un giro mai compiuto d'esperienze così diverse dalle loro, che
sguardo avrebbero negli occhi? Se fossero lì, mentre voi scrivete il vostro pezzo,
conformisti e barocchi, o lo passate a redattori rotti a ogni compromesso, capirebbero
chi siete? Madri vili, con nel viso il timore antico, quello che come un male deforma i
lineamenti in un biancore che li annebbia, li allontana dal cuore, li chiude nel
vecchio rifiuto morale. Madri vili, poverine, preoccupate che i figli conoscano la
viltà per chiedere un posto, per essere pratici, per non offendere anime privilegiate,
per difendersi da ogni pietà. Madri mediocri, che hanno imparato con umiltà di bambine,
di noi, un unico, nudo significato, con anime in cui il mondo è dannato a non dare né
dolore né gioia. Madri mediocri, che non hanno avuto per voi mai una parola d'amore, se
non d'un amore sordidamente muto di bestia, e in esso v'hanno cresciuto, impotenti ai
reali richiami del cuore. Madri servili, abituate da secoli a chinare senza amore la
testa, a trasmettere al loro feto l'antico, vergognoso segreto d'accontentarsi dei
resti della festa. Madri servili, che vi hanno insegnato come il servo può essere
felice odiando chi è, come lui, legato, come può essere, tradendo, beato, e sicuro,
facendo ciò che non dice. Madri feroci, intente a difendere quel poco che, borghesi,
possiedono, la normalità e lo stipendio, quasi con rabbia di chi si vendichi o sia
stretto da un assurdo assedio. Madri feroci, che vi hanno detto: Sopravvivete! Pensate
a voi! Non provate mai pietà o rispetto per nessuno, covate nel petto la vostra
integrità di avvoltoi! Ecco, vili, mediocri, servi, feroci, le vostre povere madri! Che
non hanno vergogna a sapervi nel vostro odio addirittura superbi, se non è questa che
una valle di lacrime. È così che vi appartiene questo mondo: fatti fratelli nelle
opposte passioni, o le patrie nemiche, dal rifiuto profondo a essere diversi: a
rispondere del selvaggio dolore di esser uomini.
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