Insieme,
digiuniamo per la pace!
Noi
cristiani, noi impegnati nelle Associazioni e nei Movimenti,
accogliamo
l’appello del Vescovo Antonio Mattiazzo di un digiuno, insieme, per chiedere a
Dio il dono della pace.
PERCHÉ
Di
fronte alle realtà di guerra presenti in molte parti del mondo (40 conflitti in
atto) e a quelle minacciate, vogliamo pregare insieme e visibilmente il
Dio della Pace, perché è urgente rendere possibile l’impossibile.
E
il digiuno può essere uno strumento straordinario! Andare a toccare il
nostro necessario quotidiano ci costringe a condividere, seppur
limitatamente, l’esperienza di chi manca del necessario. È un disagio che ci
rende attenti e solidali con l’enorme sofferenza umana che abitualmente
non conosciamo.
Il
digiuno costringe ogni persona a rimotivarsi in quasi tutti i
momenti della giornata, chiede profondità e forza interiore, ci rende capaci
di scelte impegnative.
Vorrei
esprimere il mio apprezzamento, il mio incoraggiamento
e
il mio ringraziamento ai promotori dell’importante iniziativa “Insieme
digiuniamo per la pace” e a tutti coloro che vi aderiranno.
Sia
ben chiaro a tutti che si propone il digiuno, non uno
“sciopero della fame”. Il digiuno ha un alto significato e valore
religioso, spirituale e morale. È precisamente
su questo terreno dei valori
autenticamente religiosi, spirituali e morali che si
edifica la pace.
Auspico
che il digiuno comunitario che intraprenderemo sia un segno forte della
coscienza cristiana e civile che salga come invocazione a Dio e parli al cuore
degli uomini per promuovere la pace.
X
Antonio Mattiazzo
CALENDARIO
PROPOSTA DI DIGIUNO
5 marzo MERCOLEDI
DELLE CENERI: DIGIUNO E ASTINENZA = TUTTI
6
Federica Benamati
7
VENERDI DI QUARESIMA: DIGIUNO E ASTINENZA = TUTTI
8
Lisa Dacome
9
I DOMENICA DI QUARESIMA
Cinzia Bianchini
10
Luca e Caterina
11
Valentina Degani
12
Laura Carpi
13
Daniele Boron
14
VENERDI DI QUARESIMA: DIGIUNO E ASTINENZA = TUTTI
15
Gloria Rossetto
16
II DOMENICA DI QUARESIMA
Nicola Ramazzotto
17
Don Angelo
18
Maheba Dacome
19
Elisa Boniolo
20
Matteo Ortoman
21
VENERDI DI QUARESIMA: DIGIUNO E ASTINENZA = TUTTI
22
Nicola Piovan
23
III DOMENICA DI QUARESIMA
Cinzia Bianchini
24
Biagina Ghisellini
25
Rossana Bignato
26
Samanta Previero
27
Sabrina Zamperlin
28
VENERDI DI QUARESIMA: DIGIUNO E ASTINENZA = TUTTI
29
Daniele Boron
30
IV DOMENICA DI QUARESIMA
Irene Borin
31
Gloria Rossetto
1 Aprile
Riccardo Gazziero
2
Nicola Ramazzotto
3
Laura Carp
4
VENERDI DI QUARESIMA: DIGIUNO E ASTINENZA = TUTTI
5
Nicola Piovan
6
V DOMENICA DI QUARESIMA
Rossana Bignato
7
Biagina Ghisellini
8
Maheba Dacome
9
Valentina Degani
10
Irene Borin
11
VENERDI DI QUARESIMA: DIGIUNO E ASTINENZA = TUTTI
12
Don Angelo
13
DOMENICA DELLE PALME
Sabrina Zamperlin
IL
SENSO CRISTIANO DEL DIGIUNO E DELL’ASTINENZA
(Nota
pastorale della C.E.I. del 4 ottobre 1994, festa di san Francesco d’Assisi)
IL
DIGIUNO E L’ASTINENZA
NELLA
VITA ATTUALE DELLA CHIESA
L’originalità del digiuno cristiano
7. Di fronte al rapido mutare delle condizioni sociali
e culturali caratteristico del nostro tempo, e in particolare di fronte al
moltiplicarsi dei contatti interreligiosi e al diffondersi di nuovi fenomeni di
costume, diventa sempre più necessario riscoprire e riaffermare con chiarezza
l’originalità del digiuno e dell’astinenza cristiani. Oggi, infatti, il
digiuno viene praticato per i più svariati motivi e talvolta assume espressioni
per così dire laiche, come quando diventa segno di protesta, di contestazione,
di partecipazione alle aspirazioni e alle lotte degli uomini ingiustamente
trattati. Circa poi l’astinenza da determinati cibi, oggi si stanno
diffondendo tradizioni ascetico-religiose che si presentano non poco diverse da
quella cristiana. Pur guardando con rispetto a queste usanze e prescrizioni -
specialmente a quelle degli ebrei e dei musulmani -, la Chiesa segue il suo
Maestro e Signore, per il quale tutti i cibi sono in sé buoni e non sono
sottoposti ad alcuna proibizione religiosa, e accoglie l’insegnamento
dell’apostolo Paolo che scrive: «Chi mangia, mangia per il Signore, dal
momento che rende grazie a Dio» (Rm 14,6). In tal senso, qualsiasi
pratica di rinuncia trova il suo pieno valore, secondo il pensiero e
l’esperienza della Chiesa, solo se compiuta in comunione viva con Cristo, e
quindi se è animata dalla preghiera ed è orientata alla crescita della libertà
cristiana, mediante il dono di sé nell’esercizio concreto della carità
fraterna. Custodire l’originalità della penitenza cristiana, proporla e
viverla in tutta la ricchezza spirituale del suo contenuto nelle condizioni
attuali di vita è un compito che la Chiesa deve assolvere con grande vigilanza
e coraggio.
Nuove forme penitenziali
10. Le profonde trasformazioni sociali
e culturali, che segnano i costumi di vita del nostro tempo, rendono
problematici, se non addirittura anacronistici e superati, usi e abitudini di
vita fino a ieri da tutti accettati. Per la pratica dell’astinenza, si pensi
alla distinzione tra cibi «magri» e cibi «grassi»: una simile distinzione
porta in sé il rischio di allontanarsi da quella sobrietà che appartiene al
genuino spirito penitenziale e di ricercare di fatto cibi particolarmente
raffinati e costosi, che di per sé non contrastano con le norme tradizionali
fissate dalla Chiesa. Diventa allora necessario ripensare le forme concrete
secondo cui la prassi penitenziale deve essere vissuta dalla Chiesa dei nostri
giorni perché rimanga nella sua originaria verità. Le comunità ecclesiali,
come pure ogni singolo cristiano, sono impegnati a trovare i modi più adatti
per praticare il digiuno e l’astinenza secondo l’autentico spirito della
tradizione della Chiesa, nella fedeltà viva alla loro originalità cristiana.
Questi modi consistono nella privazione e comunque in una più radicale
moderazione non solo del cibo, ma anche di tutto ciò che può essere di qualche
ostacolo ad una vita spirituale pronta al rapporto con Dio nella meditazione e
nella preghiera, ricca e feconda di virtù cristiane e disponibile al servizio
umile e disinteressato del prossimo. Il nostro tempo è caratterizzato, infatti,
da un consumo alimentare che spesso giunge allo spreco e da una corsa sovente
sfrenata verso spese voluttuarie, e, insieme, da diffuse e gravi forme di povertà,
o addirittura di miseria materiale, culturale, morale e spirituale. In
particolare, il divario tra Nord e Sud del mondo presenta abitualmente una
diversità di condizioni economiche e sociali veramente spaventosa. A fronte di
paesi e nazioni del Nord del pianeta, dove vige un tenore di vita molto alto,
intere popolazioni del Sud vivono in condizioni subumane di povertà, di
malattia e di miseria.
Alcuni settori di particolare attenzione
11. Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza spingerà i
credenti non solo a coltivare una più grande sobrietà di vita, ma anche ad
attuare un più lucido e coraggioso discernimento nei confronti delle scelte da
fare in alcuni settori della vita di oggi: lo esige la fedeltà agli impegni del
Battesimo.
Ricordiamo, a titolo di esempio, alcuni comportamenti che possono
facilmente rendere tutti, in qualche modo, schiavi del superfluo e persino
complici dell’ingiustizia:
- il consumo alimentare senza
una giusta regola, accompagnato a volte da un intollerabile spreco di risorse;
- l’uso eccessivo di bevande alcooliche e di fumo;
- la ricerca incessante di cose superflue, accettando acriticamente ogni
moda e ogni sollecitazione della pubblicità commerciale;
- le spese abnormi che talvolta accompagnano le feste popolari e persino
alcune ricorrenze religiose;
- la ricerca smodata di forme di divertimento che non servono al
necessario recupero psicologico e fisico, ma sono fini a se stesse e conducono
ad evadere dalla realtà e dalle proprie responsabilità;
- l’occupazione frenetica,
che non lascia spazio al silenzio, alla riflessione e alla preghiera;
- il ricorso esagerato alla televisione e agli altri mezzi di
comunicazione, che può creare dipendenza, ostacolare la riflessione personale e
impedisce il dialogo in famiglia.
I cristiani sono chiamati dalla grazia di Cristo a comportarsi «come
figli della luce» e quindi a non partecipare «alle opere infruttuose delle
tenebre» (Ef 5,8.11). Così, praticando un giusto «digiuno» in questi
e in altri settori della vita personale e sociale, i cristiani non solo si fanno
solidali con quanti, anche non cristiani, tengono in grande considerazione la
sobrietà di vita come componente essenziale dell’esistenza morale, ma anche
offrono una preziosa testimonianza di fede circa i veri valori della vita umana,
favorendo la nostalgia e la ricerca di quella spiritualità di cui ogni persona
ha grande bisogno.
Il digiuno e la testimonianza di carità
12. Lo stile, con il quale Gesù invita i
discepoli a digiunare, insegna che la mortificazione è sì esercizio di
austerità in chi la pratica, ma non per questo deve diventare motivo di peso e
di tristezza per il prossimo, che attende un atteggiamento sereno e gioioso.
Questa
delicata attenzione agli altri è una caratteristica irrinunciabile del digiuno
cristiano, al punto che esso è sempre stato collegato con la carità: il frutto
economico della privazione del cibo o di altri beni non deve arricchire colui
che digiuna, ma deve servire per aiutare il prossimo bisognoso: «I cristiani
devono dare ai poveri quanto, grazie al digiuno, è stato messo da parte»,
ammonisce la Didascalia degli Apostoli.
In questo senso il digiuno dei cristiani deve diventare un segno concreto
di comunione con chi soffre la fame, e una forma di condivisione e di aiuto con
chi si sforza di costruire una vita sociale più giusta e umana.
DISPOSIZIONI NORMATIVE E
ORIENTAMENTI PASTORALI
Disposizioni normative
13. Concludiamo la presente Nota
pastorale con le seguenti disposizioni normative, che trovano la
loro ispirazione e forza nel canone 1249 del Codice di diritto canonico:
«Per legge divina, tutti i fedeli sono tenuti a fare penitenza, ciascuno a
proprio modo; ma perché tutti siano tra loro uniti da una comune osservanza
della penitenza, vengono stabiliti dei giorni penitenziali in cui i fedeli
attendano in modo speciale alla preghiera, facciano opere di pietà e di carità,
sacrifichino se stessi compiendo più fedelmente i propri doveri e soprattutto
osservando il digiuno e l’astinenza». Queste disposizioni normative sono la
determinazione della disciplina penitenziale della Chiesa universale,
che i canoni 1251 e 1253 del Codice di diritto canonico affidano
alle Conferenze Episcopali.
1) La legge del digiuno «obbliga a
fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po’
di cibo al mattino e alla sera, attenendosi, per la quantità e la qualità,
alle consuetudini locali approvate».
2) La legge dell’astinenza proibisce
l’uso delle carni, come pure dei cibi e delle bevande che, ad un prudente
giudizio, sono da considerarsi come particolarmente ricercati e costosi.
3) Il digiuno e l’astinenza, nel senso
sopra precisato, devono essere osservati il Mercoledì delle Ceneri (o il
primo venerdì di Quaresima per il rito ambrosiano) e il Venerdì della
Passione e Morte del Signore Nostro Gesù Cristo; sono consigliati il
Sabato Santo sino alla Veglia pasquale.
4) L’astinenza deve essere osservata in tutti
i singoli venerdì di Quaresima, a meno che coincidano con un giorno
annoverato tra le solennità (come il 19 o il 25 marzo).
In tutti gli altri venerdì dell’anno, a meno che coincidano
con un giorno annoverato tra le solennità, si deve osservare l’astinenza
nel senso detto oppure si deve compiere qualche altra opera di
penitenza, di preghiera, di carità.
5) Alla legge del digiuno sono
tenuti tutti i maggiorenni fino al 60° anno iniziato; alla legge dell’astinenza
coloro che hanno compiuto il 14° anno di età.
6) Dall’osservanza dell’obbligo
della legge del digiuno e dell’astinenza può scusare una ragione
giusta, come ad esempio la salute. Inoltre, «il parroco, per una giusta causa
e conforme alle disposizioni del Vescovo diocesano, può concedere la dispensa
dall’obbligo di osservare il giorno (...) di penitenza, oppure commutarlo
in altre opere pie; lo stesso può anche il Superiore di un istituto religioso
o di una società di vita apostolica, se sono clericali di diritto pontificio,
relativamente ai propri sudditi e agli altri che vivono giorno e notte nella
loro casa».
Gli animatori
Laura,
Daniele don Angelo