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Piacenza d’Adige      Giovedì 14 Novembre

 

 

 

ad essere educatore

 

 OBIETTIVO:

All’inizio di un nuovo anno di servizio educativo, poniamo l’attenzione sulla chiamata ad essere educatori accogliendo l’invito a farci testimoni dell’amore di Dio. Riscopriamo la gioia di essere chiamati con le nostre originalità e i nostri doni, che diventano preziosi strumenti per intessere relazioni significative.

 

La chiamata dei primi discepoli

Dal vangelo di Marco 1,16-20

 

Un giorno mentre Gesù camminava lungo la riva del lago di Galilea,

Riflettendo su questa espressione usata dall’evangelista, proviamo un senso di casualità nell’episodio, quasi tutto fosse successo per caso. In realtà Marco vuole sottolineare quanto la nostra casualità sia lontana dalla casualità di Dio. Come la  chiamata dei discepoli risulta casuale ai nostri occhi, così anche noi siamo chiamati da Dio proprio quando meno ce l’aspettiamo. Ma ciò che a noi risulta fatto per caso…frutto forse del destino, da Dio è pensato e voluto con una certezza che sembra quasi ovvietà. Sentiamoci quindi nei nostri gruppi parrocchiali creatori di occasioni di “chiamata” di Dio ai ragazzi.

 

 

 

 

vide due pescatori

Siamo Noi! Semplici, umili, unici ma speciali. Se pensiamo infatti al lavoro del pescatore, di sicuro ci immaginiamo una persona umile la cui sussistenza si basa sulle quotidiane reti piene o vuote che trascina a fatica a riva. Come il pescatore era essenziale a se stesso e alla sua famiglia, così noi dobbiamo sentirci essenziali al progetto che Dio ha sulla nostra vita, sulla nostra comunità e sui nostri ragazzi. Il Signore pur toccando la vita ai “pescatori” non la stravolge: non cambia la loro professione…

 

 

 

 

che gettavano le reti: erano Simone e suo fratello Andrea. Egli disse loro: “seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini”.

I discepoli hanno accettato la chiamata, hanno rischiato tutto, si sono abbandonati al suo progetto con fede e fiducia, hanno lasciato tutto per vivere con chi li conosceva da sempre. E noi?

 

 

 

 

Essi abbandonarono subito le reti e lo seguirono. Poco più avanti Gesù vide i due figli di Zebedèo: Giacomo e suo fratello Giovanni che stavano sulla barca e riparavano le reti.

E’ il luogo dell’incontro e della chiamata; rappresenta la quotidianità dei pescatori, al pari della nostra vita quotidiana. Non aspettiamoci chiamate da parte del Signore con luci sfolgoranti, campane e voci profondi e forti….

 

 

 

 

Appena li vide, li chiamò. Essi lasciarono il padre nella barca con gli aiutanti e seguirono Gesù.

Sembra quasi che Gesù conoscesse già i discepoli: non gli sono serviti convenevoli, preamboli o domande di conoscenza… quasi li avesse pensati così come sono…tanto da chiamarli a se con sicurezza, con certezza e senza esitazione.

 

 

1° Attività       Io…chiamato!!!

 

La visione di una sequenza del Film “Gesù” di Zeffirelli, quella della pesca miracolosa ci ha aiutato a mettere in luce la figura di Pietro.

Lui, il discepolo, impulsivo, sicuro di sé, a volte sprezzante, viene scelto da Gesù per essere pietra fondante della Chiesa.

 

A noi educatori c’è stato chiesto di ricercare una NOSTRA qualità, una caratteristica particolare per la quale ci siamo sentiti chiamati all’inizio del nostro servizio educativo, il motivo per cui è stato rivolto proprio a noi quel “seguimi”.

Noi, come perle preziose, siamo stati scelti, noi con i nostri talenti conosciuto e non i quali chi più, chi meno hanno portato frutto con i nostri animati. La biglia di vetro che ci è stata consegnata simbolicamente, vuole rappresentare il prezioso tesoro che ognuno di noi è.

 

  

2° Attività       AMA

 

A partire dal brano del Vangelo letto, in cui Gesù chiama i discepoli a due a due, ci è stato proposto di dividerci in coppie, all’interno delle quali si è cercato di mettere assieme animatori che lavorano assieme, ed è stato affidato loro:

due ami

un foglietto, che poi verrà attaccato all'amo.

Nel foglietto ciascuno di noi a scritto :

 

1.     un aspetto della proprio esperienza di fede che vorrebbe condividere perché lo ritiene essenziale (brano evangelico particolare, esperienza forte, atteggiamento,…..)

2.     un aspetto particolare dell'AC a cui tiene in modo particolare o che vorrebbe valorizzare meglio

3.     un talento personale che vorrebbe "mettere in circolo"

4.     un attenzione educativa a cui tiene molto quando incontra i proprio ragazzi

 

Dopo aver scritto ciascuno per conto proprio, la coppia ha condiviso i quattro punti.

 

  

3°Attività        to…you!   for...you!

 

Gesù fa una promessa chiara ai suoi discepoli “Vi farò diventare pescatori di uomini”. 

Con i talenti che ci sono stati donati ci viene perciò chiesto di andare incontro a delle persone e "metterci in gioco".

A ciascuna coppia è stato chiesto di alzarsi e di andare ad incontrare un'altra coppia, con cui condividere e scambiare i propri ami.

 

 

 

Chiamato

 

CHI:      sono i nostri educatori, coloro che sono “chiamati”                         con tutte le proprie capacità, i propri limiti, le proprie                         energie

 

AMA:    l’educatore è chiamato ad amare, a trafficare i propri                         talenti per intessere relazioni

  

TO:                   è il “to” inglese, il destinatario del nostro messaggio. Sono i soggetti educati.

La chiamata perde senso e significato se non  si ha ben presente chi vogliamo amare.

 

Preghiera conclusiva

 

Mi hai fatto senza fine

questa è la tua volontà.

Questo fragile vaso

continuamente tu vuoti

continuamente lo riempi

di vita sempre nuova.

 

Questo piccolo flauto di canna

hai portato per valli e colline

attraverso esso hai soffiato

melodie eternamente nuove.

 

Quando mi sfiorano le tue mani immortali

questo piccolo cuore si perde

in una gioia senza confini

e canta melodie ineffabili.

Su queste piccole mani

scendono i tuoi doni infiniti.

Passano le età, e tu continui a versare,

e ancora c’è spazio da riempire.

 

(Tagore)