Un
giorno mentre
Gesù camminava lungo la riva del lago di Galilea,
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Riflettendo su questa espressione usata
dall’evangelista, proviamo un senso di casualità
nell’episodio, quasi tutto fosse successo per caso. In realtà Marco
vuole sottolineare quanto la nostra casualità sia lontana dalla casualità
di Dio. Come la chiamata dei
discepoli risulta casuale ai nostri occhi, così anche noi siamo chiamati
da Dio proprio quando meno ce l’aspettiamo. Ma ciò che a noi risulta
fatto per caso…frutto forse del destino, da Dio è pensato e voluto con
una certezza che sembra quasi ovvietà. Sentiamoci quindi nei nostri
gruppi parrocchiali creatori di occasioni di “chiamata” di Dio ai
ragazzi.
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vide
due pescatori
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Siamo Noi! Semplici, umili, unici ma speciali. Se
pensiamo infatti al lavoro del pescatore, di sicuro ci immaginiamo una
persona umile la cui sussistenza si basa sulle quotidiane reti piene o
vuote che trascina a fatica a riva. Come il pescatore era essenziale
a se stesso e alla sua famiglia, così noi dobbiamo sentirci essenziali al
progetto che Dio ha sulla nostra vita, sulla nostra comunità e sui nostri
ragazzi. Il Signore pur toccando la vita ai “pescatori” non la
stravolge: non cambia la loro professione…
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che
gettavano le reti: erano Simone
e suo fratello Andrea. Egli disse loro: “seguitemi, vi farò diventare
pescatori di uomini”. |
I discepoli hanno accettato la chiamata, hanno
rischiato tutto, si sono abbandonati al suo progetto con fede e fiducia,
hanno lasciato tutto per vivere con chi li conosceva da sempre. E noi?
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Essi
abbandonarono subito le reti e
lo seguirono. Poco più avanti
Gesù vide i due figli di Zebedèo: Giacomo e suo fratello Giovanni che
stavano sulla barca e riparavano le reti.
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E’ il luogo dell’incontro e della chiamata;
rappresenta la quotidianità dei
pescatori, al pari della nostra vita quotidiana. Non aspettiamoci chiamate
da parte del Signore con luci sfolgoranti, campane e voci profondi e
forti….
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Appena
li vide,
li chiamò. Essi lasciarono il
padre nella barca con gli aiutanti e seguirono
Gesù.
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Sembra quasi che Gesù conoscesse già i discepoli:
non gli sono serviti convenevoli, preamboli o domande di conoscenza…
quasi li avesse pensati così come sono…tanto da chiamarli a se con
sicurezza, con certezza e senza esitazione.
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1° Attività
Io…chiamato!!!
La visione di una sequenza del
Film “Gesù” di Zeffirelli, quella della pesca miracolosa ci ha aiutato a
mettere in luce la figura di Pietro.
Lui, il discepolo, impulsivo,
sicuro di sé, a volte sprezzante, viene scelto da Gesù per essere pietra
fondante della Chiesa.
A noi educatori c’è stato
chiesto di ricercare una NOSTRA qualità, una caratteristica particolare per la
quale ci siamo sentiti chiamati all’inizio del nostro servizio educativo, il
motivo per cui è stato rivolto proprio a noi quel “seguimi”.
Noi, come perle preziose, siamo stati scelti, noi con i
nostri talenti conosciuto e non i quali chi più, chi meno hanno portato frutto
con i nostri animati. La biglia di vetro che ci è stata consegnata
simbolicamente, vuole rappresentare il prezioso tesoro che ognuno di noi è.
2° Attività
AMA
A partire dal brano del Vangelo
letto, in cui Gesù chiama i discepoli a due a due, ci è stato proposto di
dividerci in coppie, all’interno delle quali si è cercato di mettere assieme
animatori che lavorano assieme, ed è stato affidato loro:
due ami
un foglietto, che poi verrà attaccato all'amo.
Nel foglietto ciascuno di noi a scritto :
1.
un aspetto della proprio esperienza di fede che vorrebbe condividere
perché lo ritiene essenziale (brano evangelico particolare, esperienza forte,
atteggiamento,…..)
2.
un aspetto particolare dell'AC a cui tiene in modo particolare o che
vorrebbe valorizzare meglio
3.
un talento personale che vorrebbe "mettere in circolo"
4.
un attenzione educativa a cui tiene molto quando incontra i proprio
ragazzi
Dopo aver scritto ciascuno per conto proprio, la coppia ha
condiviso i quattro punti.
3°Attività
to…you! for...you!
Gesù fa una promessa chiara ai
suoi discepoli “Vi farò diventare pescatori di uomini”.
Con i talenti che ci sono stati
donati ci viene perciò chiesto di andare incontro a delle persone e
"metterci in gioco".
A ciascuna coppia è stato chiesto di alzarsi e di andare
ad incontrare un'altra coppia, con cui condividere e scambiare i propri ami.
Chiamato
CHI:
sono i
nostri educatori, coloro che sono “chiamati”
con tutte le proprie capacità, i propri limiti, le proprie
energie
AMA: l’educatore
è chiamato ad amare, a trafficare i propri
talenti per intessere relazioni
TO:
è il “to” inglese, il destinatario del nostro
messaggio. Sono i soggetti educati.
La chiamata perde senso e significato se non
si ha ben presente chi vogliamo amare.
Preghiera
conclusiva
Mi
hai fatto senza fine
questa
è la tua volontà.
Questo
fragile vaso
continuamente
tu vuoti
continuamente
lo riempi
di
vita sempre nuova.
Questo
piccolo flauto di canna
hai
portato per valli e colline
attraverso
esso hai soffiato
melodie
eternamente nuove.
Quando
mi sfiorano le tue mani immortali
questo
piccolo cuore si perde
in
una gioia senza confini
e
canta melodie ineffabili.
Su
queste piccole mani
scendono
i tuoi doni infiniti.
Passano
le età, e tu continui a versare,
e
ancora c’è spazio da riempire.
(Tagore)