L'archivio notarile (1392 - 1872)

L' Archivio Notarile costituisce un corpus di documentazione di notevole interesse storico non solo per Velletri che lo custodisce, ma anche per alcune città e paesi vicini, che facevano parte della sua circoscrizione mandamentale.

E' nota l'importanza che nel passato rivestiva la figura del notaio al quale si ricorreva coi grande frequenza, per ogni atto riguardante vari aspetti della vita sociale come, ad esempio testamenti, contratti matrimoniali, dichiarazioni testimoniali, contratti di compravendita e d'affitto. Questo personaggio dotato di publica fides, con la sua firma e con il suo signum (contrassegno personale disegnato a penna o apposto con un timbro sul documento), attestava l'autenticità e la rispondenza del documento stesso ai requisiti previsti dalla legge.

A richiesta dell'interessato, il notaio stendeva la minuta dell'atto che successivamente veniva trascritta in mundum, ossia in bella copia, e consegnata agli interessati. La raccolta delle minute degli atti costituivano i protocolli notarili, i quali venivano rilegati in volumi contenenti uno o più anni. La scrittura, per lo più in latino nei secoli XV e XVI, è non sempre di facile comprensione, abbondando anche di segni. Alla morte del notaio o alla cessazione della sua attività, gli eredi erano tenuti alla consegna dei protocolli all'Archivio della città, dove venivano conservati e utilizzati per il rilascio di copie autentiche. Questo per quanto riguarda i protocolli.
Gli archivi pubblici custodivano, inoltre, copia degli atti che il notaio doveva depositare al momento del loro rilascio; ciò a garanzia di eventuali contestazioni che avrebbero potuto sorgere in seguito.

Non abbiamo un riferimento preciso su quando venne costituito il primo nucleo dell' Archivio notarile di Velletri, ma questo potrebbe essere anteriore alla data del primo protocollo che ci è pervenuto (1392). Dopo la costruzione del Palazzo Comunale, sappiamo che nel 1615 gli atti notarili venivano conservati, al piano terreno, in un ampia camera con un soffitto a volta, munita di quattro finestre protette da inferriate. Essi erano contenuti in credenze dotate di serrature ed alla custodia dell'ufficio era preposto un archivista scelto fra i notai più preparati. Appunto dalle macerie del Palazzo Comunale, completamente distrutto dai bombardamenti dell'ultima guerra, furono recuperati i volumi che ci sono pervenuti, alcuni purtroppo anche danneggiati.

L'Archivio è costituito da oltre duemila tomi. Fra questi la serie più interessante è quella dei protocolli notarili dei notai veliterni, formata da n. 1589 volumi, che coprono un periodo che va dal 1392 al 1872. La maggior parte dei tomi fino al XVII secolo sono rilegati in pergamena, alcuni riutilizzando documenti più antichi o coevi.

Vi sono anche atti provenienti dai soppressi archivi di Cori e Valmontone e copie d'archivio di Cisterna, Roccamassima, Sermoneta, e Norma, tutti datati nella prima metà del 1800.

Fondamentale è quindi l'importanza di questo insieme di documenti per gli studiosi e gli appassionati di storia non solo locale ma anche dello Stato della Chiesa, al quale per tanti secoli Velletri fu unita e alle cui vicende prese parte attiva. Possiamo dire che in queste carte è conservata la memoria storica della nostra Città e dei suoi abitanti e molti dei cognomi contenuti nei manoscritti sono ancor oggi presenti fra noi, a prova della continuità che unisce il nostro presente ad un passato anche lontano.

Attualmente è in corso l'inventario e la riorganizzazione dell'archivio, per i quali saranno necessari alcuni anni di lavoro.