Roma vista da grandi scrittori
da un'idea di Manuela-Mangu di Roma
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fini di studio e di divulgazione culturale ; qualsiasi sfruttamento commerciale
è vietato. Le opere appartengono ai rispettivi autori ed editori.
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SCRIVIMI !
Roma ne' "La ciociara" (Alberto Moravia)
(...) "Finalmente, ecco apparire in fondo alla pianura distesa e verde, una lunga striscia di colore incerto, tra il bianco e il giallo; i sobborghi di Roma. E dietro questa striscia, sovrastandola, grigia sullo sfondo del cielo grigio, lontanissima, eppure chiara, la cupola di San Pietro. Dio sa se avevo sperato durante tutto l'anno di rivedere, laggiù all'orizzonte, quella cara cupola, così piccola e al tempo stesso così grande da potere essere quasi scambiata per un accidente del terreno, per una collina o una montagnola; così solida benchè non più che un'ombra; così rassicurante perchè familiare e mille volte vista ed osservata. Quella cupola, per me, non era soltanto Roma ma la mia vita di Roma, la serenità dei giorni che si vivono in pace con se stessi e con gli altri. Laggiù in fondo all'orizzonte, quella cupola mi diceva che io potevo ormai tornare fiduciosa a casa e la vecchia vita avrebbe ripreso il suo corso, pur dopo tanti cambiamenti e tante tragedie. (...)
"La ciociara" (Alberto Moravia) - RCS libri S.p.a. - tutti i diritti riservati
Roma nelle "Memorie di Adriano" (Marguerite Yourcenar)
(...) "La notte che seguì quelle
celebrazioni, da una terrazza guardai divampare Roma. Erano fuochi di gioia
e valevano bene gli' incendi voluti da Nerone ; ed erano quasi altrettanto
paurosi. Roma : crogiolo e fornace al tempo stesso, metallo che ribolle ;
martello si, ma anche incudine , prova visibile dei mutamenti e dei ricorsi
della storia, uno dei luoghi al mondo dove l'uomo avrà vissuto più
tumultuosamente.
La conflagrazione di Troia, donde un profugo
era scappato, portando con sè il vecchio padre, il figlio giovinetto
e i suoi Lari, si concludeva quella sera in quelle alte, gioiose fiammate.
Pensavo pure, con una sorta di terrore sacro, agli incendi dell'avvenire.
Quei milioni di vite passate, presenti e future, quegli edifici recenti,
nati su edifici antichi e seguiti a loro volta da edifici ancora da costruirsi,
mi sembra si susseguissero nel tempo, simili alle onde ; per un caso quella
notte gl'immensi marosi venivano a infrangersi ai miei piedi." (...)
"Memorie di Adriano" (Marguerite Yourcenar)
Einaudi editore, tutti i diritti riservati
(...) Roma non è più Roma.
Dovrà riconoscersi nella metà del mondo o perire. I tetti,
le terrazze, gli isolati chc il sole al tramonto colora di rosa e d'oro non
sono più, come al tempo dei re, timorosamente circondati di mura :
queste, le ho ricostruite in gran parte io stesso lungo le foreste della Germania,
nelle lande della Britannia.
Tutte le volte che, alla svolta d'una strada
assolata, ho levato lo sguardo da lungo su un'acropoli greca, sulla sua città,
perfetta come un fiore , unita alla sua collina come il calice allo stelo,
ho sentito che quella pianta incomparabile trovava un limite nella sua stessa
perfezione, raggiunta in un dato punto dello spazio, in una definita frazione
di tempo. Come quella delle piante, l'unica sua possibilità di espandersi
consiste nel seme: quel germe di idee mediante le quali la Grecia ha fecondato
il mondo. Ma Roma, più opulenta, più informe, adagiata senza
contorni netti lungo il suo fiume, nella sua pianura, si disponeva verso sviluppi
più vasti : La città è divenuta lo Stato. Avrei voluto
che lo Stato si ampliasse ancora, divenisse ordine del mondo, ordine delle
cose. Le virtù che erano sufficienti per la piccola città dei
sette colli avrebbero dovuto farsi duttili, varie, per adeguarsi a tutta la
terra. Roma, che io per primo osai qualificare eterna, si sarebbe assimilato
sempre più alle dee madri dell'Asia (...)
Ma qualsiasi creazione umana che pretenda
all'eternità è costretta ad adattarsi al ritmo mutevole dei
grandi eventi della natura, conformarsi al mutare degli astri.
La nostra Roma non è più ormai
la borgata pastorale dei tempi di Evandro, culla d'un avvenire che in parte
è già passato ; la Roma predatrice della Repubblica ha già
svolto la sua funzione, la folle capitale dei primi Cesari tende già
a rinsavire da sè ; altre Rome verranno e io non so immaginarne il
volto ; ma avrò contribuito a formarlo.
Quando visitavo le città antiche,
città sacre, ma morte, senza alcun valore attuale per la razza umana,
mi ripromettevo di evitare alla mia Roma quel destino pietrificato d'una Tebe,
d'una Babilonia, d'una Tiro.
Roma sarebbe sfuggita al suo corpo di pietra
, e come Stato, come cittadinanza, come Repubblica si sarebbe composta un'immortalità
più sicura. (....)
Nella più piccola città, ovunque
ci siano magistrati intenti a verificare i pesi dei mercanti, a spazzare
e illuminare le strade, a opporsi all'anarchia, all'incuria, alle ingiustizie,
alla paura, a interpretare le leggi al lume della ragione, lì
Roma vivrà. Roma non perirà che con l'ultima città degli
uomini.(...)
"Memorie di Adriano" (Marguerite Yourcenar)
Einaudi editore, tutti i diritti riservati
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Roma vista da Gogol:
"Ti innamori di Roma lentamente ma per
tutta la vita" (inviata da Madlena, Bulgaria)
Roma vista da Goethe:
"Sì, sono arrivato finalmente in
questa capitale del mondo!....Attraverso le Alpi tirolesi son passato quasi
di volo... L'ansia di arrivare a Roma era così grande ed aumentava
talmente ad ogni istante, che non potevo più star fermo, e a Firenze
non mi son trattenuto che tre ore. Eccomi ora a Roma, tranquillo, e, a quanto
sembra, acquietato per tutta la vita... Tutti i sogni della mia giovinezza
ora li vedo vivi; le prime incisioni di cui mi ricordo (mio padre aveva collocato
in un'anticamera le vedute di Roma), ora le vedo nella realtà e tutto
ciò che da tempo conoscevo, di quadri e disegni, di rami o di incisioni
in legno, di gessi o di sugheri, tutto ora mi sta raccolto innanzi agli occhi,
e dovunque io vada, trovo un'antica conoscenza in un mondo forestiero. Tutto
è come lo immaginavo e tutto è nuovo.
Non c'è che una Roma al mondo ed
io mi trovo qui come un pesce nell'acqua e vi nuoto e galleggio come la bollicina
galleggia sopra il mercurio, mentre affonderebbe in qualsiasi altro fluido.
Non ci deve abbattere il pensiero che la
grandezza è passeggera; ma piuttosto, riflettendo che il passato è
stato grande, dobbiamo acquistar coraggio per produrre anche noi qualcosa
di notevole, che a sua volta, anche quando sarà caduto in rovina, ecciti
i posteri a una nobile attività, come non hanno mai mancato di fare
i nostri predecessori."
Roma vista da Stendhal:
"Al viaggiatore direi: arrivando a Roma,
non si lasci convincere da nessun consiglio, non compri alcun libro, il tempo
della curiosità e della scienza sostituirà presto quello delle
emozioni.
Qualche giorno fa un Inglese è arrivato
a Roma con i suoi cavalli che l'hanno portato qui dall'Inghilterra. Non ha
voluto un cicerone e, malgrado la sentinella, è entrato a cavallo nel
Colosseo. Vi ha visto un centinaio di operai che lavorano in continuazione
per consolidare qualche pezzo di muro crollato in seguito alle piogge. L'Inglese
li ha guardati fare, poi la sera ci ha detto: "Oh! Il Colosseo è
la cosa più bella che ho visto a Roma. Questo edificio mi piace, sarà
magnifico quando sarà finito". Credeva che quegli uomini stessero costruendo
il Colosseo."
"Dal tavolo su cui scrivo vedo i tre quarti
di Roma; e, davanti a me, dall'altra parte della città, si alza maestosa
la cupola di San Pietro. La sera, quando tramonta il sole, la scorgo attraverso
le vetrate di San Pietro e una mezz'ora dopo questa cupola ammirevole si staglia
su questa tinta così pura di un crepuscolo arancione sormontato nell'alto
del cielo da qualche stella che comincia ad apparire. Niente al mondo può
essere paragonato a questo spettacolo. L'anima si leva attenta, una felicità
serena la penetra tutta. Ma mi sembra che per essere all'altezza di queste
sensazioni, occorre amare e conoscere Roma da molto tempo. Un giovane che
non ha mai conosciuto l'infelicità non le comprenderebbe. Stendhal."
Roma vista da Zola:
"Ah! Roma, Roma meravigliosa e deliziosa! Si viveva nell'atmosfera del tempo, poveri come Giobbe, nella gioia continua di respirarne l'incanto."
Roma vista da Taine:
"Quel che vi è di più affascinante
qui, è quello che si incontra camminando, senza aspettarselo.
...Ciò è grande, ecco l'idea
che torna incessantemente alla mente. Niente di mediocre, di comune o di piatto:
non esiste strada o edificio che non abbia un suo carattere, un carattere
netto e forte. Nessuna regola uniforme e restrittiva è venuta ad appiattire
e disciplinare questi casermoni. Ognuno è cresciuto a modo suo, senza
preoccuparsi degli altri, e questa accozzaglia è bella come il disordine
dell'atelier di un grande artista."
"Si potrebbe restare qui tre o quattro anni e non si finirebbe mai di imparare. E' il più grande museo del mondo. Tutti i secoli vi hanno lasciato una traccia. Cosa vi si può vedere in un mese?"
Roma vista da Gracq:
"...Ma Roma, al contrario, è piena di queste piazze e piazzette alle quali non conduce nessuna via importante, e nelle quali si scivola all'improvviso come nella camera centrale di un labirinto: e ciò non vale solo per piazza Navona, ma anche per piazza del Campidoglio, per quella dei cavalieri di Malta e di Fontana di Trevi. Lo spettacolo cittadino si svolge spesso, per il passeggiatore solitario, in questi alveoli protetti il cui accesso inaspettato si offre a voi non tanto come utilizzo di una pubblica comodità, quanto come un favore privato"
Roma vista da Pirandello
Il protagonista de "Il fu Mattia Pascal",
in fuga dal mondo, trova una camera in Via di Ripetta, a due passi da
Piazza del Popolo ; ecco le sue sensazioni in un passo del romanzo :
"...Mi sentii allargare il petto, all'aria, alla luce che entravano per due ampie finestre prospicenti il fiume. Si vedeva in fondo Monte Mario, Ponte Margherita e tutto il nuovo quartiere Prati fino a Castel S.Angelo; si dominava il vecchio ponte di Ripetta e il nuovo che vi si costruiva accanto; più in là il Ponte Umberto e tutte le vecchie case di Tordinona che seguivan la voluta ampia del fiume; in fondo, da quest'altra parte, si scorgevano le verdi alture del Gianicolo, col Fontanone di San Pietro in Montorio e la statua equestre di Garibaldi. " (Luigi Pirandello, "Il fu Mattia Pascal")
Roma vista da Pasolini
Pierpaolo Pasolini, non romano ma eccelso
interprete di una certa Roma, popolare, "borgatara" (da "Ragazzi di vita"
al film "Accattone"), descrive così i quartieri periferici della città
:
..."Già si accendono
i lumi, costellando
Via Zabaglia, Via Franklin,
l'intero
Testaccio, disadorno
tra il suo grande
lurido monte, i lungoteveri,
il nero
fondale, oltre il fiume,
che Monteverde
ammassa o sfuma invisibile
sul cielo."
(Pier Paolo Pasolini, "Le ceneri di Gramsci")