Detti

Dà i nòs lìbèr - Dai nostri libri

I proverbi che seguono sono ricavati da alcuni antichi libri o da rari "lünàre" (= almanacchi popolari o lunari)  Di questi motti non sono state trovate delle traduzioni . Li riportiamo lo stesso, per dovere storico, ma non è certo che siano stati presenti nella parlata locale. Si tratta di motti o proverbi che risalgono a non meno del XVIII secolo, in cui la Valle  era, da tempo, sotto l’influenza culturale anche della Serenissima Repubblica Veneta, alcuni sono databili precedentemente, al medio evo, mentre altri sono di chiara origine pre-medievale o romana.

Buon mercato inganna chi va al mercato
Dopo il fatto ognuno è savio
Chi serve al vizio, attende il supplizio
Chi vuole contento il core, ami il suo Creatore
Chi mira Dio presente, dalla colpa sta lontano
Dio dà il giudizio, e poi dice: adopralo
L'avaro buono è l'avaro del tempo
Molto vale e poco costa, a mal parlar buona risposta
Non si comincia bene se non dal cielo
L'ubbidienza è santa
Al ben far non far dimora, perché presto passa l'ora
Chi si mette fra la semola, gli asini lo mangiano
Con ragion patisce, chi senza ragion piatisce
I guai non sono buoni col pane
Imprendi e continua
Chi non s'avventura non ha ventura
Delizie temporali portano mille mali
Chi lavora da beffe, stenta daddovero
Un buon pentirsi non fu mai tardi
Chi altri giudica sé condanna
Chi vuol lavor mal fatto, lo paghi innanzi tratto
Amicizia e nimistà non sta ferma in verde età
L'ordine è pane, il disordine è fame
Chi a piati s'avvicina, a miseria s'incammina
Giovane senza esercizio, ne va sempre in precipizio
Altro è dire altro è fare
Esperienza, madre di scienza
L'economia è una gran raccolta
Chi entra mallevatore, entra pagatore
Ognuno del canto suo cura si prenda
Tanto va la rana al poggio, che ci lascia la pelle
Chi altri tribola sé non posa
Chi tocca la pece s'imbratta
Al maggiore deesi l'onore
Chi acquista riputazione acquista roba
Chi tiene il piede in due staffe, spesso si trova fuori
L'oro si affina nel fuoco, e l'amico nelle sventure
Grave cura non ti punga, e sarà tua vita lunga
Niente facendo s'impara a far male
Chi cava e non mette, le possessioni si disfanno
Dagli effetti si conoscono gli affetti
Chi non semina, non raccoglie
A gusto guasto non è buono alcun pasto
Lavoro è sanità
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