2 parte : MATERIA DELL'OPERA

LA SOSTANZA DOPPIA PRIMORDIALE
APSU E TIAMATH

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Nikas


Cerchio,Allume,Sostanza primordiale,il Caos,Sale Filosofico,Tiamath. La Madre divina. Il principio passivo . Apsu l’abisso senza fondo,il Fuoco interiore,il padre e principio attivo
La materia dell’opera di cui noi ci proponiamo è la materia che gli antichi avevano denominato in Archè,semplice principio dei principi. Gli jonici si convinsero che, al di sopra di tutto, esiste una realtà unica ed eterna, di cui ciò che esiste è passeggera e manifestazione. Denominarono tale sostanza archè (= principio), intendendo la materia(qui per materia si intende il soggetto della sostanza e non certamente la materia fisica) da cui tutte le cose derivano e la forza o la legge spiega loro nascita e morte. Essi ritengono che la materia primordiale sia fornita di una forza intrinseca che la fa muovere.  Il Panteismo dice :(= tutto è Dio): essi tendono ad identificare il principio eterno del mondo con la divinità. Tale forza intrinseca rivela che la stessa sostanza possieda come qualità questo attributo necessario a se stesso come diverso e opposta a se stessa e quindi denota una doppia possibilità della sostanza stessa. Tutto ciò ci porta a credere che la sostanza sia doppia di genere e di polarità o due possibili qualità di una unica e sola individualità;una ma doppia per essere tale quale essa è in se stessa. Una sostanza assoluta inimmaginabile se estesa all’infinito o no o circoscritta e racchiusa in se stessa dal momento che non esiste uno spazio e un luogo in quanto essa li contiene. È tutto un gioco di parole che si prendono gioco del nostro modo di descriverla,ma ciò non toglie che essa è sempre esistita ab-terna al di là di ogni manifestazione e sterna a essa per il fatto che essa contiene il tutto e il nulla. Sostanza doppia abbiamo detto,in quanto necessita una forza capace di uscire da se stessa sostanza divenendo potenza creativa cosciente di sé.
La nostra materia dell’ opera vuoi di studio e vuoi come sostanza increata si presentava come Sostanza diluita all’estremo  priva di ogni qualità. Come gas,esteso in ogni dove e in ogni direzione. Sostanza primordiale estesa all’infinito,impalpabile  trasparente,uniforme e indifferenziata,chiamata anche Sale filosofico per eccellenza . E’la purezza primordiale,in cui si trova confuso,sommerso nell’omogeneità,tutti gli elementi o attributi o, ciò che prende forma e qualità distintive. Gli antichi babilonesi la chiamarono col nome  Tiamath(acque primordiali) la sposa di Apsu prima che venga  trasformata dalla sua limpidezza in acqua fangosa e salata causata dal risveglio turbolente del consorte o principio individuale o forza interiore da cui sarà tratta la creazione. La sostanza prima del risveglio di Apsu è senza principio di individuazione. La Cosa in Sé. La Vita senza ne causa e ne motivo di essere,ma esistente.
La materia dell’opera  divina è la stessa componente della materia umana ,per cui ogni accenno metafisicamente fatta alla sostanza primordiale che è il Dio sia come nulla che come tutto riguardano la nostra natura di essere e non essere.
Di contrapposta a questa sostanza passiva abbiamo un azione attiva che parte dal centro di se stessa,è la forza mascolina che mette in atto la sua volontà creatrice:

       sostanza diluita all’estremo

 

l’opera iniziatica inizia sempre da un centro,come la forza centrale dell’abisso di Apsu;un centro che per noi è  interiore da cui proprio di questo centro dobbiamo conoscere e sapere di cosa parliamo. Per arrivare a comprendere la natura interiore di questo centro di cui noi tutti ne portiamo il sigillo,è giusto per conoscerlo iniziare proprio da questo mistero che pian piano porterà alla luce la natura intima e buia(almeno intellettualmente) della nostra matrice o quanto(in fisica) fino alla ragione della coscienza. Simbolicamente parlando,volendoci raffigurare l’unità non c’è nulla di più adatto che una linea unica,le cui estremità li ricongiungiamo per annullarsi una nell’altra. Questo è come dire un cerchio.

 

34Prendendo invece in esempio un  tratto:   


Poiché  vi si distingue una linea troncata,l’immagine è quella di un  Ternario, se si tiene conto del tratto e delle sue estremità.
Questo ternario noi lo osserviamo anche nel cerchio scrutando bene la parte esterna,la parte interna e quella che marca (evidenziata a trattini) e separa le due dimensioni. Nel cerchio possiamo notare come un limite o forma circonferenziale separa  la natura interiore circoscritta da quella esteriore infinita.


                                                                    
 

 


Questo ci insegna che ogni cosa ad immagine della Natura divina è composta da una natura interiore atta a manifestarsi all’esterno e da una natura esteriore atta a manifestarsi all’interno. Da una parte lo spirito che vuole liberarsi e creare,dall’altra la materia che vuole opprimere e cristallizzare lo spirito. Forza di attrazione e forza di repulsione che troviamo necessariamente. Nello spirito o zolfo il fuoco interiore che sprigiona l’energia o anima verso la materia,e la materia che si oppone riflettendo la stessa energia verso il centro,la cui reazione è la formazione di uno stato intermedio chiamato Sale che a sua volta si costituisce del fuoco interiore e del fuoco esteriore.

 

 


La compagine umana o sua natura è come un cerchio il  cui centro nella parte più profonda di se contiene questo fuoco realizzatore zolfo che dovrebbe esternare questo suo ardore sulfureo ma che invece rimane come potenza impotente energia dormiente,ciò che viene chiamato col termine di Kundalini. Non avvenendo tutto questo il sale umano è solo sostanza confusa e caotica che riceve l’influsso gravitazionale di Brama che provoca tutto ciò. Ed ecco il motivo e la causa per cui ogni persona dovrebbe compiere su di se questo processo evolutivo risvegliando il fuoco interiore,esternarlo per compiere la pulizia iniziale della sua natura liberandosi dalla pressione degli influssi esterni per sostituirli con quelli dell’influsso dell’anima celeste o mercurio.
Strettamente parlando,l’Unità non si può rappresentare: si può concepire,ma non mostrare.  Per intenderci meglio il simbolo migliore può essere quello di un punto matematico strettamente impercettibile,che siamo costretti a situare astrattamente al centro del cerchio. Prendendo spunto che il cerchio è lo spazio circostante ove poniamo l’unità del punto immaginario,spostandosi nello spazio,questo punto materialmente inesistente dà luogo alla linea.  Nata dal nulla,la linea avanzando diritta o facendo perno su se stessa,ci fa concepire la superficie,la quale a sua volta si innalza,si abbassa o gira su uno dei suoi lati per darci l’idea del corpo a tre dimensioni.


Si tratta di produzioni intellettuali:quel che la mente umana ricava così dal nulla è la geometria.
                              
 


altezza
                                                                   larghezza
 

                                                                                      lunghezza

 

L’impossibilità di farci un immagine  fedele dell’Unità ci costringe a tornare al Cerchio,emblema tradizionale di ciò che non ha ne inizio e ne fine. Cedendo all’esigenza di animare una figura geometrica troppo arida,gli alchimisti greci hanno voluto vedere nel Cerchio un Serpente che si morde la coda,il cosiddetto Uroboros. il motto “ EN TO PAN”, Uno il Tutto, esprime la fede nell’Unità globale di ciò che esiste e può essere concepito.Essi partivano da questa Unità nelle loro speculazioni e vi ritornavano incessantemente per misurare rispetto ad essa il valore delle cose.

 

 


C’è da tener conto che per il sensista,questo TUTTO   equivale a NIENTE,che crede  solo in ciò che constata oggettivamente,mentre per noi è il contenitore che racchiude la Materia Prima della Grande Opera,che gli sciocchi non vedono da nessuna parte,mentre noi la intuiamo ovunque. È  il Tutto-Niente, o ,Niente-Tutto su cui si può solo sragionare usando le parole.
Quindi innanzitutto guardiamoci dal non credere che il vuoto dello zero “       “ equivale a niente o Nulla,ma che il vuoto o Nulla sia solo espressione per indicare ciò che non sappiamo tradurre in parole. Il vuoto e il nulla non esistono,in quanto il Tutt-Uno non lascia fuori alcunché. Vuoto e Nulla non sono che parole fallaci: tutto è pieno di       “ qualcosa “. Questo “ qualcosa”,è vero,può non ricadere sotto i nostri sensi,pur imponendosi al nostro intelletto.
Questo vuoto o nulla che è sempre qualcosa,è la Sostanza primordiale diluita all’estremo,priva di ogni qualità,tranne la sua stessa estensione indefinita.
Gli antichi babilonesi  chiamarono questa sostanza Tiamath,la sposa di Apsu(l’abisso senza fondo),il Dio nero primordiale che dorme,si compiace in se stesso e rifiuta di creare qualsiasi cosa. Adesso rifacendosi alla nostra tradizione cristiana possiamo chiarire che la grande sostanza primordiale rappresentano le acque della genesi di Mosè,e il Dio nero allo spirito di Dio,e siccome tutto era ancora prima della Luce,sconosciuto e misterioso,lo Spirito di Dio viene chiamato Dio nero,cioè ;incognito,sconosciuto prima della creazione. Questo Dio della notte inattiva può solo riflettersi in un disco nero “          “ ; è infatti lo spirito delle tenebre incerate,anteriori rispetto a tutto quel che diviene.

Quando parliamo dello spirito delle tenebre non intendiamo il demone del male,ma si intendono le tenebre esistenti prima che Dio disse “sia la Luce”. Questa è la coppia  primordiale divina  maschio e femmina,da cui il Tutto è stato tratto,e di cui tutto è fatto a loro immagine,la stessa legge che creerà e regolerà il tutto è fatta di essa.
Per piacergli ed unirsi a Lui,la sua sposa(sostanza),si volatilizza fino a diventare quasi inesistente,tanto si dilata nella sua sottigliezza. Questo è lo stato primordiale della Sostanza Primordiale,impalpabile e trasparente,uniforme e indifferenziata,rappresentata dall’ ALLUME        degli alchimisti,Sale filosofico,principio degli altri Sali,dei minerali e dei metalli,secondo la definizione alchemica.
Questa sostanza primordiale fu dagli alchimisti velata nella Vergine Nera o Madonna nera, lo spirito femminile di Dio prima della creazione. È chiamata Allume o Sale filosofico e oceano primordiale. Facciamo sempre ben attenzione a non confondere gli elementi alchemici con gli elementi chimici,in quanto i primi indicano una struttura con funzionalità spirituale-mentale,i secondi sono elementi costituenti la materia. Nessuna proprietà del volgare allume giustifica una simile preminenza;bisogna forse pensare ad un gioco di parole,in quanto l’Alun (l’Allume) evoca l’Uno,sostanza fondamentale,analoga all’etere,considerata l’intima essenza delle cose,la trama sottile sprovvista di qualità differenziali,in altre parole il substrato,in un certo qual modo immateriale,di ogni materialità.
L’Essenza,la Potenza della Forza interiore sita nella Sostanza Primordiale che riempie il vuoto,è l’abisso senza fondo,l’innata forza che causerà il moto vibrazionale senza tregua,sotto la spinta di un dinamismo infinito,parte dal centro per irradiarsi in tutte le direzioni.

                             
                                                       
Il principio di individuazione senza fondo                      riempimento del vuoto cosmico ad opera di vibrazioni

 

La sostanza esteriore,il vuoto,l’Allume e la sostanza interiore Essenza che riempie il vuoto della materia primordiale sono i due spiriti dell’unica matrice del tutto. Rappresenta il mercurio filosofale composto dalla potenza dei due spiriti della unica sostanza primordiale. Un doppio fuoco,attivo e passivo. Il fuoco attivo  interiore nella propria potenza emette onde vibratorie direzionale dal centro verso il fuoco passivo esterno,tale procedimento causa il caos,la confusione di tutti gli elementi senza individuazione che sono nella sostanza. È il brodo universale generato dalla forza interiore.

(Nella natura umana corrispondono alla natura chiamata Anima per quanto riguarda la sostanza passiva,mentre la forza intima prerogativa maschile riguarda lo Spirito. Ma qui anima e spirito non di devono intendere come due esseri spirituali o fantasmi,questa è tutta un’altra cosa. Questo Spirito e Anima rappresentano la Realtà esistenziale di un individuo Unico sia come Dio che come Uomo. Sono l’Essere in se stesso che è Intelligenza cooperante di Ragione e Volontà innata e non della sfera mentale uma-nimale. La qualità dell’Anima come quella dello Spirito sono attributi necessari intrinseche in una sola Realtà: l’Essere Vivente. Questi due agenti universali coabitanti nell’uomo rappresentano l’unità spirituale della unica realtà dell’Essere. La forza esterna gravitazionale sono la parte delle acque inferiori o astrali che successivamente creata dal Verbo assumeranno funzioni gravitazionali sulla natura umana  sostituendo la funzione acque celesti della sostanza pura primordiale.
In alchimia il cerchio bianco è l’allume (alun = uno), principe dei Sali, dei minerali e dei metalli, la sostanza primordiale; ma la sostanza primordiale da cui tutto prende forma e vita è simboleggiata anche dal cerchio nero, che evoca il nero Caos dell’origine dell’universo, allorquando questa divinità oscura (nella cultura babilonese il Dio nero primordiale Apsu, nella cultura egizia Osiride, in quella greca Urano, in cosmogonia proprio il Caos), che rappresenta l’elemento maschile generatore del tutto, si unisce all’elemento femminile (il corrispettivo delle divinità Tiamath, Iside, Rea) simboleggiata dal cerchio bianco che è il vuoto ricettacolo del Caos primordiale dal quale esse stessa ha tratto origine al fine unico di generare la vita. La sintesi di questi due cerchi dà origine secondo la dottrina alchemica all’acqua fangosa e salata da cui si plasmerà infatti ogni forma di vita; da qui l’idea del Sole che irradia ogni cosa (Rà), la cui luce però per essere percepita deve essere riflessa dal chiarore lunare, e solo allora potrà colpire illuminando tutti gli elementi dando loro vita e forma; nonché l’idea dello stagno calmo dal quale promanano vibrazioni continue a seguito del moto generato dalla pietra calatasi al suo centro. L’unione di questi due cerchi, di queste due forze, di queste due luci, rappresenta nella mitologia greca anche la figura dell’Androgino, elemento nel quale coesistono il maschile ed il femminile, generando un essere di straordinaria potenza, perfezione e felice di per se solo.

Dobbiamo ora chiarire la simbologia alchemica, cioè capire su quali principi e concetti essa si fonda.

Dal CAOS fu tratto l'ORDINE, ossia un insieme armonico e definito. Ma al principio il caos non era,la sostanza primordiale era energicamente diluita pura all’estremo. Era Vita della vita,Madre delle madri,la Luce nella Luce,oltre il velo nulla era. Allora  cos'è il Caos? Si tratta di una situazione letteralmente di "confusione" nella quale le cose (per così dire) sono "fuse insieme" come in un crogiuolo. Ma il caos si crea solo dopo,quando Apsu,la forza mascolino accende il suo fuoco e mette in moto l’atto vibratorio. È qui che si genera il caos,in quanto tutti gli attributi o elementi innati si smuovono sotto il bollir del fuoco cosmico e sotto l’azione del moto circolare vibratorio vengono seminati dappertutto senza un principio di ordine  e di idee. Caos è anche "non manifestazione","principio-non-in-atto","possibilità potenziale non espressa". E ciò che nel pensiero Induista è detto "il Brahrnan","l'Immanifesto", l'Origine di tutto ciò che esiste: impensabile ed indicibile, Esso si pone oltre l’"Essere" ed il "Non-Essere".Quindi  la Realtà Essenziale dell’Uomo è una realtà che è al di fuori della materia e che la precede e che da essa è stata creata la stessa natura umana inferiore che va dall’astrale al mentale fisico. Caos possono essere le scintille di fuoco,i pensieri irrequieti del Dio Immanifesto,le Anime senza precisa centratura perché lo spirito di fuoco non si è ancora individualizzato come Verbo o Coscienza che prende sede nella stessa Grande Anima cosmica e nella natura delle anime umane.
La Tradizione alchemica gli attribuisce alla sostanza,alla Materia Primordiale moltissimi nomi, ma il significato non cambia: Allume, Notte, Matrice, Acqua mercurio, Materia indifferenziata, Veleno, Vipera, Aceto filosofale, Materia prima, Abisso, Albero, Madre, Solvente universale, Donna; tutti stanno ad indicare il Caos. Una delle espressione definenti il Caos, l’"Albero", la troviamo con carattere di universalità, in moltissimi miti a cominciare da quello biblico relativo alla caduta di Adamo. La troviamo anche nei classici dell'India, come nei Veda, nelle Upanishad dove appare come "Albero del Mondo", a volte capovolto per significare che in alto, ossia in "cielo", affonda le sue radici e trae origine la sua forza, mentre in basso, cioè nel Mondo, si presentano i suoi frutti manifesti.

Questo è il Caos. Esso è "femminile", cioè caratterizzato dalla passività, dalla tendenza a non manifestarsi, a non individuarsi, a non conoscersi, a mantenersi come possibilità, ad esistere in potenza e non in atto.(come l’attuale condizione della maggior parte degli esseri umani che vive immanifestato nella sua natura bramica caotica.) Tuttavia esso contiene tutte le possibilità:, anche quella di mutarsi in atto, al fine di conoscersi. La mitologia greca riferisce di questo Dio primordiale - Saturno - che divorava la propria progenie, il frutto di se stesso,nel senso che egli divora ogni possibile atto di iniziativa capace di riprodursi e generare,proprio come la nostra attuale condizione di cui brama ci vieta di reagire a essa. Ecco la tendenza alla "non manifestazione"; tendenza che emerge anche dalla figura del serpente UROBOROS che attacca se stesso e si divora. Sempre rifacendosi al mito ellenico di Saturno, sappiamo che uno dei suoi figli, Zeus, sottratto alle fameliche fauci del padre, lo "uccide", ne assume il regno e si congiunge con la madre Rhea. È come quanto già similmente abbiamo indicato: Zeus è il figlio di Saturno,la Coscienza,il Verbo che si ribella alla staticità del padre per mettere ordine nella sostanza materna. È la Luce Creatrice che violenta la madre e sbroglia il caos facendola partorire la creazione la quale il Padre non riusciva per un oziata voglia e mancanza di volontà. Uroboros è la passività della doppia natura primordiale del Dio Antico,ma quando mette in atto la sua forza,diventa potenza creatrice nella stessa sostanza.  Nel Pimandro,Ermete di questo così dice:
Mentre un giorno io riflettevo sugli esseri e il mio pensiero s'era elevato e tutte le mie sensazioni s'erano assopite - come avviene a chi è immerso nel sonno per sazietà, per lussuria o per stanchezza  mi parve che un essere immenso, senza limiti, mi chiamasse a nome e mi dicesse :
" Che cosa vuoi udire e vedere che cosa vuoi apprendere e conoscere? "
" E chi sei tu ? " dissi io.
" Io sono - rispose - Pimandro , l'Intelligenza Suprema. Io sono quel che tu vuoi e dovunque io sono con te " .
" Io voglio - dissi - essere istruito sugli esseri, comprendere la loro natura e conoscere Iddio " .
" Raccogli nel tuo pensiero tutto quello che vuoi sapere - mi disse - chè io t'istruirò " .
Ciò detto, egli mutò di forma e allora, subitamente, tutto mi fu chiaro ed io vidi uno spettacolo  prodigioso. Tutto diventava una dolce e gaia luce(nelle tenebre della sostanza abissale si accende il fuoco della volontà di Dio) la cui vista mi rallegrava. Ma tosto discesero
tenebre cupe e orribili di forme tortuose: mi parve che queste tenebre mutassero in non so quale
natura umida indicibilmente sconvolta esalante fumo come da fuoco ed un rumore indescrivibile,
lugubre.( è il caos che si produce dall’azione del fuoco nella sostanza diluita,si liberano nell’aria venti umidi prodotti dal calore sulle acque celesti e i fumi che ne escono ne sono oscuri perché la Luce Intelligente non li sfiora ancora perché allontanati dalla forza centrifuga li mantiene ai limiti della sostanza.)
E ne uscì un grido inarticolato che sembrava la voce stessa della luce. (il Verbola Parola,l’Intelligenza la Coscienza che era della stessa natura del Padre)Una parola santa discese
dalla luce sulla natura (sostanza )e un fuoco puro si sollevò dalla natura umida verso l'alto, ed era sottile,penetrante e, nello stesso tempo, attivo. (la Luce del Verbo che penetra tutte le cose della sostanza)E l'aria,(lo spirito) per la sua leggerezza, seguiva il fluido
sollevandosi dalla terra(materia) e dall'acqua(astrale) sino al fuoco, talché sembrava sospesa. (abbiamo qui la descrizione della creazione e della separazione dei 4 elementi. Il Fuoco,  si separa dalla natura umida della sostanza primordiale posizionandosi al centro di essa. Lo Spirito o Aria liberandosi dall’acqua (astrale) e dalla terra (materia)unirà al fuoco del Verbo che è della stessa natura rivestendone la sua igneità.) Mentre  La terra poi e l'acqua restavano mescolate insieme in modo che non si poteva scorgere la terra attraverso l'acqua ed entrambe si muovevano per la parola spirituale che si udiva. (Qui abbiamo l’energia astrale e materiale ancora confuse e mescolate senza separazione,cosa che avverrà dopo col titolo “separazione delle acque” che è un allusione della creazione e separazione di cielo e terra,ossia astrale e materia. Ma va comunque compreso che il fuoco è la forza inclusa nello spirito di ogni natura,meritata per la sua leggerezza o purezza rispetto all’astrale e alla materia.)
" Hai compreso - mi disse Pimandro - il significato di questa visione? "
" Sto per comprenderlo " risposi.
" Questa luce - disse - sono io, l'Intelligenza, il tuo Dio che precede la natura umida (il fuoco innato abissale della sostanza unida primordiale da cui si genera poi il Verbo o Luce Creatrice)uscita dalle tenebre, e il Verbo luminoso che emana dall'Intelligenza è figlio di Dio " .
" Che vuoi dire? " domandai.
" Ascolta : quello che in te vede e intende è il Verbo, la parola di Dio; l'Intelligenza è il Dio Padre.
Essi non sono separati poiché l'unione è la loro vita " . (Fuoco e Spirito- il fuoco innato dello zolfo)
" Io ti ringrazio " risposi.
Qui tutto preannuncia un mutamento dello stato primordiale: un principio, insito nel medesimo Tutto, prevale sulla condizione di stasi vincendola (la generazione del Verbo è l’allegoria dell’uccisione del padre Saturno) e dominando -conoscendola - la forza universale (congiunzione con la madre Rhea, allegoria dell' incesto filosofale"). Similmente abbiamo il Verbo dei cristiani che come Luce si oppone alle tenebre del padre e della madre,e in questa emette il suo seme portatandola alla gestazione della creazione.  Si determina così l'UNO, manifesto a sè stesso, trionfatore di sè stesso. Egli è l'AUTOGENO, generatore di sè stesso e più di sè stesso antico.
Così sappiamo che alla base di ogni natura regge e vige  sempre il principio esistente di un fuoco animatore nella e della natura che dal momento che si mette in moto ne scaturisce obbligatoriamente uno spirito creatore della stessa sostanza del Padre.
Il segno designato dagli alchimisti a simboleggiare il Caos, il Tutto - il cerchio ¡ - viene arricchito di un punto centrale      per indicare l'UNO manifesto. Ma non solo (e questo è importantissimo): tale segno indica anche la perfetta UNITA’ tra l'UNO e il TUTTO. Importante è rendersi conto che questa UNITA’ non è "unione" la più perfetta di substanzialità estranee, sebbene equilibrate. Le espressioni "padre", "madre", "figlio" sono solamente espressioni umane, adottate onde definire, per nostro uso ed a causa della nostra limitatezza, una Realtà che è UNITA’ per sua propria natura. Si legge in proposito nel "Trionfo ermetico": "Si uccide da sè, poi da sè si risuscita. Sposa di sè stessa, impregna sè stessa, si risolve da sè stessa nel suo proprio sangue".
Abbiamo dato con esempi mortali la descrizione della doppia natura e del rapporto reciproco che hanno fra essi stessi,ossia di come la sostanza passiva materna venga smossa dal padre attivo e come da questa reazione l’intera sostanza entra in un situazione di caos totale prodotto dal vortice della forza mascolina. Poi abbiamo la Luce,che generata attraverso il calore interno va sbrogliare il caos materno  e gravidare la stessa madre per una futura creazione. Ma prima di proseguire conosciamo anzitutto la natura di questa Luce o Verbo per capire cosa sia in Realtà.

continua con:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4. La Luce Creatrice,la Coscienza,il Verbo


5. Riassunto sulla doppia Sostanza Primordiale e sulla Luce Creatrice
Allegato n1 sulla doppia sostanza e sulla Luce Creatrice
Allegato n2 sulla doppia sostanza e sulla Luce Creatrice
6. Versione cabbalistica sulla doppia sostanza e sulla Luce Creatrice.

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